Per leggere il nuovo libro di Aldo Busi, uscito in edicola e intitolato
E baci, bisogna innanzitutto munirsi di una bussola. Tra i mille temi affrontati e i rimandi da un presente in Sardegna a correggerne le bozze a un passato ubiquo, prossimo e remoto a scriverlo, a un tempo indefinito,
E baci risulta a una prima lettura un gigantesco ginepraio. Non per coloro che hanno seguito lo svolgersi della materia nel tempo sul sito
altriabusi.it - perché il libro è composto dagli articoli pubblicati dallo scrittore su questo sito internet dal 2008 al 2013 - e che si sono molto dispiaciuti di non trovarci pubblicato un certo meraviglioso passaggio su Napoleone e la sorella Paolina, scomparso anche dal sito, ma
pazienza. Insomma, una volta che ci si è orientati tra tempi e argomenti, si può finalmente riflettere sul ritratto che lo scrittore ha bulinato dell'Italia e i suoi abitanti in questi anni. Viene da chiedersi cosa ci spaventa di più guardando in faccia questa Italia-Medusa raccontata nel libro e che riflette quella reale. Il fascismo che promana dalle istituzioni? O forse il pantano in cui si è arenato e piano piano affonda il Sistema Italia? Il Vaticano? C'è di che rimanere pietrificati dallo spavento, non c'è che dire. Dando un'occhiata a quello che succede nel resto d'Europa poi, c'è da inviperirsi sul serio. Siamo indietro su tutti i fronti, e
E baci ce lo dimostra in maniera inequivocabile. Sarebbe ora di studiarle a fondo queste cinquecento e passa pagine e metterci finalmente
al passo, civilmente e legislativamente. Sono sicura che dopo un libro così in circolazione niente rimarrà più come prima. Ottimista, sì!