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CENTORIZZONTI diTEATRO: “DA QUESTA PARTE DEL MARE”, LA DEDICA DI GIUSEPPE CEDERNA A GIANMARIA TESTA, CERCANDO IL SENSO DEL MIGRARE  

2 marzo 2018

A cura di Alberto Leoncini




La rappresentazione è in programma domenica 4 marzo 2018 alle 18.00 al Teatro Duse di Asolo, Treviso: dal volume del “cantautore degli ultimi” (pubblicato postumo il 19 aprile 2017), un distillato di parole preziose che riesce a restituirci la voce dell’artista piemontese.
L’attore e scrittore romano estrinseca e condivide la commossa visione del mondo dell’amico e molte volte compagno sul palco: si parte così per un viaggio struggente, di storie e canzoni, sulle migrazioni umane, ma anche sulle radici e sul senso dell’“umano”.
Un altro grande nome del teatro (ma anche del cinema e della letteratura) nazionale per la programmazione 2017 – 2018 di Centorizzonti “diTeatro”, VI edizione del progetto culturale dell’omonima rete di 15 Comuni trevigiani e bellunesi condiviso con la Regione Veneto e coadiuvato da Echidna Cultura, e un altro sguardo del teatro contemporaneo: domenica 4 marzo alle 18.00 Giuseppe Cederna porta al Teatro Eleonora Duse di Asolo, Treviso, “Da questa parte del mare”, spettacolo diretto da Giorgio Gallione che deve il titolo all’ultimo libro del cantautore Gianmaria Testa, pubblicato postumo da Giulio Einaudi Editore il 19 aprile 2017.
“Da questa parte del mare” è il libro della vita di Gianmaria Testa, il racconto dei pensieri, delle storie, delle situazioni che hanno contribuito a dar vita ad ognuna delle canzoni dell’album omonimo (“Da questa parte del mare” è stato il titolo del disco che nel 2007 ricevette la Targa Tenco come migliore album dell’anno), ed è un po’, anche, inevitabilmente, il racconto di Gianmaria stesso e delle sue radici. È il racconto dei grandi movimenti di popolo di questi anni, ma è anche il racconto delle radici e della loro importanza. È il libro con cui Gianmaria si è congedato in pace, dopo una vita onesta e dritta. È un patrimonio di riflessioni umanissime, senza presunzioni di assolutezza. Nel libro il “cantautore degli ultimi” scrisse: “Ho l'impressione che nei confronti del fenomeno delle migrazioni abbiamo avuto uno sguardo povero e impaurito che ha fatto emergere la parte meno nobile di noi tutti, - scrive. - Bisogna avere occhi, cervello e coraggio da spendere”.
“Da questa parte del mare” ora è divenuto uno spettacolo teatrale, tributo dell’amico Giuseppe Cederna, che più volte ha condiviso il palcoscenico con Gianmaria e che con lui condivide ancora, soprattutto, una commossa visione del mondo. Il racconto che prende vita sul palcoscenico è una tessitura di storie affacciate sul Mediterraneo, che emerge come un altro protagonista nel viaggio struggente, per storie e canzoni, sulle migrazioni umane, ma anche sulle radici e sul senso dell’“umano”. E curioso – o forse no – è il fatto che a narrarlo sarà Cederna, tra i protagonisti del film “Mediterraneo” di Gabriele Salvatores, Oscar come Miglior film straniero nel 1992. Cederna ha più volte condiviso il palcoscenico con Testa e con lui spartisce ancora, soprattutto, una commossa visione del mondo. Giorgio Gallione, altro amico del cantautore piemontese, cura la regia, con l’obiettivo di tradurre in linguaggio, immagini e forma teatrali, parole pensate per la pagina scritta, ma dense di sonorità e musica (gli elementi scenografici sono di Lorenza Gioberti e le luci di Andrea Violato).
Attraverso un'esile tenda, Giuseppe Cederna si insinua nei tanti fili narrativi che man mano si svolgono tra parole e piccole azioni. Cavalcando una sedia, sedendovisi di lato, mettendo i piedi in una pozzanghera-mare al centro della quale un sasso-scoglio indica Lampedusa. L'attore ci accompagna dentro un preciso sguardo, rivolto guardare in faccia il senso del migrare, contrapposto a quell'esperienza altra che noi viviamo da viaggiatori, percorrendo il mare nostrum in direzione opposta: uguali e a volte persino accanto, attraversiamo il Mediterraneo, ma siamo profondamente diversi perché “noi abbiamo una casa e un documento di identità”, riflette Testa, sottolineando la libertà di movimento e la serenità nell'idea del ritorno. Dai tanti episodi emerge l'amarezza e la frustrazione di essere accanto ai migranti ma di non capirli o poterli raggiungere. Incontrarli ma, spesso, non poter parlare loro. Vederli ma non riuscire a conoscerli. Viaggiare insieme a loro, ma difficilmente con loro.
Così un episodio scivola nell'altro, in un susseguirsi di vicende umane che si assomigliano e si associano a dipingere un grande quadro, fatto di molte tinte diverse ma tutte sporcate da quel liquame misto a petrolio, nero o bluastro, in cui tanti migranti muoiono avvelenati prima ancora di arrivare a destinazione. Un poetico languore triste pervade questo spettacolo che, come un cantico dedicato a creature perdute, celebra un cantore e il suo pensiero, abbracciando passato e presente di una vasta umanità, attraversata ora per caso ora con intenzione, mai con indifferenza.
Centorizzonti diTeatro proseguirà con l’ultimo appuntamento sabato 24 marzo al Teatro ex Collegio Maria Bambina del Belvedere di Crespano del Grappa, Treviso: si tratta di “Un sacchetto d’amore. Ovvero i sentimenti ai tempi dello shopping compulsivo” di e con Antonella Questa, che con la consueta ironia ci condurrà alla riflessione su un mondo in cui si deve avere per affermarsi, dove tutto è a portata di mano fuorché i rapporti autentici.

Biglietti: 15 euro biglietto intero, 13 euro biglietto ridotto
Prevendita: ogni sabato precedente lo spettacolo dalle 10,30 alle 12,30 a Villa Benzi Zecchini, a Caerano di San Marco Vendita biglietti: un’ora prima dello spettacolo nel teatro di svolgimento. Biglietteria Online: Mailticket.it
Per prenotazioni e informazioni:
Echidna Paesaggio Culturale, tel. 340 9446568, 041 412500, info@echidnacultura.it, www.echidnacultura.it
Villa Benzi Zecchini, tel. 0423 650 509, info@villabenzizecchini.it

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