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A TREVISO IL NATALE ARRIVA GRAZIE AI DETENUTI

15 Dicembre 2012

A cura di Abcveneto


Le piazze del centro storico, a partire dal 14 dicembre e per tutto il periodo natalizio, ospiteranno 300 abeti in legno realizzati dai carcerati della Casa Circondariale cittadina: ciascun manufatto rappresenterà uno di loro.

Abbellendo la città in un momento in cui le spese per strenne e luminarie sono ridotte al minimo indispensabile, i reclusi dimostrano di poter essere una risorsa per la comunità.

La crisi economica spegne le luci natalizie e decima gli addobbi lungo le vie di molte città, ma non nel centro storico di Treviso, dove quest'anno si è scelto di (ri)scoprire le risorse presenti nel territorio: così, dal 14 dicembre e fino al 6 gennaio, saranno dislocati nelle principali piazze e lungo il Calmaggiore 300 alberelli natalizi in compensato realizzati dagli altrettanti detenuti della Casa Circondariale cittadina (solo per oggi venerdì 14 dicembre tutti i 300 manufatti sono raggruppati in piazza Indipendenza). Abeti stilizzati alti circa settanta centimetri, colorati di bianco e di azzurro, che contribuiranno – quest’anno in modo determinante – a diffondere quell’irrinunciabile atmosfera festosa che accompagna l’arrivo del Natale. L’evento nasce all’interno del progetto Start Up* promosso dalle cooperative Alternativa di Treviso e Punto Zero di Udine, con il sostegno economico della Caritas Tarvisina, il patrocinio del Comune di Treviso e la collaborazione con la Casa Circondariale di Treviso.
Dietro a questa “piccola foresta” c’è un messaggio forte e importante: si vuole ricordare ad una città che al suo interno vi è un carcere (la Casa Circondariale si trova nella primissima periferia, è una delle più centrali d’Italia) in cui vi sono dei detenuti che possono rappresentare per essa una valida risorsa. Il significato dell’iniziativa è avvalorato anche dalla scelta dei colori degli alberelli. Infatti, per metà sono azzurri e per metà bianchi e l’elezione di queste due tinte ha diversi significati: in primis, l’azzurro rappresenta il carcere e il bianco la società e l’accostamento ne simboleggia l’incontro. Nella simbologia dei colori, però, l’azzurro è anche sinonimo di difficoltà, mentre il bianco di redenzione. E, ancora, non poteva mancare il richiamo alle tonalità che contraddistinguono la squadra di calcio cittadina. “Con il lavoro i detenuti non ripagano il danno causato alla società, – ha commentato Mauro Michielon, assessore alla famiglia del Comune di Treviso - ma dimostrano di avere la volontà di ritrovare un posto in essa, con dignità”.

E se il lavoro nobilita l'uomo, ancor più il detenuto: “I detenuti transitati attraverso percorsi riabilitativi prima dentro al carcere e poi fuori, approdando infine ad un lavoro, – ha spiegato Antonio Zamberlan, presidente della Cooperativa Sociale Alternativa Onlus – non hanno ricadute. Abbiamo oggi una trentina di esempi”. E sull’iniziativa natalizia ha aggiunto: “Vogliamo che le persone inciampino sugli alberelli dei detenuti: il nostro obiettivo è “costringerle” a guardare dentro per comprendere e a non abbracciare per comodità opinioni e luoghi comuni”.
E’ spettato a Isabella Pagliuca, educatrice della Casa circondariale di Treviso, intervenuta in vece del direttore Francesco Massimo, delineare numericamente la situazione del carcere cittadino: “Oggi i detenuti sono 272: di essi quasi il 30% ha meno di 30 anni e il 60% della popolazione carceraria è composta da stranieri. I reati più frequenti sono lo spaccio di sostanze (40% dei casi) e furti e rapine (40% dei casi). Non si dimentichi però che, al di là dei dati, è una realtà fatta di persone, che hanno sbagliato ma chiedono un’opportunità per riallacciare un rapporto solo temporaneamente interrotto con la società. Il primo passo, per chi sta fuori, è riconoscere che queste persone esistono: ecco dunque il ruolo degli alberi di Natale”.

