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IN DIFESA DELLA CITTÀ DI ASOLO: NO allo scempio della storica Perla della Pedemontana trevigiana

1 Aprile 2013

Di Daniele Ferrazza





Da Daniele Ferrazza, ex Sindaco della Città, arriva un appello accorato, insieme con la denuncia di un possibile scempio di uno dei luoghi più belli del mondo, meta di artisti e poeti, dove soggiornarono Eleonora Duse, Robert Browning, Freja Stark …

Cari Amici,
rivolgo questo appello a tutti coloro che amano Asolo e il suo paesaggio, che conoscono il suo centro storico - straordinario campiello veneziano in terraferma -, a tutti coloro che apprezzano queste colline e la campagna circostante, a tutti coloro che considerano questa città il proprio personale “posto delle fragole”. Naturalmente, e prima di tutti, ai novemila cittadini di questo Comune considerato tra i Borghi più belli d’Italia.
Sono stato Assessore alla Cultura e al Turismo tra il 1999 e il 2004 e Sindaco tra il 2004 al 2009. Per l’amore che provo per questa parte d’Italia non intendo lasciare nulla di intentato per difenderla dall’aggressione e dal saccheggio di un manipolo di persone, senza storia e senza scrupoli di coscienza.
In queste settimane si sta consumando, nel più assoluto silenzio, la scelta del nuovo Piano di Assetto del Territorio, in pratica il nuovo strumento urbanistico la cui valenza si estende ai prossimi vent’anni. Nessuna pubblica assemblea, nessuna forma di pubblicità, nessun tipo di partecipazione è stato attivato.
Il nuovo Piano di Assetto del Territorio prevede la possibilità, tra la zona collinare e la pianura, di realizzare ben 285 mila metri cubi di nuova edificazione residenziale, in pratica più di settecento villette (di 400 metri cubi ciascuna) o più di mille appartamenti (di 90 metri quadrati).
Un’assurdità, considerando che il precedente Piano regolatore generale, approvato nel 1998, prevedeva già nuovi insediamenti per 150 mila metri cubi, mai richiesti dal mercato e quindi mai realizzati. Parte di queste costruzioni potranno essere realizzate in campagna e in collina grazie al sistema della “Edificazione diffusa”, un criterio che, facendo leva sul pretesto della “casa del figlio”, consente di costruire nuove abitazioni in un contesto di case sparse in zona agricola. Altro che riduzione dello sprawl.
Non solo. Nonostante il Comune di Asolo disponga già, in tre aree diverse (quale programmazione!), di 62 ettari di zone industriali e artigianali, il nuovo PAT ne introduce una nuova con un’estensione di trenta ettari, giusto ai piedi della collina che ospita la Rocca. Vi è prevista la possibilità di costruire ben 720 mila metri cubi di nuovi capannoni.
Complessivamente, dunque, il nuovo Pat rovescia sulla campagna e sulle colline asolane poco più di un milione di nuovi metri cubi di cemento, tra edilizia residenziale e insediamenti industriali. Come se coprissimo di villette e condomini lo spazio di ventisette piazze San Marco a Venezia!
Ne abbiamo veramente bisogno? È questo lo sviluppo che intendiamo? È questa la vocazione di un territorio come quello di Asolo? Basta guardarci attorno: siamo circondati da un paesaggio devastato di case e capannoni senza soluzione di continuità. Una buona parte di questi volumi sono sottoutilizzati o addirittura abbandonati e non trovano domanda sul mercato. Il futuro di Asolo non è nella direzione di un generico e incoerente ulteriore sviluppo edilizio, ma di un piano strategico che valorizzi la storia, la cultura, l’ambiente, il paesaggio, le produzioni agricole di qualità, le attività produttive ad alto valore aggiunto e il terziario avanzato.
Nel nuovo Pat non vi è cenno alcuno al futuro del centro storico: né alla sua valorizzazione né al sistema dell’accessibilità e dei parcheggi.
A compiere questo autentico delitto è un’Amministrazione comunale, espressione del partito della Lega Nord, eletta nel 2009 con il 36% dei voti e che ha successivamente perduto per strada tre dei suoi dodici consiglieri. A meno di dodici mesi dalla scadenza del proprio mandato.
Noi pensiamo che la scelta del nuovo Piano di Assetto del Territorio di Asolo debba essere lucida, trasparente, frutto di un’elaborazione alta e partecipata: alla discussione vi devono contribuire i cittadini, le associazioni, gli urbanisti, le università di tutta Italia. Soprattutto, deve essere un cantiere sempre aperto alle nuove idee, ai molti giovani che portano un approccio originale, ai contributi che possono venire dalle migliori intelligenze che il territorio sa esprimere.
Aiutaci a fermare questa scelta. Condividi questo appello, “In difesa di Asolo”, con i tuoi contatti e la tua rete di relazioni. Grazie di cuore!

Ecologia e progresso
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Di Daniele Ferrazza


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