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Numero 134

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Padova: DONATELLO SVELATO, tre capolavori a confronto

Di Lorella Colla






Padova – Museo Diocesano 28 Marzo / 26 Luglio 2015. Una visione indimenticabile, inebriante ed emozionante quella che si presenta ai nostri occhi ed al nostro cuore una volta raggiunto il Museo Diocesano di Padova: nella penombra di una grande sala al primo piano, fasci di luce si concentrano per illuminare un Crocefisso ligneo di palpabile sofferenza e rara delicatezza.
Appena di lato, quasi a specchiarsi nel primo, altri due Crocifissi ugualmente emozionanti: uno in bronzo, l’altro in legno.
L’autore di queste tre opere è Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto Donatello, famosissimo scultore italiano nato a Firenze nel 1386 e morto, ottantenne, nel 1466, sempre a Firenze.
Il titolo della mostra si riferisce proprio al primo Crocifisso in legno dipinto, proveniente da Santa Maria dei Servi in Padova; qui, fin dal 1512 – anno del prodigioso sanguinamento dal volto e dal costato raccontato dalle cronache – è stato gelosamente custodito all’interno di una cappella a lui dedicata.
Celato alla vista dei più, e ridipinto nel 1800 con una patina a finto bronzo che ne modificò radicalmente l’aspetto, il Crocifisso giunse fino a noi sano e salvo, ma privato, per molto tempo, del nome del suo celebre autore; l’opera è stato attribuita a Donatello, infatti, solo alcuni anni fa da importanti ricercatori, a seguito di lunghe e accurate ricerche.
Questa diventa l’occasione, dunque, per ammirare in condizioni davvero irripetibili il Crocifisso “svelato”, prima che venga ricollocato sull’altare che per primo l’ha accolto, nella chiesa dei Servi.
L’esposizione, ospitata nello scenografico Salone dei Vescovi, offre l’occasione storica di ammirare, riuniti per la prima volta, tre grandi Crocifissi che Donatello produsse nel corso della sua vita: quello realizzato per la chiesa di Santa Croce in Firenze (1406-08) - oggetto di una celebre gara con l'antagonista Filippo Brunelleschi raccontata da Giorgio Vasari nelle sue Vite -, quello dei Servi e quello bronzeo della Basilica di Sant'Antonio a Padova (1443-1449).
Un'opportunità assolutamente unica e inedita di osservare da vicino tre capolavori, leggendo attraverso di essi il percorso artistico e spirituale di questo grande artista rinascimentale dagli anni giovanili alla piena maturità e di confrontarsi col fulcro più profondo del messaggio cristiano.
L’attività creativa di Donatello si svolse a Firenze, Prato, Siena e Padova; egli seppe sperimentare tutte le possibili tecniche (tuttotondo, bassorilievo, stiacciato) e tutti i possibili materiali (marmo, bronzo, terracotta, legno); è stato il primo scultore a riallacciarsi alla tradizione scultorea greco-romana, infondendo però nei suoi personaggi un’umanità formidabile che era il risultato di una profonda capacità d’introspezione psicologica; per questo l’arte di Donatello rappresenta un vero e proprio “unicum” nella storia dell’arte.

Per gentile concessione del poeta Francesco Crosato, pubblichiamo tre composizioni ispirate ai tre crocifissi di Donatello in mostra a Padova.
Francesco Crosato, poeta trevigiano, ha al suo attivo numerose pubblicazioni in italiano e in dialetto (Cos’hai che non parli…?, Edizioni Ensemble ’900, Treviso; S’ciantìzi, Longo Editore Ravenna, No’ solo nonsolo, Edizioni Antilia, Treviso…); da parecchi anni intrattiene un fecondo dialogo con l’arte da cui si lascia spesso ispirare (Travasi comunicanti, Libreria Agorà in Feltre).Premiato nel 1986 al Concorso Nazionale di poesia Lodi Citta di Ada Negri, ha conseguito nel 2009, il premio Mario Luzi (Clan Verdurin di San Pietro di Feletto di Treviso). Sta realizzando un’importante opera in poesia sull’architetto Giovanni Michelucci.

il crocifisso di Donatello (uno)

Santa Maria dei Servi, Padova
volto
d’un uomo
che muore
nel corpo
d’un Dio
che risorge


il crocifisso di Donatello (due)

Santa Croce, Firenze
nell’umano
abbandono
fino in fondo
mi perdo
nel dolore
mi schianto


il crocifisso di Donatello (tre)
Sant’Antonio, Padova
già
nell’ultimo
sospiro
di vita
irrompeva
l’eterno




Di Lorella Colla

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