PAESAGGIO AGRICOLO DI MILLE ANNI FA

Palù di Moriago, nel Quartier del Piave

Di Lucia Tomasi
Se vogliamo evitare di metterci in fila con l’automobile anche nel tempo libero, meglio non scegliere la solita strada per monti o mare. Se abbiamo bisogno di un luogo dove riconciliarci con noi o godere di una buona compagnia tra scrosci d’acque, nell’ombra di fresche e arieggianti fronde. Se sogniamo di ascoltare concerti di uccelli, rane e grilli magari rischiando di perderci piacevolmente in un dedalo di sentieri, allora possiamo dirigerci senza dubbio verso i Palù di Moriago, nel Quartier del Piave…..
Intorno al 1100 i monaci della vicina Abbazia di Santa Bona di Vidor bonificarono (da cui la denominazione Santa Bona) l’area incanalando sapientemente le acque che scendevano dalle Prealpi e di resorgiva. Crearono i campi cosiddetti “chiusi”, circondati di siepi dalla vegetazione di varie altezze a protezione degli stessi e delle greggi che qui vi stanziavano. Grazie alle acque di resorgiva dalla temperatura mite d’inverno, gli animali potevano trovare erba fresca anche nelle stagioni più fredde.
A seconda del grado di umidità della terra i campi producevano le più differenti erbe e prodotti agricoli, protetti dai venti gelidi e ben esposti a sud. Le ricchissime ed altissime siepi, lungo i rii abitati da pesci vari grazie ai salti d’acqua per ossigenare la stessa, divenivano e continuano ad essere comode strade per ogni sorta di animali selvatici e riserva preziosissima per legname da costruzione ed ad uso domestico anche per riscaldamento.
Le piante, gli animali, la forma dei campi, qui arricchiti da profonde simbologie religiose medievali, conferiscono spiritualità e poesia a questo straordinario territorio di Sinistra Piave. Per i monaci tutto il creato aveva un senso, cosi ogni essere qui aveva ed ha una funzione, un’utilità ed un significato del tutto speciali.  
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