Quello che serve, e che l’iniziativa natalizia invita a fare, è dunque cambiare punto di osservazione: il detenuto è una persona che sa fare qualcosa, che ha delle abilità, e, per questo, può ancora essere utile alla comunità e trovare in essa un proprio ruolo. “Ogni alberello – come ha sottolineato Joseph Facchin, presidente di Punto Zero - è contraddistinto da un numero e corrisponde ad uno dei 300 detenuti”.
“300 alberi che occupano una piazza intera corrispondono a 300 detenuti che vivono in un ambiente pensato per la metà: come Caritas – ha dichiarato Don Davide Schiavon, direttore della Caritas Tarvisina – vogliamo favorire l’avvicinamento tra la realtà “di dentro!” e quella “di fuori”, affinché quest’ultima abbia coscienza dell’esistenza e delle condizioni dell’altra”.

Nella Casa circondariale di Treviso sono attivi sei laboratori occupazionali, che coinvolgono circa il 10% dei detenuti (in realtà quasi tutti vorrebbero frequentarli ma non ci sono sufficienti commesse di lavoro per offrire questa possibilità): falegnameria, riparazione hardware (in collaborazione con la multinazionale trevigiana Aton Spa), assemblaggio motori per le automazioni, allestimento dei cassonetti della raccolta differenziata per Contarina Spa, incisione artistica su vetro, digitalizzazione. Per spiegare l’iniziativa e sensibilizzare la cittadinanza sulla realtà carceraria locale, nel centro storico saranno presenti sei punti informativi, presso i quali poter trovare notizie e approfondimenti riguardo al progetto Start Up e alle problematiche e opportunità occupazionali relative al carcere di Treviso.
Terminato il periodo natalizio, quando gli alberelli avranno terminato la propria funzione di abbellimento, il legno verrà recuperato per la costruzione di addobbi natalizi per il 2013. Perché in una realtà come quella detentiva come il concetto di “recupero”, in ogni sua forma, ha sempre un peso determinante. Ma l’assessore alla famiglia del Comune di Treviso Mauro Michielon lancia una nuova idea: “Perché non realizzare invece dei semplici giocattoli da donare alle scuole dell’infanzia? Un segnale “permanente” (e non legato solo al Natale) della presenza e dell’impegno dei detenuti”.
Se oggi sono protagonisti i manufatti del laboratorio di falegnameria del carcere di Treviso, domenica 16 dicembre sarà la volta di quelli del laboratorio di incisione artistica su vetro: alle 16,00 il Basilico Tredici di piazza San Vito – Treviso ospiterà “Spirito libero”, iniziativa volta a presentare i bicchieri ottenuti da bottiglie di vetro, incisi all'interno del carcere in collaborazione con Geco Laboratorio Artistico grazie alla cooperativa sociale Alternativa. “Spirito Libero” nasce dall'idea di un sodalizio tra il “recupero”in senso ambientale, per l'uso di vetri che altrimenti verrebbero buttati e il “recupero” in senso sociale.
*Promosso dalle cooperative Alternativa di Treviso e Punto Zero di Udine, con il sostegno economico della Caritas Tarvisina e in collaborazione con la Casa Circondariale di Treviso, il Progetto Start Up nasce dal presupposto che il lavoro è l'elemento trattamentale più efficace all'interno del carcere. Di durata triennale, il progetto è partito ad ottobre 2012 con la realizzazione dei 300 alberelli ad opera dei detenuti della Casa Circondariale di Treviso.

Per informazioni: www.cooperativa-alternativa.it;
www.facebook.com/paginadaria

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Mensile telematico sul Veneto e Triveneto: Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte,nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.
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