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DA URBECOM AL “BID” IL PASSO E’ BREVE: LA FORMULA DEL DISTRETTO COMMERCIALE SALVERA’ LE CITTA’ ED I NOSTRI CENTRI STORICI

A cura di Abcveneto






Questi fine-settimana trevigiani stanno dimostrando che l’unica strada possibile di ripresa per i centri storici è quella del parternariato. La mostra d’arte a Conegliano sta dando ottimi risultati. Salvadori auspica l’estensione di questa logica a tutti i centri storici della Marca. Dal “BID europeo” al “piatto de bona xiera”: ecco come competere col mondo.

Da una parte la stima di Adico, (su dati dell’osservatorio immobiliare trevigiano) ci restituisce un De Profundis del mercato: a Treviso si è passati dalle 109 compravendite immobiliari di spazi destinati all’attività di commercio del 2005 alle 44 del 2014 con un calo del 60% complessivo. Trend analoghi si rilevano anche negli altri centri storici della provincia. Dall’altra la crisi ed i prezzi elevati degli affitti hanno contribuito a far chiudere molti negozi ed a spostarli verso centri commerciali esterni o periferie. Le immagini di locali in degrado sono all’ordine del giorno.
“Eppure”- commenta Renato Salvadori, presidente di Confcommercio provinciale- “in presenza di eventi e progetti, l’interesse per i centri storici si accentua e prevale su tutti gli altri. Lo dimostrano questi fine-settimana primaverili trevigiani (Fiori di città e Dripping Taste) che, pur con alcuni disagi e limiti, hanno attratto un folto pubblico. Lo dimostra l’interesse generato dalla Mostra di Carpaccio a Conegliano a Pasqua per esempio, dove le varie partnership hanno avviato un significativo volano economico con risultati ottimi, ma anche gli eventi organizzati nelle piazze di Oderzo e Castelfranco. Lo dimostra anche Montebelluna, dove da oltre dieci anni, la sinergia pubblico-privato che fa capo al Mosaico è riuscita ad evitare la desertificazione della città, superando gli anni peggiori della crisi. Tutto questo, unito al confronto nazionale ed europeo, fa capire con certezza che la strada del distretto commerciale è l’unica percorribile per rigenerare le città, i centri urbani, ed aumentare la qualità della vita. E’ come dire che il commercio (e con esso i commercianti ) salveranno le città”!
“E non vorrei che fosse considerata”- afferma Salvadori-“ una mia farneticazione espressa in un impeto di orgoglio, ma una realtà che trova conferma nelle tendenze già affermate e consolidate a livello internazionale. Si chiamano BID (business improvement district), nel nostro linguaggio “distretto per il miglioramento dell’imprenditoria o degli affari”. Nei BID gli imprenditori commerciali e terziari attivano una forma mista pubblico-privato scambiando con il Comune, contro il valore di un modesto valore di canone, servizi dedicati di manutenzione urbana, azioni di marketing ed animazione, informazioni turistiche dedicate ed eventi organizzati. In pratica un parternariato. Negli ultimi 40 anni si sono moltiplicati ovunque, dimostrando che sono il modello vincente al quale ispirarsi, anche perché consentono la miglior gestione delle risorse finanziarie.
La storia è eloquente: nel 1970 a Toronto all’insegna del motto” Un piccolo villaggio in una grande città” nacque con grande successo il Bloor West Village, un area commerciale con oltre 400 attività di negozi, bar e ristoranti. A Little Italy a S. Diego-California; a Londra nel triangolo tra Bond, Oxford e Reegent street; In Nuova Zelanda, Olanda, e Germania. Proprio qui, dopo l’esperienza di Amburgo, in dieci anni sono ben 17 i BID che hanno visto la luce.
Treviso, pur nelle sue piccole dimensioni territoriali, è riuscita ad accedere al finanziamento regionale ed a firmare il progetto URBECOM con 33 soggetti unendo pubblico e privato, sperimentando per prima questo strumento: “il primo passo verso il consolidamento di un modello, quello del BID, che, declinato al trevigiano, potrà portare risultati concreti.” L’unica strada da percorrere è- secondo Salvadori- quella del distretto: vede l’intervento degli operatori terziari ma anche del turismo, dell’artigianato e dei servizi; coinvolge i proprietari immobiliari; mette in campo l’intelligenza esterna del manager di distretto cui affidare la regia dell’attività; gode di fondi regionali che accelerano e facilitano i percorsi. Per questo ha tutte le caratteristiche per radicarsi proiettando la nostra città sulla ribalta nazionale.
“Il commercio ed i commercianti salveranno dunque le città”- conclude Salvadori - “non per senso di appartenenza, ma per la responsabilità e l’amore che da sempre li ha legati e li lega all’identità bella e fragile di vie e piazze sulle quali si è costruita ed affermata la civiltà che contraddistingue le nostre comunità, con la loro bellezza storica e quella cultura dell’accoglienza fondata sul "piatto de bona xiera" che le connota."



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Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte, nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.

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