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Numero 135

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SCHEDA NUOVO DIPINTO EMERSO DI GINO ROSSI DEL 1913

1 giugno 2015

A cura di Luciano Buso





Gino Rossi
“Vecchia contadina”
olio su tela cm. 50x40
Firmato “Rossi” in colore rosso in basso a destra.

Nel verso dell’opera vi è una vecchia etichetta consunta e in parte mancante, nella quale è ancora oggi possibile leggere: “parte del nome della collezione: …RIANO, via Padova 5 e… Donà di Piave (Ve)”, in basso si leggono ancora le parole: “titolo dell’opera”. Nel telaio ligneo in alto è presente l’iscrizione fatta a mano e a matita in carattere stampatello: “Vecchia contadina”.
Un taglio in verticale di quindici centimetri è presente in alto a destra dell’opera, sanato in passato con una toppa sul verso della tela. Il dipinto abbisogna della pulitura e dell’eventuale piccolo restauro.
L’opera, tipicamente e facilmente ascrivibile alla mano di Gino Rossi, risulta essere stata eseguita dai miei studi nell’anno 1913. Lo studio, l’analisi scientifica della scrittura celata in più parti della sua superficie pittorica stabiliscono essere opera assoluta e originale.
Di chiara matrice espressionista e con straordinaria forza viene descritta da Rossi un’anziana contadina a mezzo busto con il tipico fazzoletto scuro nei capelli, la luce solare abbaglia il suo sguardo e l’intero viso. Visto il periodo di esecuzione si tratta, con ogni probabilità, di una anziana donna che abitava al tempo sul Montello dove l’artista ha a lungo soggiornato in quegli anni. La sintesi descrittiva nei pochissimi tratti, la straordinaria pennellata che mai ritorna nei suoi passi, indicano il consueto gesto fenomenico tipico dell’artista veneziano. L’accenno di un paesaggio assolato con delle piante verdi e un campo dai colori caldi, fungono da sfondo alla monumentale figura femminile. Ciò che maggiormente suggestiona è il modo in cui l’artista esegue il volto della donna, nel quale si coglie la grandissima e più alta qualità dell’arte più conosciuta e più meritevole di questo sfortunato e grande artista.
Vista la confusione oggi esistente sulle opere di Gino Rossi, viste soprattutto le pochissime sinora riconosciute dal mondo accademico, mi auguro che questa meravigliosa e importante opera non sia stata reputata in passato un falso: la sua originalità viene oggi suffragata inconfutabilmente dalla scienza, la quale si basa soprattutto sullo studio e l’analisi della scrittura celata, sullo studio della personale grafia dell’artista e nei modi con i quali egli occulta sapientemente e genialmente d’abitudine i suoi personali dati in questa come in tutte le altre sue opere! (GINO ROSSI-CATALOGO RAGIONATO A CURA DI LUCIANO BUSO- EDIZIONI GRAFICHE ANTIGA 2014).

A cura di Luciano Buso



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