Elio Bartolini, il club Verdurin, il Prosecco e il Marzemino

Club Verdurin a Santa Maria di Feletto, in comune di Conegliano

Prima etichetta del vino dei poeti
A cura di Federico De Nardi, foto di Maria Ester Nichele


In una giornata d'autunno 2018, in cui il sole non era più quello estivo, e a tratti soffiava un vento impetuoso quasi a voler trascinare via le ultime vampate di un'estate riarsa e polverosa per la mancanza d'acqua, siamo stati a Santa Maria di Feletto, a trovare Lia e Flaminio del Club Verdurin.
Questi due protagonisti dell'ospitalità culturale sono depositari di ricordi importanti e di memorie di persone che hanno visitato questo luogo incantato fra le colline. Oggi siamo stati a trovarli per farci raccontare qualcosa su Elio Bartolini, scrittore nato a Conegliano ma naturalizzato friulano. Siamo a metà degli anni Ottanta, Elio Bartolini veniva al Club perché venivano alcuni suoi amici veneziani, fra cui Carlo Della Corte, scrittore e giornalista purtroppo scomparso molto presto come tutti gli altri, poi c'erano poeti, critici d'arte, sceneggiatori (Rodolfo Sonego). A Lia e Flaminio vengono in mente Alberto Ongaro, Mario Stefani, Sandro Zanotto, Nantas Salvalaggio, Paolo Barbaro (alcuni di questi si sono aggiunti nel corso degli anni). Il Club Verdurin è nato proprio dalle gite di questi personaggi fra queste dolci colline e fra i primi, ci fu Elio Bartolini. I veneziani arrivavano in treno alla stazione di Conegliano e Flaminio andava a prenderli in auto; invece Bartolini arrivava in auto da Marizza da Varno, guidava la moglie e Lia e Flaminia raccontano che aveva contato tutti i semafori fino a casa di Lia e FLaminio: erano trentacinque.

Elio Bartolini era sempre molto elegante, i vestiti li faceva sua moglie. Amava molto il Prosecco e gli piaceva così tanto che nacque allora il nome "Il vino dei poeti" e l'etichetta. Battezzato così il vino, fu deciso di eleggere proprio lui presidente di questo simposio in cui tutti si raccontavano le loro storie, erano come una famiglia allargata, ricorda Lia con gli occhi che guardano lontano come potesse vederli seduti sotto il pergolato che guarda le dolci colline che declinano come ampie vallate fino all'orizzonte, oppure nelle sale della loro casa dai soffitti bassi, con le pentole in rame appese al soffitto e alle pareti e quadri, disegni, foto, bottiglie e libri.

Durante questi simposi, dopo aver battezzato il Prosecco, qualche anno dopo, in occasione del compleanno del pittore Giulio Turcato, toccò a un altro vino meraviglioso, con una voce degna di un'opera scritta da Lorenzo da Ponte per Mozart, il Marzemino di Refrontolo. Presidente di questo evento chiamato Il Sodalizio dei romanzieri, toccò questa volta a Bepi Mazzariol... Questi protagonisti della cultura veneta e italiana in questi incontri si consigliavano, si suggerivano, si aiutavano. Erano insomma molto solidali fra loro. Oltre che celebrare il vino, si festeggiavano i libri, con presentazioni, letture di poesie e di pagine di romanzi e di ricordi. Il tutto veniva accompagnato da pranzi che cambiavano a seconda della stagione; Lia ne ricorda qualcuno per noi. Per esempio, d'inverno fagiolini con la pasta oppure fagioli con l'orzo (che è un piatto friulano), poi cotechino, musetto e bolliti con il purè. A primavera invece il "riso con la gallina" o una pasta estiva. Insomma, tutti piatti di una volta. Il club di Lia e Flaminio ha visto la presenza di moltissimi personaggi: Mario Soldati, Goffredo Parise, Federico Fellini, Giovanni Comisso, Marcello Mastroianni, Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, Rodolfo Sonego, Lina Wertmuller, Stefania Sandrelli, Mario Luzi, Alberto Moravia, Carlo Bo, Ferruccio Bresolin, Piero Bigonciari, Andrea Zanzotto, Amarilli Gastaldi, Elio Bartolini, Ambrogio e Luisa Cogo ed Enzo De Matté e anche a noi di Abcveneto, da sconosciuti testimoni dell'epoca è capitato più volte di essere presenti a questi incontri che ricordiamo con grande nostalgia, per i luoghi, i sapori e soprattutto le persone viste e conosciute.

Elio Bartolini

Elio Bartolini nacque a Conegliano il 22 aprile 1922. Si trasferì successivamente a Codroipo con la famiglia, diventando ‘friulano’. Laureato in lettere all’Università di Padova, insegnò nelle scuole superiori a Milano, Roma e in Friuli. Militò nelle formazioni partigiane friulane meritando la Croce di guerra. Vasta l’attività di romanziere, sceneggiatore, poeta e saggista. È morto il 30 aprile 2006 a Santa Marizza di Varmo, (Udine).

BIBLIOGRAFIA

Corinna (Aragno, 2006); Il Ghebo (Avagliano, 2006); Icaro e Petronio, La bellezza d’Ippolita, (Santi Quaranta, 2001); La donna al punto (Finalista al Premio Campiello 1963 Ed. Rizzoli); Chi abita la villa (Santi Quaranta, 2001); Pontificale in San Marco (vincitore nel 1978 del Premio Campiello, edito da Santi Quaranta). Altro ramo della sua fertile ricerca sono i racconti: Sette racconti cattolici (Olmis, 2005); Racconti aquileiesi, L’infanzia furlana (1997, Santi Quaranta); La domenica degli arrivi (Aragno, 2002); Le quattro sorelle Bau (1999, Santi Quaranta). Nella saggistica si è cimentato con curiosità, accuratezza e originalità di soggetto in numerose biografie, fra le quali: Ignazio di Loyola (Rusconi, 1996); Vita di Giovanni da Udine, Ottavio Bottecchia e Vita di Giacomo Casanova (Mondadori 1998). Di massimo interesse anche la produzione poetica in lingua friulana, in particolare Cansonetutis (Ribis, Udine, 1980; Rizzoli, 1999); Amor e dis di vore (Ed. del Leone, Venezia, 1985); Poesies protestantis (Ed. Schwiller, Milano, 1982); Il cost di une vite (Aragno Ed., Milano, 2002); Cjantadis (Il Menocchio Ed., 2003). Ha raccolto nel volume Potevano essere film (Concordia Sette, 1998), i soggetti cinematografici scritti e mai realizzati. Nel 1992, gli fu conferito un premio speciale a Lignano, al Premio Hemingway.

FILMOGRAFIA COME SCENEGGIATORE

Il grido (1957), L’avventura (1960), L’eclisse (1962), con regia di Michelangelo Antonioni. Le stagioni del nostro amore, La calda vita (1963), di Florestano Vancini. Il Carro armato dell'8 settembre, (1960), Il Criminale (1963). La bellezza di Ippolita (1962), Un tentativo sentimentale (1963) per la regia di Pasquale Festa Campanile. Liola (1964) e Una vita difficile (1961) per la regia di Alessandro Blasetti e infine come regista L’altro Dio (1975) e il mediometraggio per la RAI Ragazze di un paese di fabbriche.

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