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Numero 123

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Omaggio affettuoso a Giulio Ghirardi:Quaderno Appunti e contrappunti

1 giugno 2014

Di Giuseppe Maria Pilo





Questo Quaderno Appunti e contrappunti è un omaggio affettuoso che la rivista da me fondata e diretta offre a Giulio Ghirardi come premio di fedeltà e di amicizia. È una piccola antologia che raccoglie i saggi più caratteristici dello scrittore veneziano che non teme di sconfinare e di decentrarsi, facendo tesoro delle radici che lo legano all’arte, all’Ateneo Patavino da lui frequentato e amato negli anni migliori quando il pen- siero critico ruotava intorno a maestri indimenticabili come Pallucchini, Bettini, quando era ancora viva e attuale la lezione di Giuseppe Fiocco.
Il quaderno ha un valore estetico e sentimentale. ho conosciuto Ghirardi nel lontano 1973 quando dirigevo il Museo Civico di Pordenone. Al di là degli scritti e degli interessi specifici, notai in lui qualcosa di inedito, di insolito anche dal punto di vista umano e caratteriale. I suoi modi gentili contornavano un personaggio ottocentesco che aveva ricevuto qualche bastonata dalle istituzioni di allora e che si rifugiava, per reazione istintiva e benefica, nella libertà della poesia, del racconto, e dell’afori- sma, sviluppando un linguaggio e un carattere libero, indipendente, ca- pace di abbracciare tanti registri dell’amato strumento chiamato pensiero. Sono considerazioni dettate dalla sincerità, dalla stima, dall’amicizia, dalla comunanza di interessi che esulano dai temi di repertorio e imboc- cano i sentieri misteriosi, spesso tortuosi del megacosmo interdiscipli- nare: un’area sconfinata nella quale primeggia l’amore di entrambi per la musica, oggetto di vivaci conversazioni, spesso casuali, mai inibite da complessi settoriali o accademici.
La scelta dei temi è libera come il piacere, spesso il dovere di divagare da me condiviso con positiva indulgenza, in quanto negli sconfinamenti affiora il carattere aforistico, aristocraticamente polemico che non con- trasta con la colonna portante dello svolgimento centrale. I saggi risal- gono per la maggior parte al primo decennio del 2000, periodo di grande fertilità espressiva, di instancabile produzione per Ghirardi che ha avuto il coraggio di affrontare con insistenza l’emozione, spesso trau- matica, del libro, della pubblicazione spregiudicata.

Giulio Ghirardi è in effetti, per ARTE |Documento| una presenza affe- zionata e preziosa, quanto, per nostra gioia e fortuna, ricorrente; e gliene siamo molto grati: per non ripetermi, mi basterebbe ricordare qualcuno dei suoi contributi più recenti, Voci del Novecento, Benno Geiger, Stra- winskj e Venezia, graditissimi sempre e portatori di luce nuova e feconda. Saggista di grande spessore culturale e umano, scrittore mai prevedibile, pensatore dotato di rara capacità d’indagine in una fitta rete di coordi- nate, flessibili ed elegantemente duttili quanto ferme nei fondamentali che ne sono alla base, aforista d’eccezione, conoscitore profondo di uo- mini, cose, eventi della Mitteleuropa – e penso, in specie, all’amata Dal- mazia – anche sommersi, anche sfuggenti alla percezione dei più: ma memorie preziose e intuizioni felici, come ci hanno recato illuminante esempio, negli scorsi mesi, le ispirate pagine sulla mozartiana Zauberflöte “faro per gli artisti del ventesimo secolo”, con gli incantevoli bozzetti di Oskar Kokoschka per l’edizione 1955-1956 del Festival di Salisburgo dominata dalla grande presenza auspice dell’ultimo Furtwängler; e, in- sieme, la veridica, irresistibile – e un po’ nostalgica – comicità di quella serata per le vie della città di Mozart durante una ‘sospirata’ recita di idomeneo re di Creta. Per non allontanarci da questa tematica diletta, amatissima da Ghirardi e da me, ho l’impressione che quelle sue fresche e godibilissime percezioni salisburghesi di prima mano abbiano a pro- porsi per noi, suoi amici e sodali affezionati, come un’ouverture che ci introduca nelle belle, stimolanti pagine che qui seguono; e che segui- ranno, feconde e copiose per il futuro: ad multos annos!, amico Giulio, ricchi del pensiero e delle opere tanto amati; e delle soddisfazioni, più che mai meritate e abbondanti, che sono in impaziente attesa.

Di Giuseppe Maria Pilo



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Mensile telematico sul Veneto e Triveneto: Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte, nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.
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