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Numero 117

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Canaletto al monastero di San Gregorio, la città si specchia in una sola opera

1 dicembre 2013

Di Federico De Nardi





Fino al 27 dicembre 2013, è possibile ammirare un Canaletto, tornato nel luogo dove il pittore lo dipinse, nel monastero di San Gregorio.
Il quadro, che fu dipinto intorno al 1745, raffigura “L’entrata nel Canal Grande dalla Basilica della Salute“ - ed è esposto nella sala d’angolo, con vista, appunto, sul campo della Basilica dell’Abbazia di San Gregorio a Venezia, attuale sede della Fondazione Buziol, a cui va il merito dell’iniziativa. Il monastero è stato da poco restaurato senza infrangere i segni del tempo trascorso, dopo anni di abbandono. Questa sala d'angolo, in cui si trova il Quadro, ha le sfaccettature di un diamante di luce, perché due suoi lati, quelli che guardano il Canal Grande e il campo, verso la chiesa della Salute, sono trasparenti. La singolarità del luogo non è l'unica. Perché questo evento è di per sé singolare in ogni suo aspetto.
Giungere al monastero richiede buone gambe e un buon senso dell'orientamento, perché Venezia fu costruita così - labirintitica - per disorientare i nemici e perché un tempo era in realtà basata sull'acqua, ci si muoveva di più in barca che a piedi, quindi le calli e le salizzade erano più che altro considerate vie secondarie, quasi di servizio. Questo andare a piedi, prepara la visita alla mostra, perché l'entrata del monastero si trova sotto una volta in penombra, e ciò fa pensare a un percorso da iniziati.
In alternativa a una bella passeggiata, si può prendere il Vaporetto e scendere alla Salute. Scesi dal pontile e fermi sul campo, davanti a noi sorge la bellissima chiesa della Salute; si sposti lo sguardo a destra, quasi dietro le spalle, proprio sul Canal Grande, si scorge la vetrata dietro cui si trova il Canaletto. Riportando lo sguardo davanti a noi, si incappa in un ponticello di legno che scavalca il rio e porta all'entrata del monastero, sotto la volta che lo unisce alla chiesa. Una volta dentro, eccoci nel chiostro, che merita a sua volta di essere ammirato: possiamo soffermarci ad immaginare questo luogo come doveva essere nel passato, quando i monaci lo attraversavano sotto la pioggia, sotto la neve, con un lume in mano, tanto è fermo nel tempo, in quel modo evocativo che hanno solo i luoghi costruiti in pietra e a mano. E più ci si sofferma, più esso ci comunica la sua perfezione, il suo silenzio, la sua armonia.
A visitare il monastero e il quadro di Canaletto, si può venire anche di sera, perché questa mostra è sempre aperta. (Apertura 24 ore su 24, possibilità di accedere in modo esclusivo, per la durata di un’ora, nella stanza d'angolo. Oppure, in alternativa, di aggregarsi a un gruppo tassativamente non superiore a otto persone. Nel primo caso il privilegio ha un costo quasi proibitivo di 400 euro; nel secondo la tariffa varia da 35 euro per le ore diurne (dalle 9 alle 21) a 50 euro per quelle diurne (dalle 22 alle 8). Dal 21 ottobre, con l’attivazione del numero 848690570, è scattato il meccanismo delle prenotazioni, giunte da tutto il mondo.)
Prima di raggiungere il Quadro nella sala d'angolo, ammiriamo dei video di artisti contemporanei (Francesco Patierno, Tonino Zera, Maurizio Calvesi) in alta definizione che ci ricordano che non siamo nel passato, ma nel mondo di oggi fatto di elettronica, di realtà virtuale, di immagini ad alta definizione che non stonano però con la pietra e il legno e i marmi di questo monastero veneziano che fu anche una fortezza.
La sala d'angolo, è posta al piano superiore. Si gira attorno al chiostro per raggiungerla; passando davanti a porte dietro cui un tempo c'erano le celle dei monaci. Giunti alla porta della saletta, siamo noi stessi che dobbiamo aprire la porta che ci porterà ad ammirare l'unico quadro di questa mostra unica, che ha già fatto scalpore in giro per il mondo. La scelta di un quadro solo per una mostra così importante, è stata fatta dalla Fondazione Buziol con intelligenza e spirito critico, che va contro le mostre supermercato dei nostri tempi, in cui in un paio di ore si vedono centinaia di quadri che si sono già dimenticati appena usciti. Questa scelta unica e coraggiosa ci riporta all'unicità dell'opera d'arte, ci fa riflettere sulla sua durata, sul tempo impiegato dall'artista per comporre la sua opera, giorni, mesi, anni, inducendoci a guardarla con attenzione prolungata, data dal fatto che possiamo anche ammirare dal vero ciò che il pittore ha ritratto. Vorrei sottolineare questo aspetto, che rende questa mostra preziosa e unica, perché ciò che vediamo nel quadro è ciò che vediamo dalle vetrate e qual è la vera opera d'arte?

Per informazioni e per prenotare la visita: 848 690 570

06 399 674 50

canaletto@coopculture.it

http://www.canalettovenezia.it/

Di Federico De Nardi



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Mensile telematico sul Veneto e Triveneto: Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte,nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.
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