Sabato
27 ottobre, alle 21, nell´Auditorium del Museo di Santa Caterina, è stata presentata l´opera "Mario Del Monaco - vibrazioni canore" del pittore Silvio Gagno. Un omaggio sentito dell´arte pittorica a uno dei più grandi cantanti lirici che l'Italia ha avuto. Mario Del Monaco è conosciuto e ricordato ancora oggi, dagli appasionati d'opera da tutto il mondo.
La serata è stata poi allietata dal Concerto del Duo Alterno El fior robè - Tiziana Scandaletti, soprano e Riccardo Piacentini, pianoforte. Folto e interessato il pubblico presente nell'Auditorium.
Carlo Sala: "...La pittura di Silvio Gagno si pone in quei territori di passaggio tra la coscienza intima ed affinata della natura e la sua astrazione. Se osserviamo le opere degli ultimi cicli, non troviamo la preminenza di una narrazione: l´autore
non si rivolge alla realtà e, salvo in alcuni piccoli frammenti, questa è decostruita ed alterata.
Viene spontaneo indagare dove e come si innesti il dato naturale e facendosi portatore di quale concezione. La
ricerca di Gagno vede tale aspetto come un elemento originario e fondante del perimetro in cui agire: una sorta di
alfabeto primordiale, che non ha nulla a che fare con le combinazione di stampo realistico (infatti non sono
rievocati dati tangibili); semmai un corollario di regole compositive che si misurano sul metro degli elementi tonali e
cromatici. Questa è la sintesi a cui l'autore perviene nei Codici, ciclo che egli coltiva da un decennio e che ancora
oggi si sta evolvendo secondo varie direttrici.
I primi lavori contenevano colori neutri che successivamente hanno esplorato un vigore cromatico quasi imprevisto.
In ciò il significato di natura di Heidegger non è estraneo: nell'Eraclito il filosofo vedeva una connessione tra la vita
e la luce ed elaborava un'accezione di natura come elemento archetipale, indissolubilmente correlato all´esistenza.
Nei Codici lo scenario si fa astratto coniugando alcuni tratti apparentemente inconciliabili. Elementi tra loro discosti
si fondono trovando una conciliazione inattesa grazie ad un impeto emotivo che accompagna e supera la
costruzione razionale.
Nelle varie modulazioni che la pennellata compie sulla tela, occorre scrutare la pluralità con cui si dipana il dato
cromatico: solo superficialmente segue degli schemi predefiniti, mentre in realtà agisce secondo contrappunti e
dissonanze. Le varie tonalità infittiscono il discorso visivo e stratificano il tocco dell´autore, seppure mascherato
sotto una griglia compositiva. In questi anfratti visivi appaiono zone fortemente emotive che restituiscono
suggestioni difficilmente codificabili. Il fruitore è invitato a indagare questo mondo aniconico, cercandone la forza
insita e le sensazioni più sottili.
Alcuni lavori presentano, incastonate nelle maglie cromatiche, fotografie che rimandano ad un tempo passato: volti
di una società che ha suběto profonde mutazioni e che conservano il potere di rievocare le nostre radici. Se in altre
opere i codici totalmente astratti mostravano un senso quasi cosmico del nostro essere, queste, dal sapore
memoriale, dischiudono un tempo trascorso che ancor oggi è vivido nel nostro immaginario. Ne risultano quadri
dalla grande valenza identitaria, in cui il singolo volto smarrisce la propria specifica importanza.
In questo processo di fusione tra immagini del reale e complessità del gesto pittorico, si arriva negli anni successivi
alla realizzazione di una serie di ritratti. Ecco comparire i volti di musicisti, artisti, scrittori e critici, persone a cui
Silvio Gagno è legato da un rapporto umano ed intellettuale. Fisionomie che divengono il pretesto per compiere un
ulteriore percorso di ricerca, non certo semplici effigi. Le sovrapposizioni di colori rendono meno certi i lineamenti e
le sembianze formali appaiono lievemente velate. La ricerca dell´artista non volge alla mera somiglianza, semmai,
attraverso l´evocazione di una personalità, vi converge variegate suggestioni e le immagini, in particolare attraverso
le pulsazioni tonali del colore, rimandano ad un "catalogo" di sentimenti contrastanti da cui le esistenze citate
risultano animate.
Questa maestria compositiva dei vari moti dell´emotività dominati da un forte senso di sintesi si manifesta anche
nelle sculture recenti: strutture minimali che richiamano forme totemiche o stele che racchiudono qualche forma di
conoscenza. Interventi che si stagliano dunque in modo allegorico, a ricordarci come i processi identitari e memoriali siano il frutto - ed al tempo stesso il punto di ripartenza - per il nostro percorso individuale e comunitario. ..."
A cura di Virginia Men, foto di Maria Ester Nichele