Anagoor L.I. Lingua Imperii | 7 agosto ore 12 | Teatro Fondamenta Nuove
Babilonia Teatri Pinocchio | 8 agosto ore 12 | Teatro Fondamenta Nuove
Nell’ambito del programma del 43. Festival Internazionale del Teatro diretto da Àlex Rigola, Biennale di Venezia e Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale presentano in collaborazione Young Italian Brunch: una programmazione al Teatro Fondamenta Nuove, nell’inconsueto orario dell’ora di pranzo, riservata alle giovani compagnie italiane più innovative, che avranno così una chance di visibilità con operatori e curatori stranieri. Le compagnie invitate sono: Collettivo Cinetico, Helen Cerina, Babilonia Teatri e Anagoor.
“Una rinnovata collaborazione – spiega il Direttore dello Stabile Massimo Ongaro – quella tra lo Stabile del Veneto, ora Teatro Nazionale, e il Festival Internazionale del Teatro della Biennale, che hanno scelto di concentrare l’attenzione su eccellenze emergenti della scena performativa italiana”.
Delle quattro compagnie invitate a Young Italian Brunch, due sono state selezionate dallo stesso Ongaro tra le più interessanti proposte provenienti dal Veneto: Anagoor, che andrà in scena venerdì 7 agosto con lo spettacolo L. I. Lingua Imperii e Babilonia Teatri, che sabato 8 agosto presenta Pinocchio: due spettacoli che hanno già avuto una notevole diffusione nazionale e sono pronti per una ribalta internazionale. Si tratta infatti di autori italiani che si collocano in un’area di forte contaminazione tra i diversi linguaggi, e per questo particolarmente adatti ad essere collocati sul mercato internazionale.
YOUNG ITALIAN BRUNCH
Ore 12.00 | Teatro Fondamenta Nuove
Venerdì 7 agosto 2015
L.I. | Lingua Imperii violenta la forza del morso che la ammutoliva (90’)
regia Simone Derai
produzione Anagoor
coproduzione Trento Film Festival, Provincia Autonoma di Trento, Centrale Fies, Operaestate Festival
in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale
Ciò che ci sta a cuore è di operare, con una sorta di in-canto, l’attivazione dei processi del ricordo attorno ad antiche odiose abitudini secondo le quali, nelle forme della caccia, alcuni uomini si sono fatti predatori di altri uomini e, ancora nel XX secolo, hanno intriso il suolo d’Europa del sangue di milioni di persone: tanto il suo cuore civile, quanto le sue vaste e bellissime foreste, fino ai suoi estremi confini montuosi. Sulla scena è sguinzagliato un coro di Erinni della memoria o più semplicemente lamentatori che non vogliono più essere stati cacciatori e che di fronte al riemerso ricordo delle vittime, lamentano il peso della colpa della caccia cruenta. Il Caucaso, limite estremo dell’Europa, confine geografico naturale, montagna delle lingue e intreccio fittissimo di popoli, labirinto che traccia e insieme confonde i confini, i limiti e le distinzioni, si ergerà come epicentro della memoria e luogo mitico di questo giudizio, così come nella poesia di Eschilo. La forma teatrale scelta per questa creazione è quella del coro tragico dove il canto e la musica, il gesto e la visione totemica si intrecciano. L.I., Lingua Imperii, è la lingua dell’impero inteso come dominio coercitivo. È la lingua povera, bruta e ingannevole delle propagande fasciste. Sono gli alfabeti e le lingue insegnate a forza. Ma è anche il bavaglio o l’assenza di voce imposti come un dono violento dai dominatori. Infine è il linguaggio stesso della violenza.
Sabato 8 agosto 2015
Pinocchio (70’)
un progetto di Babilonia Teatri e Gli amici di Luca di Valeria Raimondi e Enrico Castellani
produzione Babilonia Teatri
collaborazione Operaestate Festival Veneto
in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale
con il contributo di Comune di Bologna e Regione Emilia Romagna
Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2013
Perché Pinocchio? Perché farlo con persone uscite dal coma? Ci è stato dato un indirizzo. Via Altura, 3 – 40139 Bologna. Siamo arrivati. Davanti a noi un ospedale. Abbiamo chiesto se era lì la sede della compagnia “Gli amici di Luca”. In fondo al corridoio sulla sinistra: Sala del Durante. Domanda nostra: perché fate teatro? Risposta loro: La società ci ha respinti, accantonati, isolati, fare teatro è l’unica possibilità per tornare a mettere un piede dentro la società. Il teatro ci permette di tornare a realizzarci, ad affermarci, a riconoscerci. Ci permette di gridare il nostro malessere, di rivendicare il nostro ruolo, di esprimere la nostra umanità. Ci siamo innamorati di loro. Della loro autenticità. Della loro imperfezione. Della loro sporcizia. Abbiamo trovato in loro uno specchio della società reale. Abbiamo incontrato quel mondo che sempre vogliamo fotografare, raccontare e restituire. Un’umanità da ascoltare e amplificare senza pietismo, paternalismo né razzismo. Pinocchio è la loro umanità...
A cura di Abcveneto