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2016: Unità nella diversità

6 gennaio 2016

Di Raffaella Biasi





Fiumi di migranti hanno riempito le nostre strade di colore. Ormai siamo una cosa sola, cittadini del mondo. Qui ormai ne siamo consapevoli. CI chiediamo se ne sono consapevoli tutti. Le giovani generazioni di sicuro, ma molti cittadini sono sempre più perplessi su come inserire questo flusso di diversità così impattante. Anche a Bruxelles L'Unione europea fa i conti con l'emergenza profughi. La Commissione prevede che arriveranno sul vecchio continente quasi 2 milioni di richiedenti asilo, "un numero senza precedenti" ha commentato il commissario agli Affari economici e monetari, che senza alcun dubbio avrà "un impatto economico" molto legato alla capacità dei paesi di "integrarli nel mercato del lavoro". Si tratta quindi di lavorare sia da una parte che dall’altra, sia con gli autoctoni che con i migranti, sulla capacità di integrazione, il che significa non solo accogliere le persone e dare loro la capacità di sopravvivere e di imparare la lingua, ma di cominciare a fare dei corsi di cultura italiana, di comportamento, di educazione civica, di storia, perché, in fondo, chi si ritrova qui senza conoscere il posto e le usanze, continua a comportarsi per anni in maniera diversa da come questo Stato si è regolamentato per vivere. Ben vengano, quindi, le fiere dell’oriente, come quella di Padova, ma si auspica che vengano istituiti corsi obbligatori di cittadinanza. E’ un invito che renderebbe giustizia ad entrambe le parti contraenti e favorisce la diffusione della cultura.
Perché lo affermo? Perché mi è capitato di vedere che qui gli stranieri tendono a stare in gruppetti di persone che provengono dallo stesso paese e quindi si integrano molto lentamente; perché gli stranieri travisano la nostra cultura e la nostra religione, rifiutando anche di capirne il simbolismo minimo, o assorbendone parti negative. Ugualmente per eliminare il razzismo culturale nella testa degli italiani. Comunque in questo periodo ho visto crescere in Italia le pubblicazioni sull’Islam e sulle altre culture. Inoltre l’integrazione è all’interno di questo Paese. Anche nelle scuole e nei club si potrebbero aprire porte di conoscenza delle varie culture proprio per non vivere di pregiudizi. Bisognerà agire in questa direzione perché la migrazione sta continuando, e da tutti i paesi. Nella sua analisi, la Commissione sottolinea come il fenomeno dei flussi sia caratterizzato da una "sostanziale incertezza". Col tempo comunque si dovrebbe registrare una "graduale normalizzazione" dei flussi e delle domande d'asilo e quindi, nel complesso, l'aumento della popolazione europea dovuto al fenomeno dovrebbe essere di solo lo 0,4%.
Se otterrà l'asilo solo la metà di quanti arrivano, considerando che circa tre quarti di questi sono in età lavorativa, questo può aumentare la forza lavoro europea dello 0,3% nel 2016, secondo le previsioni comunitarie. L'impatto positivo sul Pil dovrebbe essere di 0,25 punti percentuali .
Bisognerebbe anche impegnarsi ad evitare altre tragedie. Secondo le stime dell'Unhcr, l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, con l'arrivo dell'inverno, dalla Turchia potrebbero arrivare, nei prossimi 4 mesi, oltre 600mila persone in Europa, con un ritmo di 5mila al giorno. Le avverse condizioni atmosferiche rischiano di aggravare le sofferenze di migliaia di rifugiati e migranti che sbarcano in Grecia e si mettono in viaggio attraverso i Balcani e possono causare la perdita di altre vite se non saranno prese misure adeguate. Pare che l’Onu stanzierà altri 100 milioni di dollari per aiutare Croazia, Grecia, Serbia, Slovenia e la Macedonia. Il totale dei fondi di emergenza necessari per far fronte alla crisi sale così a 172 milioni di dollari.
Grazie a queste stime ed alcune ipotesi di lavoro, non ci resta che prendere atto ed agire affinché questo mare di anime in cammino sia integrato, senza che nessuno soccomba, né chi viaggia, né chi è stanziale.

Di Raffaella Biasi



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