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Numero 132

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CARPACCIO a Conegliano Veneto

di Lucia Tomasi




La mostra dal 7 marzo al 28 giugno 2015 in Palazzo Sarcinelli a Conegliano (Treviso) è stata curata dal prof. Giandomenico Romanelli, già Direttore dei Musei Civici Veneziani, con la collaborazione di Luca Caburlotto, Giovanna Damiani, Marica Mercalli nonché dal Prof. Augusto Gentili.
Essa consiste in uno studio critico e di ricerca sulla fase matura (dal 1515 alla morte 1525-26) del maestro, periodo in cui ha operato per una committenza laica e religiosa soprattutto del Veneto Orientale e dell’ Istria.
Una mostra questa di Conegliano calata nel territorio come i paesaggi che hanno ispirato queste opere.
Molti pezzi, quasi sconosciuti in Italia, provengono da sedi decentrate, come quelle dell’Istria e alcune della Serbia. Un Vittore Carpaccio operante nell’ultimo decennio della vita ancora tutto da scoprire, più tormentato ed inquieto.
Le sue opere riflettono le crisi religiose sentite particolarmente verso i confini nord della penisola, vicini all’area protestante. Anche lo stile pittorico che non segue le nuove mode veneziane dice di una sintonia con la sensibilità d’Oltralpe che rimane, pur in pieno Rinascimento, ancora profondamente legata al tardo gotico, ne è un esempio eclatante Albert Durer.
Più noto a tutti noi il Vittore Carpaccio dei dipinti a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, celebrativi della società veneziana, documentari sui costumi e sulle città della Serenissima, come il famosissimo ciclo di Sant’Orsola.
Un Carpaccio quello esposto a Conegliano da far riscoprire anche ai vicini Paesi Slavi per i quali è prevista una apposita conferenza stampa.
Un Carpaccio che continua per la propria strada, autonomamente rispetto ai nuovi fermenti con l’entrata in scena di Giorgione, Tiziano, Lotto, Sebastino del Piombo.
Calandosi nella periferia della Serenissima egli riesce a rimanere più fedele a se stesso, alle luminosità tardo gotiche della tradizione veneziana e agli aspri paesaggi delle coste, delle pietre e della macchia mediterranea istriane.

Una sala è pure dedicata al figlio Benedetto con bottega a Capodistria che opera tra il 1537 e il 1541 e ricalca lo stile del padre utilizzandone i cartoni, ma non riesce ad andare oltre una quasi popolaresca e semplificata rilettura. Dipinge soprattutto Madonne in trono e Santi. Dopo il ’41 abbandona la pittura per dedicarsi ad incarichi amministrativi nella stessa città.

Sono previste visite guidate alla mostra per tutti i livelli scolastici, visite per gruppi che prevedono anche una conoscenza del territorio con le sue specificità, tipicità e per un confronto con altre opere di artisti tra ‘400 e ‘500 come Cima, Tiziano, Lotto, Pordenone ecc.
Siti disseminati nel Trevigiano e nel Bellunese. Sono organizzate visite guidate anche in lingua inglese.
Quest’esposizione è stata sostenuta oltre che dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione anche da numerose realtà economiche, produttive e culturali del territorio.

A Palazzo Sarcinelli, via xx settembre 132, dal 7 al 28 giugno 2015
da martedì a giovedì ore 9 – 18
venerdi 9 – 21
sabato e domenica 9 – 19
lunedì chiuso




di Lucia Tomasi

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