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San Pietro di Feletto: domenica 29 giugno 2014 è stata presentata la Festa del Patrono, un Recital di Poesia e una mostra fotografica

1 Luglio Agosto 2014

Di Ester Nichele





Nell'ambito della Festa del Patrono si è svolta la Terza edizione del Recital di Poesia e una mostra fotografica di Roberto Ghedina dedicata ai due Papi, santificati dal papa Francesco Bergoglio: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Il gruppo dei poeti provenienti da tutta Italia, si è ritrovata in questa antica Pieve di San Pietro di Feletto "all'ombra del campanile e della sua piccola Basilica". Il cardinale Mons. Francesco Capovilla Loris ha letto alcune poesie ad onore e memoria di papa Giovanni XXIII.
Papa Giovanni XXIII come patriarca di Venezia, salì alcune volte con il suo segretario in questa parrocchia antica e prestigiosa, ora costudita con cura e amore dal pievano Don Giuseppe Gerlin e assieme al sacrestano.
Papa Giovanni Paolo II, mercoledì 22 luglio 1998 alle ore 17,30 rientrando dalla vacanza estiva a Lorenzago in elicottero, benedì dal cielo la Pieve di San Pietro di Feletto.
La mostra fotografica dal titolo: "Pensieri del silenzio nelle Dolomiti, patrimonio dell'umanità" è stata inaugurata alle ore 12,30 all'oratorio nell'aula Giovanni Paolo II, in una splendida giornata di sole.
Era presente l'autore, il celebre fotografo Roberto Ghedina, di Cortina d'Ampezzo con la presentazione di Rosanna Ghedina. La mostra è stata inaugurata da Giuliana Raffaelli e Italo Bonassi. La mostra resterà aperta fino al 20 di luglio 2014.

L'oraio di apertura della mostra, è al sabato dalle 17 alle 19, alla domenica dalle ore 11 alle 12,30.

MOSTRA del fotografo ROBERTO GHEDINA

“PERCORSI DEL SILENZIO nelle DOLOMITI, Patrimonio dell’Umanità”

Testo critico di

Rosanna Raffaelli

LA POETICA DI ROBERTO GHEDINA

Le gradazioni dei bianchi nevosi, dei grigi soffusi, i bagliori di luce, le bufere nei cieli, le trasparenze quiete o cristalline delle cascatelle e le acque placide dei laghi montani, gli alberi secolari sfrondati che raccontano muti la loro storia, i pini brizzolati dai cangianti cristalli di neve, le crode e le vallate impervie e desertiche sono i soggetti preferiti del fotografo Roberto Ghedina, che sa dare allo spettatore commosse suggestioni. Quelle che solo i magici fenomeni della natura incontaminata, ancora esistente, e un’abilità artistica hanno il potere di accendere. Le nebbie sfuocate, frammentate da sprazzi di luce impastata e catturata nell’attimo fuggente, danno la sensazione di un infinito che vibra, che coinvolge ma che non si può del tutto imprigionare.
La poetica espressa da Roberto Ghedina è l’incanto della semplicità e dell’essenzialità nel felice connubio tra inquadratura e illuminazione del soggetto. Per questo la sua arte e bravura hanno statura e sono capaci di lasciare nel cuore un pacato soffio di romantico smarrimento, carico di beatitudine e sazio di una notevole dose di appagamento estetico.
Le fotografie di Roberto Ghedina sono visioni magnificamente poetiche della natura che il clic del fotografo sa innalzare fino a dare loro piena dignità estetica, direttamente proporzionale ad una risposta di carattere emozionale.
Il fotografo, infine, spazia nell’immensità che coglie per trasmetterla, dimenticando se stesso e confondendosi con l’immensità stessa, fino a svelare allo spettatore la propria interiorità, i propri sentimenti, fino a esplorare l’irrazionale e il mistero del proprio animo d’artista. E quel che più conquista è che lo spettatore nel contemplare le opere vi si tuffa e vi si può specchiare, arricchendo di emozioni il proprio sentire.
Parafrasando Giordano Bruno, che affermava: “le immagini sono enigmi che si risolvono col cuore”, Roberto Ghedina con questo sentimento e intento è guidato a catturare le immagini quando scatta il suo clic su un paesaggio.

ROBERTO GHEDINA, fotografo

Roberto Ghedina, nasce a Cortina d’Ampezzo nel 1939 da una famiglia di fotografi, pionieri di quest’arte in tutto l’arco delle Dolomiti. Inizia l’attività giovanissimo, fotografando in bianco & nero con una vecchia macchina a cassetta 13 x 18. Da allora non ha mai smesso tale attività. Non usa filtri o lenti particolari per ottenere effetti speciali, pertanto la sua fotografia è “pura”, non imitazione di altre arti.
Abituato a vedere l’immagine sul vetro smerigliato, a cercare l’accurato equilibrio degli elementi compositivi, l’armonia fra le luci e le ombre, è diventato negli oltre cinquant’anni di attività, un fotografo polivalente di gran classe con al suo attivo una trentina di mostre personali, una decina di pubblicazioni e parecchi riconoscimenti e premi.
Hanno scritto di lui: Roberto Pappacena, Giuseppe Tedeschi, Milena Milani, Stefano Zecchi, Osvaldo Patani, Rosanna Raffaelli e Claudio Visintainer.

Di Ester Nichele



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Mensile telematico sul Veneto e Triveneto: Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte, nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.
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