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Rivoluzione: e Noi?

1 luglio 2013

Di Raffaella Biasi



In diverse piazze d’Italia molti scendono per far sentire la solidarietà con la meravigliosa rivoluzione egiziana. E’ meravigliosa ai miei occhi, perché ammiro il coraggio di chi scende in piazza per affermare senza paura il proprio parere su un presidente che ormai non ha più la fiducia del popolo. Non hanno paura della polizia, né dell’esercito, né del caldo, né della fame, né della sete, né delle possibili ferite. Guardo loro e guardo noi. Al loro presidente, Mohamed Morsi, era stato data la fiducia con un determinato tempo per sistemare la situazione economica e politica egiziana, ma non è riuscito nel suo mandato, per cui gli viene chiesto di andarsene. Nel mio articolo sulla precedente Rivoluzione del 2011, detta ‘Primavera Araba’, avevo predetto che gli avrebbero messo i bastoni tra le ruote perché non riuscisse a fare nulla e sarebbe durato poco. Tra alcuni giorni sapremo come se ne andrà, ma probabilmente una situazione politica, geopolitica e quindi economica così complessa e depressa da lunga data, non si risolverà in breve tempo, probabilmente neanche se il prossimo presidente fosse un novello Nasser o un novello Sadat, i due presidenti più costruttivi della loro storia.
Comunque ormai la Polizia non è più l’assassina torturatrice del tempo di Mubarak e si è schierata col popolo. E anche l’esercito – che pur dovrebbe appartenere allo Stato – non appartiene più allo Stato da molto ed è auto finanziato ed anch’esso è ormai schierato col popolo.
Ma ciò che è evidente è che noi Italiani stiamo precipitando, nonostante le parole rincuoranti dei politici, in una situazione che progressivamente è sempre più difficile e sempre più simile alla gestione dello stato egiziana, come a quella brasiliana o turca.
Eppure, immobili come nella Dublino Joyciana, non facciamo niente. Forse non abbiamo abbastanza fame, come dice qualcuno, forse abbiamo ancora i soldi dei nostri padri, come dice qualcun altro, o ci sono ancora delle categorie molto ricche e non esiste quasi più la Middle Class, ma sostanzialmente io credo che ‘non abbiamo palle’ o ‘non abbiamo fegato’, perché per uscire da un problema che ci vede rotolare in una china progressiva non bisogna lamentarsi e basta, bisogna richiamare l’attenzione di milioni di persone e far osservare anche ai ricchi che è un errore avere milioni di persone insoddisfatte.
Ho osservato anche i discorsi che si scambiano fra loro gli egiziani e gli italiani e gli inglesi che usano i social network e trovo ottuso che ancora si parli di religione durante questa rivoluzione. La religione in questo momento non c’entra niente. Ho sentito i discorsi dei presentatori televisivi che proteggono i Copti e le minoranze, ho letto i tweet di persone ignoranti sull’islam, che ne prendono solo i luoghi comuni per scagliarsi contro la loro intera Rivoluzione, sperando che con questa soccombano e l’Islam e la crescita dei musulmani. Ma non sarà così. E non è così. Sono alleanze geopolitiche che si sostengono per mantenere al governo persone che permettano ai ricchi di continuare a governare e a crescere. Per esempio, semplificando, Qatar e Arabia Saudita hanno a cuore di finanziare i Fratelli Musulmani, e quindi Morsi, per mantenere i loro privilegi, e sorpresa delle sorprese, in questo gioco si allea l’America, che ha tutto l’interesse a mantenere buoni rapporti con i sauditi per un miglior prezzo sul petrolio. Rileggendo 1984 di Orwell si trovano sempre suggestioni per la comprensione della gestione dei governi.
Quindi torniamo a noi, che vediamo il Veneto crollare vertiginosamente, quando solo fino a pochi anni fa voleva e magari poteva addirittura proporsi come Stato indipendente. E noi quando finiamo di prenderci in giro pensando che siamo migliori di altri mentre abbiamo a casa nostra una sacco di problemi, quando prendiamo esempio dai popoli che hanno coraggio? CI vuole una organizzazione fluida e contagiosa, magari con i soliti social network, messaggi che attirino nelle piazze delle grandi città, cogliere il momento contagioso, richieste chiare, idee coraggiose!

Di Raffaella Biasi



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