Ritratto di Marcellino Radogna di Milena Milani

Il pezzo è tratto da un giornale di Cortina d’Ampezzo “Cortinavacanzeoggi” di Rosanna Raffaelli Ghedina.

a cura di Maria Ester Nichele

Milena Milani celebre scrittrice e pittrice, deceduta cinque anni fa a Savona, sua terra natale (uno dei suoi ritratti eseguiti da Lucio Fontana è al Metropolitan di New York) ha fatto un ritratto del fotografo romano Marcellino Radogna, un ritratto fatto con parole leggere e morbide come pennellate su tela. Il pezzo è tratto da un giornale di Cortina d’Ampezzo “Cortinavacanzeoggi” di Rosanna Raffaelli Ghedina.
Lo descrive come fosse dipinto in un quadro, anzi direi meglio. Marcellino ha sempre fatto il fotografo, anche se la sua vera passione era la musica, il violino, e così si spiega la sua delicatezza d’animo e la sua gentilezza. Ecco qui il testo di Milena Milani:

“A Roma ha un gatto di nome Catullo, che va d’accordo con lui, con i suoi baffi, gli occhi pungenti e dolci insieme. A Cortina dove ritorna appena c’è un avvenimento mondano o letterario, è sempre in prima fila e tutti lo chiamano soltanto Marcellino oppure “colonnello”. Lui, fotografo specialissimo, si concede magnanimo come un capo, un sovrano. Ha uno stile personale, che alle signore offre galanterie di altro stampo, alle quali la società attuale sembra aver rinunciato. Marcellino no, il suo charme è essere disponibile con descrizione, con la battuta pronta, che è intelligenza sottile da maestro di cerimonie.
All’ultimo Premio Strega che celebrava cinquant’anni, c’era tutta l’Italia che conta. Marcellino instancabile si aggirava, seguito dalla fedelissima moglie, sua collaboratrice, nel Ninfeo di Villa Giulia. A Guido Alberti, patron del Premio, che un mese dopo sarebbe scomparso (ed io rimpiango con immenso dolore questo caro amico), ha riservato il non plus ultra della sua professionalità. Tra la gente assiepata tra i tavoli dei concorrenti e degli editori, e pubblico in piedi, si notava la longilinea figura del nostro fotografo doc, che manovrava l’apparecchio sopra le teste altrui, come un navigante che deve condurre la sua barca in porto. Io ammiravo quelle evoluzioni disinvolte. Adesso a Cortina la mia considerazione nei suoi confronti è cresciuta. Per Sgarbi, Marcellino ha battuto tutti, così per Cossiga. Come il gatto Catullo il predecessore Gaio Valerio Catullo poeta, ha composto versi d’amore”.

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