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Numero 113

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Onore al merito per Due alunni: Laura De Conto e Federico Rizzetto, che sono stati premiati con il 100 agli esami di Maturità, un premio sia alla loro ineccepibile carriera scolastica, sia alla profondità e sicurezza durante le prove d’esame

1 agosto 2013

Testo di Raffaella Biasi





L’esame di maturità vede sempre risultati vari: come in tutte le scuole i voti variano a seconda dell’impegno e delle caratteristiche degli alunni. Quello che però ha colpito positivamente le commissioni che lavoravano alle Canossiane di Treviso è stato il modo con cui gli alunni hanno affrontato l’esame (una comprensibile eleganza nel modo di presentarsi alla commissione; una discreta disinvoltura pur nella tensione dell’esame; una relazione spigliata, ma non formale), ma soprattutto la varietà e creatività degli interessi, che si sono manifestati nella cosiddetta “tesina”, la ricerca pluridisciplinare curata dal candidato. Gli argomenti sono stati i più vari, dal Paracadutismo, all’incommensurabile mondo delle stelle, al motore diesel per il gatto delle nevi, al “totalitarismo” di Facebook, al mondo della dislessia, alla complementarità degli opposti, al rapporto tra limite ed infinito ed altri ancora.
Cosa colpisce di più? Che in due commissioni non c’era una tesina uguale all’altra, ma ogni alunno è stato guidato in funzione di quello che è lui come persona. Una vera ‘educazione’ : etimologicamente aiutare a tirar fuori da sé la propria vera natura e il meglio di sé.
Cosa altro ha colpito le commissioni? Anche chi non è favorevole alle scuole private, in questo caso deve ammettere che la caratteristica dell’educazione canossiana è l’accoglienza, e l’Istituto già si presenta molto bello. A questo si aggiunge un clima generale di accoglienza, fatta di disponibilità in tutti i sensi. Il preside, Francis Contessotto, è solito ripetere che la scuola deve essere seria, ma non seriosa: deve essere luogo in cui si lavora con impegno, ma al tempo stesso aperto al dialogo ed al rapporto sereno. Questo rende anche gli insegnanti più gratificati e disposti a superare il loro burn out, e rende gli alunni più sereni e creativi.
L’Istituto Canossiano è presente a Treviso dal 1843. Le suore vennero chiamate dal Vescovo per prendersi cura delle ragazze della città, nel timore che l’abbandono educativo le condannasse ad una vita di miseria (agli inizi dell’Ottocento erano parecchie le ragazze condannate alla prostituzione, perché prive di altri mezzi) e nella convinzione che l’educazione e l’istruzione fossero strumenti necessari per dare dignità alla persona. D’altra parte la Fondatrice delle Canossiane, Maddalena di Canossa, era solita ripetere che “dall’educazione di solito dipende la condotta di tutta una vita”. Dalla sede di via Manzoni, nel 1970, l’Istituto si trasferì nella moderna sede di Viale Europa.
L’Istituto, legalmente riconosciuto dal Ministero dal 1923 e paritario subito dopo la legge 62 del 2000, propone un’offerta formativa che accompagna tutta la vita scolastica: scuola elementare, scuola media, scuole superiori e Corsi di Formazione Professionale regionale. Dopo la “riforma Gelmini” è stato attivato il ‘liceo scientifico opzionale delle scienze applicate’ che in questo caso si divide in Liceo Sportivo, Liceo Ambientale, Liceo della Comunicazione. In tutti questi c’è un area comune (in cui ci sono le principali materie di formazione di base: italiano, matematica, inglese, storia, filosofia, scienze, …) e due o più “opzioni”, cioè gruppi di materie specializzanti scelte dagli alunni in base ai loro interessi. Faccio notare che al liceo Sportivo i ragazzi praticano le arti marziali o vanno al poligono di tiro, la qual cosa pare ‘faccia botte’ con una scuola guidata dal sentimento religioso! (Sconosciuta modernità delle suore ….!)
Oltre al percorso “tradizionale” l’Istituto offre da una ventina d’anni percorsi formativi per adulti: corsi “a catalogo” (corsi di lingua straniera per certificazione linguistica, di tecniche di comunicazione, di informatica per il conseguimento della “patente ECDL”, di contabilità, …) e corsi di riqualificazione per lavoratori in situazioni di precarietà (disoccupati, in mobilità, apprendisti), trasferendo anche nel mondo degli adulti il servizio culturale e sociale pensato dalla Fondatrice.

Testo di Raffaella Biasi



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