Al caffè Florian, Venezia sarà presentato "Una ragazza... i suoi anni Sessanta", il nuovo libro di Maria Luisa Semi

Giovedì 7 marzo 2019, alle ore 18.00 al Caffè Florian in Piazza San Marco (Venezia), sarà presentato "Una ragazza... i suoi anni Sessanta", il nuovo libro di Maria Luisa Semi Introduce lo scrittore e storico Riccardo Calimani

A cura di Abcveneto

Il libro è una sorta di viaggio dell'autrice, Maria Luisa Semi, che attraversa la storia dell'Italia degli anni Sessanta fino ai nostri giorni, raccontando gli eventi, tra resurrezione e tormento, i cambiamenti epocali, tra conflitti e utopie, che hanno scosso questo lungo periodo. "Una ragazza... i suoi anni Sessanta" (Linea Edizioni, 88 pagine, 13,00 Euro) è anche un saggio sincero, puntuale e preciso che narra sia gli eventi personali dell'autrice che quelli sociali del Paese. Giovedì 7 marzo, alle ore 18.00, al Caffè Florian lo scrittore e storico Riccardo Calimani, presenterà l'autrice accompagnando il pubblico (l'ingresso è libero, fino a esaurimento posti) in questo viaggio attraverso la Storia per capire dal passato la realtà presente di questi giorni.

Maria Luisa Semi ha esercitato la professione di notaio dal 1968; è stata componente del Consiglio notarile di Venezia negli anni Ottanta, socia dell'Ateneo Veneto, Componente del Consiglio Accademico della stessa istituzione e del Consiglio generale della Fondazione Venezia. Ha scritto i romanzi Una bambina (2012), La petite fille et la guerre (2015), L'età della bellezza... si cresce (2017).

«Una ragazza... i suoi anni Sessanta», raccoglie la storia delle donne nate e cresciute in quegli anni, narrando delle contraddizioni di un lungo caldo periodo, fatto di decisioni ingiuste, di fatiche del quotidiano e di traguardi possibili. Nel libro si legge il rispetto e le considerazioni dell'autrice nei confronti di un'epoca che ha consentito a un Paese di raggiungere nel dopoguerra, dopo le immense tragedie, insperati traguardi industriali, politici e sociali. La figura della donna è la protagonista inarrestabile del vento di emancipazione che ha portato a una nuova versione del mondo, segnando un profondo cambiamento nelle relazioni interpersonali.

«Il libro - scrive la psicologa Vera Slepoj nella prefazione - È un contributo all'alto valore morale che le soggettività sensibili riescono a mettere in atto. È sì un romanzo personale, ma anche di educazione sociale, una sorta d'insegnamento che riesce a comunicare alle generazioni attuali quali sono i passaggi dell'infanzia e dell'adolescenza, come ci si laurea, come si diventa un professionista, e, nel contempo, fa intravedere i valori di un'epoca scomparsa. Scomparsa non perché non ci siano ancora figure di valore, ma perché viviamo all'interno di un silenzio emotivo, di un tessuto sociale privo di voci, afono, senza quelle spinte di passione e coerenza, che si incontrano invece nella narrazione di questa vita».

Maria Luisa Semi esalta il rispetto e le formalità di un'epoca che hanno consentito a un Paese di raggiungere nel dopoguerra, dopo le immense tragedie, insperati traguardi industriali e sociali. «Stride drammaticamente la visione pulita e lucida dell'autrice rispetto al caos sociale e politico in cui viviamo - si legge nella prefazione - Il nostro Paese ha smantellato rigidità, codici sociali ed etici, lasciando al suo posto un vuoto valoriale e un deserto culturale. Il rumore delle barbarie in cui viviamo ha messo sotto silenzio i valori su cui poggiava l'umanità; tutto è accaduto in un percorso quasi onirico, all'interno di un reticolo di supposizioni utopiche e irreali. Più che la libertà, oggi, all'individuo non è concesso di potersi emancipare culturalmente perché siamo prigionieri di una visione pulsionale in un'epoca in cui tutto diventa complesso e faticoso». Infine, l'analisi schietta, decisa, tagliente della Slepoj non lascia nessun dubbio: «Se il passato a cui appartiene l'autrice è stato carico di difficoltà personali e collettive, è pur vero che tutti con impegno e passione avevano un'opportunità per migliorare».

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