Morsi, il nuovo presidente che conta molto nella bilancia della geopolitica internazionale, quindi di riflesso anche qui da noi con l’emigrazione, pur avendo una sola faccia e non una doppia faccia, pur essendo ligio ai suoi precetti e flessibile alle possibilità che gli vengono chieste come Presidente, ha dei risvolti da considerare.
1) Come avevo già spiegato nel mio precedente articolo sulla primavera egiziana, il Presidente Morsi è stato costretto a formulare una legge che cambiasse la costituzione, altrimenti non avrebbe regnato più di tre mesi – secondo gli accordi – e questi 100 giorni non gli sarebbero bastati a cambiare le cose nel paese. Quindi si è dato poteri assoluti per un periodo più lungo.
2) Il Paese è nel caos comunque, perché nulla è cambiato e i cittadini continuano a governarsi da sé, ed ogni provincia ha una ‘famiglia’ che aiuta il territorio a continuare la solita vita.
3) SI vendono più armi, perché ognuno deve arrangiarsi come può.
4) Come molti altri capi di stato egiziani Morsi viene dal popolo e continua a sottolineare la sua vita contadina e difficile fino a quando, dopo una laurea eccellente in ingegneria, è riuscito ad andare a studiare dagli negli Stati Uniti e a lavorare anche per la NASA e quindi ha vissuto una vita e una cultura di quel tipo.
5) Tra gli aspetti interessanti della sua personalità bisogna sottolineare che, maggiore di 5 fratelli, e poi 5 figli, ha un carattere inflessibile e autoritario, è un burocrate ossessivo e crede nella gerarchia, ma fa ricorso ad una ‘politica’ o arte, prevista nel Corano in caso di necessità: la taqiya, l’arte della dissimulazione, in cui, senza pur dire bugie, si dissimula la propria opinione, usando un linguaggio per gli adepti e uno per gli oppositori.
6) Il Paese, pur cercando la Democrazia e pur facendo grandi passi avanti in questa direzione, nel suo insieme, nella sua globalità, non è ancora pronto per una democrazia all’occidentale, tant’è che spesso piccoli gruppi di ragazzini si organizzano in manifestazioni insensate per chiedere qualsiasi piccola cosa – dalle caramelle alla ricreazione-, quindi hanno capito che con qualsiasi manifestazione si possono ottenere risultati come quello che è stato ottenuto destituendo Mubarak…. ! E’ chiaro che, a questo livello, l’esercito e la polizia non hanno cambiato di molto i loro metodi dittatoriali e il Presidente glieli concede per proteggere l’ordine pubblico.
7) Il fatto che sia stato in carcere 6 mesi come oppositore del regime precedente, invece, a mio avviso, non è un fattore tanto incredibile per far capire al mondo che lui sì che è un duro e un idealista, poiché andare in carcere in Egitto, prima di questa nuova epoca, era una questione piuttosto semplice, spesso si andava per delle piccolezze, quindi non è un onore o un disonore nel bene e nel male, come un occidentale può fraintendere.
8) Cosa fa paura agli occidentali? La shariia applicata in maniera maschilista, da questa fanno paura le alleanze con l’Iran o Hamas e nello stesso tempo l’usufruire delle comodità democratiche che l’occidente offre (chiedere aiuto a Hillary Clinton e a Washington o rassicurare Israele), non dando in cambio niente. Quindi non è la religione in sé, ma la tradizione arcaica che PUO’ danneggiare le donne che non si allineano alle tradizioni delle gerarchie e dei ruoli quotidiani. La questione femminile, quindi, torna ad essere un punto chiave per la figura internazionale.
9) I Fratelli Musulmani, dopo la Rivoluzione, erano l’unico partito già organizzato e per questo, specie nelle regioni povere, hanno avuto più voti, – anche perché aiutavano molto la popolazione che invece il governo non aiutava- per questo sono stati i primi ad essere votati. Non è un vero e proprio voto di scambio, perché era più una carità religiosa che uno scambio richiesto a chiaro pagamento.
In sintesi: per il popolo non solo non è cambiato niente ma la quotidianità è peggiorata per cui ognuno cerca di sopravvivere come può, invece ciò che è peggiorato è il turismo, su cui faceva affidamento gran parte della popolazione. Cambierà? DI certo. Ma molto lentamente e sentiremo ancora parlare di una lunga primavera che difficilmente darà i frutti estivi.