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Venezombia, romanzo horror ambientato al Lido di Venezia

1 dicembre 2015

A cura di Abcveneto





Venezombia, romanzo ebook horror ambientato a VeneziaIl 15 dicembre 2015 esce per l'editore Delos Digital (prestigioso e storico editore sia cartaceo che elettronico di Milano) in una collana diretta da Franco Forte, il romanzo horror Venezombia (in formato ebook), scritto da F.T. De Nardi e ambientato nella laguna veneziana.

Il titolo, nasce da una fusione di due parole, Venezia e zombi, con questo ho già spiegato di che cosa parla e dove si svolge, quindi potrei chiudere qui il discorso... perché gli appassionati di zombi sanno di che cosa parlo, gli altri, dovrebbero fare un tuffo nel buio o oltre la siepe e non è detto che piaccia loro quello che si trova al di là.

Preannunciato l'argomento e persi i molti lettori non interessati, rimandiamo al sito internet dedicato al romanzo e di cui segnaliamo l'indirizzo alla fine, che illustra appieno di che cosa si tratta, lasciando però nella nebbia la trama vera e propria, come è giusto per un libro che si propone come un'avventura, e si sa, quando si parte per l'avventura è sconsigliato il biglietto di ritorno, perché il genere non lo prevede.

L'Horror si presta molto bene alla descrizione in modo a volte fantasioso della realtà in cui viviamo, che da nera, (si dice che il Noir la racconti meglio di un saggio...) è diventata horror e non crediamo di sbagliare quando diciamo che viviamo in un'epoca di orrori (anche se tutte le epoche lo sono a modo loro), il noir non basta, ma queste sono frasi fatte; forse a volte leggiamo horror perché ci piace aver paura, come i bambini quando leggono le fiabe.

In quanto al raccontare qualcosa del romanzo, ecco, potremmo dire che l'autore non ha nessun intento di denunciare la società ingiusta in cui viviamo o di lanciare messaggi particolari, ha scritto di zombi per parlare dei corpi: la nostra società dell'immagine e della fotografia pullula di corpi, non in putrefazione o impazziti, quindi le storie zombi forse non sono altro che un infinito ritratto di Dorian Gray per una società che - almeno nella finzione dei media - si propone come esteticamente perfetta e immortale, nessuno muore, nessuno invecchia. Gli zombi così ci ricordano la morte, la putrefazione, l'impossibilità di sfuggire al fato.

Sempre nel sito dedicato a Venezombia l'autore ricorda che il suo primo intento è quello di scrivere un buon romanzo di genere che non annoi (intento difficilissimo per lettori smaliziati e giocatori di videogiochi e consumatori di film), che abbia una trama che funzioni; non ha cercato l'originalità a ogni costo, anzi, F.T. De Nardi ha cercato di muoversi all'interno dei cliché che formano le storie di genere, rinfrescandoli, ma non stravolgendoli, troviamo quindi una protagonista smemorata che si risveglia completamente nuda (ci viene in mente il primo Resident Evil... pellicola e videogioco, ma le similitudini si fermano qui) in un obitorio e deve darsi da fare per sopravvivere in una clinica che scopre infestata dagli zombi e una volta fuori, in mezzo alla nebbia che avvolge il Lido, scopre che il contagio si è diffuso all'esterno, ma è Carnevale e alcuni credono che sia tutto uno scherzo. Il Lido è isolato per la nebbia (e anche perché qualcuno cerca di contenere il contagio e taglia tutte le comunicazioni... aeree, acquee e radio). Il Carnevale non è usato come una trovata o una sorpresa (forse neppure tanto originale) semplicemente è uno sfondo ottimale per raccontare una storia che porterà la protagonista a cercare altri simili per salvarsi la pelle e per cercare di costruire un baluardo di difesa, con la spaventosa certezza che è sufficiente un morso per trasformare in un nemico il più fervente alleato o il più caro amico. Anche se come ci hanno insegnato già altri libri, fumetti e pellicole di zombi, non sempre il pericolo peggiore sono i "walking dead", ma gli umani, i sopravvissuti. Forse questo è il vero tema horror di tutti i tempi e di tutti i libri e film "de paura" (dal primo romeriano film La notte dei morti viventi del 1968, baluardo e capostipite di film e di romanzi, anche se lo stesso regista, dice di essersi a sua volta ispirato a un libro, Io sono leggenda del 1954 di Richard Matheson) anche se la realtà ha dimostrato come sempre, con i tragici eventi francesi di superare la fantasia del più bravo scrittore del mondo.
L'odissea della nostra protagonista si complica quando la smemorata e innocente fanciulla si accorge che qualcuno la sta cercando... gli stessi che hanno tagliato tutte le comunicazioni con l'isola, ma qui ci fermiamo, per non rovinare le aspettative di questo "survival horror" nostrano.

Per permeare la storia di realismo, (una storia di genere richiede una dose abbondante di realismo per essere credibile, quanto più la storia è incredibile tanto più è necessario essere realisti...) L'autore ha visitato più volte tutti i luoghi narrati nel romanzo, il Lido di Venezia è stato esplorato in lungo e in largo a piedi, dagli Alberoni al bellissimo e tenebroso cimitero ebraico in cui si svolgono alcune scene drammatiche, all'aeroporto di San Nicolò, al Viale Santa Maria Elisabetta con i suoi alberghi Liberty, non manca il villino inglese colmo di orrori e poi, per sfatare e utilizzare anche il cliché più cliché di tutti, (al pari degli orologi a cucù di Hithcock) il romanzo si conclude sulla riva degli Schiavoni, proprio dietro Piazza San Marco, un luogo meno originale di questo non esiste, proprio per questo funziona.


Una delle ragioni per cui l'autore ha ambientato la storia nel veneziano è perché le storie di genere di zombi, sono spesso viste solo in ambientazione anglosassone (con qualche tocco francese, vedi La Horde o i Revenants, per quanto riguarda il campo visivo); la moda del resto viene da laggiù e i consumatori italiani di queste storie zombesche prediligono le ambientazioni americane e quindi gli autori americani, ma la scommessa (apprezzata, capita e perseguita dall'editore) è quella di rifondare e di proporre un immaginario europeo, italiano in particolare, che non sfiguri con ciò che arriva da oltreoceano o oltremanica, perché Venezia e l'Italia non ha nulla da invidiare con gli Stati Uniti. Per non partire dunque svantaggiato, rispetto invincibili ambientazioni americane ormai entrate nell'immaginario, l'autore ha ovviamente optato per una città che fosse essa stessa cliché, immaginario comune e quindi universale, orologio a cucù e... Venezia gli è sembrata la scelta migliore, perché tutti la conoscono, tutti desiderano visitarla, tutti la desiderano, al pari degli Stati Uniti d'America.

Per tornare a Venezombia, sembra che l'autore stia scrivendo un seguito, ma prima aspettiamo di leggere il primo e poi vedremo se i lettori vorranno leggere ancora di una Venezia infestata dagli zombi oppure se si fermaranno qui.
In quanto all'autore, non si sa granché se non che è italo-francese e che nel 2012 ha vinto il Gran Giallo a Castelbrando e poi è stato finalista in altri numerosi premi, ma preferiamo così, è la storia che deve raccontarci chi è, non chi l'ha scritta.

Venezombia di F.T. De Nardi
pubblicato da delos.digital
Dal 15 dicembre 2015 nei migliori negozi online
Per saperne di più:venezombia



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Mensile telematico sul Veneto e Triveneto: Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte, nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.
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