PORDENONE – "Che lingua fa in Italia?" Come cambierà e si contaminerà la lingua parlata al
tempo delle migrazioni, quale grammatica insegneremo ai “nuovi” italiani e quanto rimane di una
letteratura che ha funto da bussola per l’evoluzione lessicale del Paese? Giochi di parole,
neologismi importati dalla politica e classici ‘ristretti’ a uso dei millenials: questi e molti altri
temi sono al centro del nuovo progetto avviato da Fondazione Pordenonelegge.it con
Treccani, nell’ambito della 18^ edizione della Festa del Libro con gli Autori.
A pordenonelegge 2017, infatti, un’intera giornata, sabato 16 settembre, sarà dedicata ai
rapporti fra letteratura e lingua italiana con protagonisti eccellenti, come Paola Mastrocola,
Stefano Bartezzaghi, Emanuele Trevi, Walter Siti, Roberto Piumini, Guido Sgardoli, Valeria
Della Valle, Giuseppe Patota, Giuseppe Antonelli, Davide Morosinotto, Massimo Onofri,
Marco Damilano. «Le strette interconnessioni che legano la lingua alla letteratura e al mondo
dell'educazione sono da sempre al centro degli interessi di Treccani – spiega il direttore
generale dell’Enciclopedia Treccani, Massimo Bray - In questa occasione mi piace sottolineare
la relazione produttiva, in termine di didattica e di apprendimento, che può e deve legare
educazione linguistica ed educazione letteraria. Relazione destinata a divenire sempre più stretta,
per aiutare le giovani generazioni a rispondere alle sfide poste da un mondo che è cambiato
e continua a cambiare: l'intermedialità, la smaterializzazione delle scritture, la nascita di
figure di giovani consumatori e insieme produttori di nuovi testi pongono problemi inediti,
ma offrono anche stimolanti nuove opportunità».
“Dal mito ai classici: riscrivere grandi storie per piccoli lettori” è il tema dell’incontro con
Roberto Piumini in programma alle 10 nel Chiostro della Biblioteca Civica. Dalla mitologia –
dai racconti di Enea alle avventure di Ulisse - si possono alimentare divertenti letture per i più piccoli,
portando l'attenzione sul valore linguistico della narrazione, e sul tema dell'infedeltà creativa di
chi ri-racconta i miti e le storie. Si prosegue alle 11 (Spazio BCC Fvg) nel segno della “Lingua
italiana, difficile però bellissima”: Valeria Della Valle e Giuseppe Patota ci spiegheranno che
si può giocare ironizzando sugli errori più frequenti e su quelli più subdoli, ma si può trovare nella
grammatica l’eleganza della precisione e l’aiuto quotidiano per riflettere sul proprio modo di parlare.
Se è vero, infatti, che l'evoluzione della lingua ha semplificato le regole della comunicazione e
cambiato il modo di giudicare gli errori, è pur sempre vero che, se si vuole parlare e scrivere correttamente,
bisogna interrogare la grammatica e seguire i colorati insegnamenti della matita rossa
e blu. Alle 11.30, nel Chiostro della Biblioteca Civica, riflettori sui “classici”, con una dedica
speciale nei 150 anni dalla nascita di Pirandello: Guido Sgardoli e Davide Morosinotto,
coordinati da Beatrice Masini, racconteranno come hanno “tradotto” – ma non tradito – due classici
di Pirandello (“Uno, nessuno e centomila” e “Il fu Mattia Pascal”), riscrivendoli per facilitarne la
fruizione dei giovani lettori. Ma resta la diatriba: è lecita la “riduzione” o “condensazione” di un
classico? Quali sono le regole, che cosa si guadagna e che cosa si perde?
“La lingua non basta” è il presupposto del dialogo che alle 15.30 (Spazio incontri di piazza
della Motta) impegnerà Luca Serianni e Paola Mastrocola, moderati da Giuseppe Antonelli.
E’ possibile insegnare una lingua senza aprire l’insegnamento sull’orizzonte della cultura e della
letteratura che l’hanno formata nei secoli? E, più in generale, è possibile insegnare una lingua che
vive un costante mutamento? E’ un interrogativo che sicuramente vale per tutte le lingue, ma per la
lingua italiana pare proprio irrinunciabile. Che sia “questione di stile”, o meglio di stili ce lo
ricorderanno Walter Siti, Emanuele Trevi e Massimo Onofri (ore 17.30, palazzo della
Provincia), a partire dai primi straordinari capolavori in lingua italiana che hanno fatto della sua
riconoscibilità, del suo valore, il principale metro di paragone e il maggiore tratto di originalità
dell’autore. Oggi, pero’, pare che lo “stile” sia diventato il dato più indifferente di un testo. Ma è
proprio così? Per fortuna con le parole ancora si gioca, in italiano come nella altre lingue: il
semiologo Stefano Bartezzaghi, maestro del calembour e dei funambolismi lessicali, ci
guiderà (Palaprovincia, ore 19) alla (ri)scoperta dei giochi di parole, dai testi solenni di
religioni, letterature, filosofie alla classicità, al folklore, spaziando fra le più curiose ed enigmatiche
combinazioni linguistiche ripescate dalla cultura di massa per adattarle alla contemporaneità. Gran
finale, alle 21 (Spazio incontri Piazza della Motta) nel segno della grande ‘levatrice’ di
neologismi e scenari lessicali, la politica: Giuseppe Antonelli e Marco Damilano si
confronteranno proprio su “L'italiano della politica”, creativo e “giornalistico", da Machiavelli a Renzi
capace di influenzare l’uso comune del linguaggio e di individuare spazi nuovi di comprensione di
una realtà che per molti versi ci sfugge. Gli ultimi sessant’anni della nostra storia ci hanno
consegnato “parole, formule e locuzioni intramontabili, dalle convergenze parallele al trasformismo,
passando per il rimpasto, l’inciucio e il ribaltone, gli aforismi di Andreotti e i tweet di Renzi.
Info
www.pordenonelegge.it
A cura di Sara Miriade