Treviso è solitamente conosciuta come una città godereccia e placida, non come una fucina di menti filosofiche, ma piuttosto di menti lontane dall’astrazione ed inclini alla concretezza del fare, dell’avere, del mostrare. Sono Trevigiana ed in tanti anni di sonnacchiosa provincia ultimamente ho visto rifiorire la città con musica, manifestazioni ed eventi inaspettati e non più sporadici, ma sempre più frequenti. Ed ora al vertice dell’apparente contrasto con il trevigiano agire per ottenere qualcosa di pratico e fruibile nell’immediato, ecco che appare un festival che diventa sempre più ricco di spunti e di senso. Molti pensano alla filosofia come un astrazione inutile, in quanto non produce, ed invece essa è la soluzione ai nostri problemi di senso, quindi costruisce il futuro.
Il festival, già iniziato nel 2015 più in piccolo, è esploso quest’anno in un grande fermento di ricerca filosofica, sostenuto da professori di grande spessore come Luigi Vero Tarca, Francesco Paparella, Paolo Scroccaro ed altri, inoltre ospiti illustri e collaboratori di pregio, sostenuti da sponsor che ne hanno capito l’importanza, che guardano al futuro. Ora ha la portata di un grande festival che, iniziato a marzo, si concluderà a giugno , con una tappa il 29 aprile, per il concorso dal titolo ‘COMPORRE IL PRESENTE’. Questo è un dopofestival musicale, finalizzato alla promozione e alla valorizzazione di nuove menti, di qualsiasi età e provenienza. Al concorso potranno partecipare cittadini di ogni età, a condizione che presentino un brano in formato mp3 a: musica@pensareilpresente.it entro il 27 aprile.
Maggiori informazioni si trovano sul sito : www.pensareilpresente.it . In tale sito è anche possibile scaricare gratuitamente un bellissimo libro dove sono raccolte le ‘summae’ delle risposte che tanto ci hanno affannato nei secoli ed ora, nel presente. Il libro, curato da Massimo Carbone e Damiano Cavallin, si avvale di contributi di grandi menti, che intrecciano soggetti necessari per capire il nostro complesso presente. Per esempio si spazia dall’economia, alla psicologia, alla filosofia, alla politica, alla filosofia, all’ambiente, all’arte, alle donne, al nichilismo, al dolore, alla musica. In libro importante quindi, da cui ho assorbito alcune frasi che mi hanno formato.
Guardando indietro, al mese di marzo appena trascorso, ho osservato che è stato un evento fortunato e molto apprezzato, se considero l’enorme affluenza rispetto alla nostra città. E’ quindi un evento non limitato ad una cerchia di specialisti, ma aperto a tutti, capace di intercettare sensibilità e interessi diversificati, con stimoli a vari livelli di sottigliezza argomentativa, dalla semplicità alla complessità. Un percorso di riflessione sulla contemporaneità, senza preconcetti di parte (tant’è che si sono susseguiti Serge Latouche e Giulio Tremonti), ma senza nascondere la drammaticità degli eventi attuali, evocati nei vari interventi: dall’economia, all’ecologia, al mondo animale, ai media, alle migrazioni, al lavoro futuro dei giovani ecc. .
Osservare il PRESENTE, costringe chiunque a pensare, offendo un confronto tra le varie posizioni, alla ricerca di una lettura e di una azione nella contemporaneità che non siano né neutrali né troppo accomodanti di fronte alle urgenze del nostro tempo, che ha bisogno di tutti noi come attori attivi.
Pensiamo quindi il presente, con un occhio al passato, per costruire il futuro.

Di Raffaella Biasi