Anche Confcommercio Treviso si unisce al coro di no contro la Tares e si schiera a totale sostegno del gruppo dei 50 sindaci, intenzionato a presentare il ricorso davanti alla Corte Costituzionale per chiedere l’abolizione della tassa e ad incontrare i parlamentari eletti.

“La lotta dei primi cittadini contro questo iniquo ed incomprensibile balzello è anche la nostra lotta”- ribadisce Piero Tedesco, direttore di Confcommercio Treviso, e diamo ai Sindaci il nostro pieno appoggio in questa nuova e significativa azione legale, oltre che disponibilità per un incontro con tutte le categorie associate. Qui non si tratta di ribellione, ma di contrastare civilmente e con tutte le ragioni un’anomalia che va a colpire imprese già stremate da un sistema fiscale drenante, presuntivo e distorsivo. Siamo, anche su questo, disponibili a fare la nostra parte ed a firmare un documento congiunto o un manifesto comune”.

I negozi, i pubblici esercizi e gli alberghi in particolare- già stremati in molto casi dal caro affitti, dalla neo istituita Imu, dal forte calo dei consumi, dalla crisi dei centri storici ed urbani, non possono sopportare un balzello che si aggiunge alla TIA, in molti casi già pesante. Balzello che si basa sul calcolo della superficie utilizzata, (sup. interne ed esterne, quindi anche parcheggi) con una maggiorazione minima di 30 cent. di E. a mq nella migliore delle ipotesi (è facoltà dei Comuni portarla a 40 cent.) .Una maggiorazione significativa e penalizzante soprattutto per attività con superfici ampie (non è detto che producano più rifiuti o abbiano una capacità contributiva proporzionata). Siamo perciò di fronte ad una tassa iniqua anche sul piano concettuale per realtà come la nostra che da anni hanno introdotto con successo la raccolta differenziata spinta (con il conseguente beneficio per l’ambiente ancorché con costi comunque elevati di servizio) in quanto è forte il rischio che venga vanificato lo sforzo compiuto da imprese e cittadini in termini di cultura ambientale annullando quei comportamenti virtuosi e soprattutto quelle capacità “riciclatorie” già ampiamente dimostrate e che vedono molti nostri Comuni ai vertici nazionali nella differenziazione del rifiuto superando in molti casi la soglia dell’80% di raccolta differenziata.”