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Presentato al Museo di Santa Caterina il libro dei disegni di Arturo Martini. Edito da Compiano, scritto dal giovane scrittore Marco Servadei Morgagni

2 giugno 2013

Testo e foto di Maria Ester Nichele





Museo di Santa Caterina, presentatoriQuesto lavoro è una rielaborazione della tesi di Marco Servadei Morgagni ”Specializzazione in Beni Storico Artistici dell'Università Cattolica di Milano”. E' un lungo e interessante lavoro, che riguarda i disegni dello scultore Arturo Martini.
()....Il prof. Eugenio Manzato nella rivista Finnegans dedicata allo scultore Martini, il numero 20 del 2011, racconta che l'artista confessa di sentirsi estraneo al mondo: “Ero frainteso per un fenomeno di estraneità alla vita”. Cosicché tutte le mattine, il maestro Brustolon faceva alzare tutta la scuola con queste parole: - Preghiamo per il discolo Martini che finirà presto in galera-. E il risultato scolastico fu disastroso. Approdò soltanto alla terza, e al fine fu prosciolto dall'obbligo scolastico.
E ancora parla il Martini “Mi presentai da Serena (il pittore Luigi Serena) – professor mi vorìa far l'artista.- Te darò un consiglio: te ciapi una bela piera, te la tachi sul colo e te te buti nel Sil”. Al che il Martini, pensò da vecchio: "Che bello che xe da giovani che queste frasi, invece di scoraggiarti, ti danno un coraggio tremendo."
Frequentò in seguito la scuola di Arti e Mestieri del prof. Giorgio Martini - padre del già famoso Alberto (nessuna parentela con il nostro, solo semplice omonimia) con brillanti risultati nel 1905. Confortato da questo “successo” iniziò a lavorare.
"...Un giorno, seguendo uno dei carri di Fontebasso rubai una bracciata di creta. Feci il busto di Mazzini non senza difficoltà. Ritentai diverse volte finché riuscii. Uscito dal forno il busto, l'ho colorato di bronzo. Fissato su una tavoletta ricoperta di peluche verde... l'ho esposto da Pozzi il sarto davanti allo Stella. Dopo due giorni mi mettono sul giornale un trafiletto. -Un cittadino che ci fa onore-. Piango io, piange mia madre. Ho dormito venti giorni con il ritaglio di giornale sotto il cuscino...”
Nonostante Arturo Martini dica di aver avuto molti dispiaceri in gioventù, sottolineiamo, in difesa della natura umana, che ha anche avuto molti incoraggiamenti e aiuti per diventare uno dei più grandi scultori del Novecento (il più grande...)
Fra i sui Santi protettori, merita di essere ricordato L'abate Bailo, direttore del Museo Civico, che gli farà ottenere dall'amministrazione comunale una borsa di studio per frequentare a Venezia lo studio dello scultore Urbano Nono; è sempre opera dell'intervento del Bailo che Martini poté frequentare il Museo di Torcello per copiarvi i rilievi bizantini. Frequentando l'ambiente veneziano conobbe Cesare Augusto Levi che gli commissionò un busto, così farà anche Bailo. Così iniziò i suo suo percorso artistico nel mondo dell'arte non solo nazionale, ma internazionale. Oggi, ancora non esiste un archivio, perché ha vissuto in molte città italiane ed ognuna raccoglie solo una parte delle sue opere.
I disegni riportati nel volume edito da Compiano sono tutti disegni appartenenti a collezioni pubbliche e private, attraverso lo spoglio dei cataloghi d'asta in cui sono transitati o raccolti all'interno della vasta bibliografia sull'opera di Arturo Martini.

Testo e foto di Maria Ester Nichele



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