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Katia Da Ros presenta il suo libro “Un’imprenditrice in cucina. Ricette tra freschezza e tecnologia” (Linea Edizioni)

12 dicembre 2016

A cura di Abcveneto




Katia Da Ros, donna, mamma, imprenditrice, apre le porte della sua cucina e in questo libro racconta cosa significa per lei cucinare e il suo rapporto con il cibo che racchiude «ricordi e memoria, ma anche organizzazione e consapevolezza»

Katia Da Ros, donna, mamma, imprenditrice di successo dell’Irinox, azienda trevigiana che dal 1989 è riconosciuta in Italia e nel mondo come leader degli abbattitori rapidi di temperatura per le cucine domestiche e professionali, apre le porte della sua casa e ci racconta cosa significa per lei cucinare. Una vita trascorsa tra impegni privati e professionali, viaggi e il tempo dedicato alla figlia; ma sempre con una particolare attenzione al cibo che per Katia è «memoria, ricordi, consapevolezza e responsabilità».
Katia, con delicatezza, nel suo primo libro “Un’imprenditrice in cucina. Ricette tra freschezza e tecnologia” (Linea Edizioni) con la prefazione di Davide Paolini, il Gastronauta, racconta di quando era bambina e raccoglieva le ricette in un album con il desiderio di poter cimentarsi a fare la cuoca per assemblare la materia; di come la tecnologia abbia cambiato la sua vita aiutandola a gestire la cucina e la sua alimentazione. Il suo primo libro “Un’imprenditrice in cucina” racchiude il desiderio di condividere la sua esperienza con gli altri: «Cambiare è possibile e vorrei spiegare come sono riuscita a migliorare la mia vita». Katia Da Ros presenterà il suo libro sabato 17 dicembre, 2016 alle ore 18.00 alla libreria Lovat di Villorba (Via Newton 13 a Treviso), accompagnata dalla giornalista Mita Cipriani Franco.

1 – Cosa ci fa un’imprenditrice in cucina?

«Ho un rapporto intimo con la cucina: per me lavorare la materia prima rappresenta un modo per staccare con il mondo esterno. La ritualità dei gesti, il toccare e il lavorare gli ingredienti, la ricerca di armonie o contrasti... in tutto questo la mia mente si libera e riesco a creare un rapporto personale, davvero intimo, con il cibo. È un piccolo miracolo quando gli ingredienti si trasformano e diventano ciò che avevi immaginato. In tutto questo ci sono amore per ciò che si fa, gusto per le cose fatte bene, artigianalità nel senso letterale del termine, ovvero di chi esercita un’arte, e tanta curiosità e voglia di sperimentare. Caratteristiche che sono proprie anche del mestiere, bello e difficile, dell’imprenditore».

2 - Dove trova il tempo per cucinare?

«Organizzazione, altra dote che mi deriva dal mio essere imprenditrice (e prima ancora dall’essere mamma). Mia figlia Giorgia, di 14 anni, richiede le giuste attenzioni e ogni momento libero cerco di dedicarlo a lei. Poi c’è il lavoro che richiede impegno, viaggi, tempo e la vita fuori azienda, tra Confindustria e i consigli di amministrazione a cui partecipo. Non posso negare, perciò, di non trascorrere in cucina quanto tempo vorrei, ma cerco di ottimizzarlo al meglio. Anche perché cucinare è un modo di prendermi cura dei miei cari».

3 - Questo è il suo primo libro: cosa l’ha spinta a scrivere?

«Il desiderio di condividere la mia esperienza, il mio amore per le cose buone e fatte bene e la consapevolezza di poter dare qualche suggerimento alle tantissime persone che, come me, hanno i minuti letteralmente contati. Viviamo in una società iperveloce e piena di stimoli e rimane poco tempo per far la spesa, cucinare, variare le ricette, seguire le stagioni e, in buona sostanza, per mangiare bene e sano tutti i giorni. La tecnologia, in questo senso, è un formidabile aiuto: favorisce l’organizzazione famigliare, aiutandoci a preparare e conservare i cibi in maniera sana ed equilibrata. Grazie alla tecnologia, diventa possibile volersi bene e concedersi qualche coccola culinaria, pur con poco tempo a disposizione. E sprecando il meno possibile, per non dire nulla: non è più accettabile buttare il cibo».

4 - Qual è il suo rapporto con il cibo?

«Il cibo racchiude tanti valori e tante emozioni: il mio è un rapporto diretto e sano. Credo che il cibo abbia la capacità di nutrire mente, spirito e corpo. La mente per l’elaborazione che necessariamente sottintende, lo spirito per i valori che richiama, il corpo per l’energia che il cibo ci dà. Aria, acqua e cibo sono gli unici elementi fondamentali per la vita. Ma il cibo è, decisamente, il più piacevole dei tre».

