Palazzo Spelladi ora Galleria Harry Bertoia: prestigiosa ed ampia sede espositiva da poco inaugurata ed intitolata proprio all’artista a cui, nel centenario della sua nascita, è stata dedicata una mostra che si potrebbe anche definire “viaggio”. Perché questa è la sensazione vissuta nel visitare le varie sale (quasi) tematiche e nell’assistere alla proiezione dei vari video; sono qui rappresentati diversi momenti in cui l’artista ha espresso la sua arte, facendo trasparire i suoi molteplici talenti.
Dal disegno, ai monotipi, ai dipinti, alla scultura, alla scultura musicale, alla creazione di gioielli: una costante ricerca di materiali che risponde al bisogno di non dimenticare mai lo spazio, la natura, coi suoi colori, suoni e forme.
Uno straordinario connubio tra leggerezza e materia, terra e spazio, aria e luce.
Il ritorno, inoltre, alle proprie origini, nella nostalgia dei ricordi, di un paesaggio e di un’atmosfera, che la sola immagine non sempre sembra in grado di riprodurre; ciò lo ha portato a sperimentare nuove tecniche e materiali.
Bertoia ci ha fatto sognare, rivivere emozioni legate alla forza della terra, risentire suoni provenienti da una memoria lontana.
Le sue mitiche sedie, a partire dalla celeberrima Diamond (della Knoll), con quel loro famoso reticolo di acciaio, ci proiettano in una dimensione di modernità che può risultare fredda ad un primo approccio, ma porta poi il nostro corpo a lasciarsi avvolgere in un’ atmosfera eterea: è quasi come essere sorretti da una nuvola leggera, da dove osservare il mondo.
I monotipi, invece, esprimono sicuramente una ricerca interessante di accostamenti, di forme, di colori; i gioielli risultano raffinati ed alle volte essenziali, senza tempo; le sculture musicali, dalle più piccole alle più imponenti, riproducono suoni che coinvolgono totalmente.
Forme diverse che ricercano unità: la materia solida, come base, come fondamento per potersi librare in volo, lasciandosi trasportare dal vento.
Di Lorella Colla