La Biennale d’arte di Venezia ha compiuto 57 anni ma, prodigiosamente, anziché mostrare segni di vecchiaia si dimostra più viva e vitale che mai.
Con la pluriennale gestione del Presidente Paolo Baratta e del suo staff la Biennale è divenuta sempre più importante ed ampia, sia per le attuali ben 86 partecipazioni nazionali, sia per gli spazi sempre maggiori, grazie ai continui lavori di restauro di quel luogo unico al mondo che è l’Arsenale della Serenissima. Il grande prestigio che la circonda incoraggia sempre nuovi Eventi Collaterali, che coinvolgono letteralmente tutta la città e l’interland.
Biennale di Venezia quindi un autentico cantiere in tutti i sensi.
Non solo luogo di esposizione, ma anche di lavoro, scambio d’idee, elaborazioni e ricerche che da qui si riverberano in tutto il mondo.
Quest’anno una nuova iniziativa: “Tavola Aperta”, a pranzo con l’artista. Il pubblico vi ha potuto partecipare con scadenza settimanale presso il padiglione centrale ai Giardini o nella sala d’armi all’Arsenale. Si sono ritrovati intorno a due grandissimi tavoli massicci, studiati a posta per sottolineare “l’incontro, lo scambio”. Numeroso l’afflusso di giovani e studenti, grazie ad un lavoro di preparazione da parte della Biennale anzitutto degli stessi insegnanti.
Sono stati coinvolti anche tantissimi neo-laureati come guide per il pubblico.
La direttrice di questa edizione Christine Macel, nella giornata conclusiva del 27 novembre, ha voluto sottolineare, in modo riconoscente al Presidente Baratta, di essersi sentita libera nelle scelte e nei criteri d’impostazione dell’ edizione 2017.
La grandiosa organizzazione della Biennale di Venezia fa solo pausa a dicembre e all’inizio di gennaio, perché già a febbraio ci sarà la presentazione alla stampa della Biennale Architettura 2018.

Di LUCIA TOMASI