5 - Ha un ricordo della sua vita che la lega al cibo?

«Ho sempre avuto un rapporto di attrazione verso il cibo, ne subisco il fascino e il grande potere seduttivo. Da adolescente, raccoglievo i testi delle canzoni in un diario, come tutti, ma in un altro volume custodivo le ricette più belle e insolite che ritagliavo dai settimanali. Ne ho catalogate centinaia e le conservo tuttora».

6 - Quali sono gli elementi che caratterizzano le ricette raccolte nel suo libro?

«Sono ricette sane che utilizzano prodotti freschi e stagionali. Penso che consumare ciò che la natura ci offre in ogni periodo dell’anno sia una forma di rispetto. Rispetto verso noi stessi e verso la natura stessa. Spesso, invece, acquistiamo i prodotti senza pensare se sia la loro stagione, spinti più dalla comodità e dalle abitudini. L’abbattitore di temperatura, da questo punto di vista, aiuta a organizzare la propria vita e a garantire la salubrità della materia prima».

7 - Per lei la cucina è…

«Un momento di relax, convivio e gioia. Mi aiuta a staccare la spina e a chiudere tutto il resto fuori dalla mia cucina. Un vero balsamo per l’anima».

8 - Lei è imprenditrice di successo: come coniuga i suoi impegni professionali con la cucina?

«Come per tutte le persone impegnate, indipendentemente dalla loro professione e dalla loro responsabilità, la parola d’ordine è organizzazione, ma è utile avere qualche aiuto e in questo la tecnologia è un validissimo alleato! Un piccolo segreto…imparato dagli chef professionisti».

9 - È amministratore delegato e vicepresidente dell’Irinox. Come può la tecnologia aiutare una donna in cucina?

«L’abbattitore è un prolungatore dei tempi della freschezza dei cibi. Io parto da una semplice domanda: c’è per caso qualcuno che può vivere senza frigorifero? L’abbattitore prolunga la freschezza dei cibi, senza alternarne le proprietà, in maniera tale da trarre soltanto benefici. Il risultato: la qualità rimane perfetta. In pratica faccio la spesa una volta alla settimana, conservo la verdura in frigo, dopo averla “passata” nell’abbattitore. In questo modo i prodotti rimangono sempre freschi, non è alterato il gusto né l’aspetto e restano freschi molto più a lungo. Si possono passare nell’abbattitore i prodotti crudi, ma soprattutto i cibi cotti, che hanno una durata ancora più limitata. L’abbattitore triplica la durata di qualsiasi cibo cotto, anche il più delicato. È una vera magia, che una volta conosciuta non può che diventare parte della nostra cucina. Un segreto dei grandi chef che può diventare di uso comune. Proprio come fu, ai tempi, per il frigorifero».

10 – Quindi uno strumento per facilitare la vita?

«Certo! È una macchina del tempo: è in grado praticamente di fermarlo. Così rende tutto più facile e, questa è la vera magia, senza compromessi sulla qualità del cibo».

11 - Qual è la ricetta che è riportata nel libro alla quale è più legata?

«La mia ricetta della memoria è il risotto, in diverse versioni, che adoro cucinare ancora oggi. In particolare il risotto con un’erba spontanea di campo che sulle splendide colline del Prosecco si chiama “s’ciopét” o “carletti”, ma il cui nome reale credo sia Silene rigonfia. Da ragazza, con l’arrivo della primavera, nel pomeriggio andavo di proposito a cercarla nei campi, con la certezza che alla sera l’avrei trovata nel risotto servito a tavola».

12 – La cucina è memoria: c’è un ricordo del suo passato legato alla cucina che ricorda con molto affetto?

«Ho due ricordi: l’aroma della vaniglia, con tutti quei puntini neri che bisognava estrarre con un abile gioco di pressioni delle dita dalle bacche e il profumo delle torte nel forno quando il colore iniziava a cambiare; si diffondeva per tutta la casa e sapeva già di festa». 13 - I tre ingredienti che non possono mai mancare in cucina. «Olio d’oliva evo, parmigiano reggiano e cipolla».

14 - Nel libro in un paragrafo lei stessa scrive: «Cambiare è possibile… e cambiare conviene!». È questo il suo messaggio?

«Vorrei stimolare i lettori a essere curiosi, a interessarsi alla tecnologia e a come può semplificarci la vita e aiutarci a rimanere in buona salute. Il concetto di cucina è legato al benessere. Noi siamo ciò che mangiamo e, per star bene, bisogna aver cura e consapevolezza di ciò che si acquista e di ciò che si cucina».

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