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Numero 121

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Treviso Urbs Picta: incontro pubblico all'auditorium Bomben

1 aprile 2014

A cura di Abcveneto





Venerdì 4 aprile alle ore 16.30, in occasione del 70° anniversario del bombardamento di Treviso del 7 aprile 1944, e nell’ambito delle diverse iniziative del Comune di Treviso, la Fondazione Benetton Studi Ricerche presenta alla città, nell’auditorium degli spazi Bomben (via Cornarotta 7, Treviso), il progetto di ricerca Treviso Urbs Picta, avviato alla fine del 2012, sugli affreschi di facciata che, sin dall’età comunale, hanno contraddistinto il paesaggio urbano cittadino.
La ricerca, condotta da un gruppo di lavoro multidisciplinare, ha preso il via dalle catalogazioni già disponibili (in particolare il Catalogo delle cose d’arte e di antichità d’Italia: Treviso, di Luigi Coletti, 1935, e il Catalogo elettronico dei beni artistici e storici del Veneto, della fine degli anni ottanta) per un loro aggiornamento e in vista della costruzione di nuova cartografia della città affrescata, in una prospettiva che tenga conto delle diverse fasi storiche, fino alla condizione attuale e a nuove ipotesi e proposte di salvaguardia, restauro e valorizzazione.

L’incontro sarà introdotto dal direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche, Marco Tamaro, e dall’assessore alla Cultura del Comune di Treviso, Luciano Franchin.
Interverranno: Lionello Puppi, storico dell’arte e supervisore scientifico della ricerca; Chiara Voltarel, storica dell’arte; Massimo Rossi, geografo storico; Rossella Riscica, architetto.
Parteciperà: Ugo Soragni, direttore regionale mibact del Veneto.

Seguirà una tavola rotonda, aperta al pubblico, alla quale parteciperanno alcuni dei referenti scientifici che stanno seguendo da vicino la ricerca stessa, in particolare Toni Basso (studioso trevigiano, Società Iconografica Trivigiana), Andrea Bellieni (studioso trevigiano, Museo Correr Venezia), Elena Franchi (ricercatrice indipendente, si occupa di tutela dei beni artistici in tempo di guerra), Fabio Frezzato (storico delle tecniche artistiche ed esperto di diagnostica dei materiali nell’ambito dei Beni Culturali), Paolo Guolo (fotografo), Franca Lugato (storica dell’arte), Eugenio Manzato (storico dell’arte), Anna Maria Spiazzi (storica dell’arte), Umberto Zandigiacomi (studioso trevigiano, Italia Nostra).

Ingresso libero.
Auditorium spazi Bomben, via Cornarotta 7, Treviso.
Per informazioni: Fondazione Benetton Studi Ricerche, tel. 0422.5121, www.fbsr.it

Facciate affrescate a Treviso
testo di Eugenio Manzato, storico dell’arte, già direttore dei Musei Civici di Treviso.

Le facciate affrescate ebbero larga diffusione tra Gotico e Rinascimento, non solo in Italia ma praticamente in tutta Europa, e non sono pertanto una peculiarità di Treviso: tuttavia l’alto numero di esemplari giunti fino ai nostri giorni, fa della città un punto di riferimento molto importante, potendosi qui cogliere pressoché l’intero sviluppo di questa particolare forma d’arte. Stante la difficoltà di rivestire le facciate di marmi preziosi, come nella ricca Venezia, si interviene colorando gli intonaci: dapprima ridisegnando semplicemente fughe di mattoni a corsi regolari, poi, avendo a modello il paramento di Palazzo Ducale, i mattoni vengono dipinti a formare losanghe; l’evoluzione del gusto porterà nel corso del Quattrocento a rivestimenti raffinati, simulanti finte tappezzerie a fiori stilizzati; compariranno quindi le figure, prima timide, a sorreggere in forma di telamoni un poggiolo o simulando statue scolpite dentro finte nicchie, infine, in pieno Rinascimento, a comporre scene e narrazioni. L’interesse storico-critico per le facciate affrescate inizia alla fine dell’Ottocento con l’abate Bailo, che ne affidò il rilievo ad acquarello a un manipolo di giovani artisti. Ad arrestarne il degrado intervennero la Soprintendenza e alcuni privati proprietari degli immobili con restauri sapientemente operati da Mario Botter – il “rabdomante” degli affreschi – che ne trasse numerosi da sotto gli intonaci da cui erano stati ricoperti nell’Ottocento. Luigi Coletti vi dedicò spazio larghissimo nel suo Catalogo delle cose d’arte di Treviso del 1935: ben 116 risultano case ed edifici monumentali su cui sussistevano affreschi o quanto meno tracce di decorazione all’esterno. Mario Botter ne diede in più occasioni resa divulgativa, soffermandosi in particolare sulle “finte tappezzerie”. Un risveglio di interesse si ebbe negli ultimi decenni del secolo scorso, con un convegno scientifico affiancato da una mostra critico-documentaria nel 1982, e il restauro di una delle facciate più belle – quella di Palazzo Robegan – che diede spunto, nel 1989, a una mostra nel catalogo della quale si fece sintesi storica di tutti gli interventi critici e operativi e si tracciò un inventario completo di tutti gli edifici.
Ora, incalzati da grave rischio di degrado, la Fondazione Benetton Studi Ricerche si fa carico di un nuovo approfondito studio, affidato a giovani e valenti studiose, e di un richiamo alla città alla responsabilità di salvare questo importante patrimonio per tramandarlo alle nuove generazioni.

A cura di Abcveneto



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Mensile telematico sul Veneto e Triveneto: Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte, nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.
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