Nuovo ordine: superare le monoculture e riutilizzare degli spazi in disuso o inutilizzati

Dal Congresso Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori dal titolo: "Abitare il Paese. Città e Territori del Futuro Prossimo" in corso in questi giorni a Roma anche alcuni dati della professione in Veneto

A cura di Abcveneto

La Presidente dell'Ordine degli Architetti PPC di Venezia e Presidente della Federazione Regionale (FOAV), Anna Buzzacchi, dal palco dell'ottavo Congresso Nazionale concluso oggi a Roma esorta a superare le monoculture e al riutilizzo degli spazi in disuso o inutilizzati: «In Veneto ci sono 92mila capannoni distribuiti in circa 5.600 aree periferiche. Di questi circa 11.000 sono strutture dismesse, il 12% del totale, e solo 6mila sono riutilizzabili. È necessario passare da spazi fisici a luoghi urbani di coesione e relazione sociale»

In questo scenario di trasformazione è fondamentale il ruolo dell'architetto: «Possiamo mettere in gioco la nostra professionalità ed esprimere le nostre capacità»



È fondamentale superare la monocultura produttiva che ha portato alla "desertificazione" di intere aree con il conseguente calo demografico e lo spostamento soprattutto delle fasce in età lavorativa. In Veneto ci sono 92mila capannoni distribuiti in circa 5.600 aree periferiche. Una media di un capannone ogni 54 abitanti. Di questi circa 11.000 sono strutture dismesse, il 12% del totale, e solo 6mila sono riutilizzabili. Dal palco dell'ottavo Congresso Nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, la Presidente dell'Ordine degli Architetti PPC di Venezia e Presidente della Federazione Regionale (FOAV), Anna Buzzacchi, esorta al riutilizzo e alla riorganizzazione degli spazi superando le monoculture: «È necessario passare da spazi fisici a luoghi urbani di coesione e relazione sociale. La risposta che spesso viene data al riutilizzo dei capannoni abbandonati è quella di destinarli ad uso commerciale. Una scelta sbagliata che, se pur vista come alterativa all'abbandono, non fa altro che alimentare la disorganizzazione degli spazi». In questo processo il ruolo dell'architetto è fondamentale: «Uno degli obiettivi principali del Congresso è, infatti, quello di far germogliare un nuovo paradigma della qualità della vita urbana, armonizzando tra loro tre elementi fondamentali: la crescita economica, l'inclusione e la tutela dell'ambiente come impegno a favore delle generazioni future».

«Le città - spiega la Presidente - devono riconquistare il loro ruolo di spazi aggregativi. Per far ciò è fondamentale una trasformazione non soltanto a livello sociale, ma anche normativa. Nel nostro Paese, così come avviene nella maggior parte dei Paesi europei, deve essere riconosciuta la centralità del ruolo dell'architetto nella rigenerazione degli spazi urbani. Tutto ciò deve avvenire nel rispetto del giusto equilibrio tra gli aspetti culturali, sociali, economici, ambientali e tecnici della pianificazione, della progettazione, della costruzione e del riuso adattivo. L'obiettivo nell'attuazione di questi piani di rigenerazione urbana è di trasformare le città in luoghi attrattivi dove vivere, lavorare, incontrarsi, formarsi, conoscere e divertirsi».
Durante il Congresso Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori dal titolo: "Abitare il Paese. Città e Territori del Futuro Prossimo" sono emersi anche alcuni dati sui numeri della professione in Veneto. Gli architetti residenti in Italia sono oltre 155 mila e di questi 12.351 sono in Veneto. La provincia con il maggior numero di professionisti è quella di Venezia, con 2.936 iscritti. In Veneto, come in tutta Italia, il numero degli architetti uomini è superiore a quello delle donne. A Venezia, per esempio, tra i professionisti "over 51" si contano 957 uomini e 335 donne. Le donne architetto in Veneto sono 4.258, gli uomini, invece, 7.823.
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