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Numero 133

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Anteprima dal libro "Visentin selvaggio" Quando esportavamo stelle alpine e rifiorivano a migliaia

A cura di Abcveneto






Esplorando le Prealpi, lo scrittore Giovanni Carraro ha incontrato storie come quella della raccoglitrice Angelina Biz. Erano gli anni della ripresa dopo le Guerre e l'economia locale dipendeva dalla cura del territorio

La raccolta degli anni 60 - dal libro E su le crodes le steles pì bièlesVenti lire per 100 stelle alpine. Raccogliendone migliaia al giorno per tutta l'estate, il guadagno era significativo per la giovane Angelina, che accompagnava la madre, raccoglitrice sui pendii prealpini esposti al sole. Le stelle alpine venivano esportate, verso l'Austria. Arrivarono a valere 1.500 lire al mazzetto negli anni Sessanta. Poi, nel 1967, la pianta venne protetta, la raccolta vietata. Oggi, sulle Prealpi Trevigiane, i prati sono incolti, le stalle abbandonate, rarissime le stelle alpine. Rimangono la bellezza del paesaggio e le tracce dei sentieri di un tempo.

Ed è proprio ripercorrendo quei sentieri che Giovanni Carraro, scrittore di fortunate guide escursionistiche sulle Prealpi, ha incontrato la storia di Angelina Biz, classe 1935, e di tante altre donne coinvolte nella raccolta delle stelle alpine per l'esportazione. Questa era una delle attività economiche legate alla cura della terra che diedero sostentamento alla popolazione nel dopoguerra, ponendo le basi per la ripresa.

«L'economia del Col Visentin non si fondò soltanto sull'alpeggio e sulla fienagione, ma anche su altri piccoli lavori di nicchia come, ad esempio, la raccolta delle stelle alpine – spiega Giovanni Carraro - Fu un'attività che rappresentò la storia di generazioni di donne che, provate dagli stenti delle guerre, cercavano di trarre ogni risorsa dalla montagna per contribuire al sostentamento delle proprie famiglie».

Ma perché le stelle alpine valevano così tanto? Oltralpe, era il simbolo alpino per eccellenza e c'erano aziende specializzate in souvenirs decorati con le stelle alpine. Nel 1886, una legge austriaca ne vietò la raccolta facendola diventare la prima specie vegetale protetta. Inizialmente gli austriaci si rivolsero al Friuli, poi il business crebbe e la raccolta raggiunse il Veneto, prima in Cansiglio e poi sul Col Visentin.

Questo scorcio di storia locale sarà tra gli approfondimenti offerti dal libro "Visentin Selvaggio", in uscita il 14 maggio per Ediciclo Editore.



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Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte, nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.

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