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IL NUOVO CORSO DI PALAZZO MOCENIGO

1 novembre 2013

Di Anna Paola Zugni-Tauro





La riapertura del Museo di Palazzo Mocenigo a San Stae segna un’altra tappa dell’attività in continua ascesa della Fondazione Musei Civici di Venezia, sistema culturale di eccellenza, che gestisce 11 Musei dotati di ricchissime collezioni, 5 biblioteche specialistiche, l’archivio fotografico che nel prossimo futuro riceverà anche il laboratorio di restauro. Essa fa capo al Consiglio di Amministrazione ed è in grado di autofinanziarsi con le entrate dei biglietti , con i servizi proposti , il merchandising e la collaborazione con i privati che sostengono attività, progetti, eventi. E’ un sistema che coinvolge circa 500 operatori che vanno dalle attività museali, alla ricerca scientifica, alla formazione, divulgazione, didattica, comunicazione.
Dal 2010 è Presidente Walter Hartsarich e dal 2011 alla Direzione è giunta, con la sua eccezionale, creativa e dinamica attività la trentina Gabriella Belli, già fondatrice e Direttrice del Mart di Rovereto . A lei si deve il coinvolgimento dell’architetto e scenografo di fama internazionale Pier Luigi Pizzi per il restyling di Palazzo Mocenigo, la collaborazione con altri Musei dai quali provengono ora ad arricchire il patrimonio originario del Palazzo quadri e oggetti: dal Museo Correr e da Ca’ Rezzonico dipinti storici, dal Museo del Vetro di Murano serpentine e ampolle per i profumi, dal Museo del Merletto di Burano i ricami, dal Museo di Storia Naturale gli erbari, dalla Scuola di San Rocco le porcellane cinesi.
La città di Venezia deve il rinnovamento geniale della sua prestigiosa sede al Presidente, alla Direttrice dei Musei, all’impegno e professionalità di Chiara Squarcina, responsabile del Museo di Palazzo Mocenigo, a Pier Luigi Pizzi, a Rubelli ideatore delle stoffe fiammate, al mecenatismo della famiglia Vidal, Parfums Mavive.
Questa “missione” nasce dall’intenzione di mantenere viva la volontà dell’ultimo discendente della nobile famiglia Alvise Nicolò Mocenigo, donatore nel 1945, per disposizione testamentaria al Comune di Venezia.
Il Palazzo entrò a far parte del sistema Musei Civici Veneziani e fu aperto al pubblico come esempio di casa patrizia veneziana del 700 e Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume . Ora i manichini, che vestono i preziosi costumi del Museo, per la collocazione a sorpresa che ha dato loro Pizzi, sono pronti ad accoglierci familiarmente e quasi ad intrattenerci spiegandoci le particolarità e l’evoluzione del costume veneziano.
La straordinaria novità ora introdotta nel nobile palazzo è costituita dalle sale dal 13 al 19 dedicate ad un particolare aspetto della storia veneziana, quello del profumo, storia magistralmente raccontata da Alvise Zorzi che ne fa risalire la comparsa all’arrivo a Venezia nell’undicesimo secolo della sposa del doge Domenico Salvo, la bizantina Teodora Dukas, che “usa la forchetta e…si profuma” !
Dall’Oriente i mercanti veneziani importarono poi a gara le essenze, l’Ambra grigia, lo zibetto, il sandalo, l’aloe, le spezie. Marco Polo portò le ghiandole del Mosco, un piccolo mammifero, da cui si estrasse il profumo Muschio. Il nome profumo deriva dal latino “per fumum” , perchè si usavano gli incensieri, fin che gli spezieri crearono i moderni profumi diluendo con acquavite e molti anni dopo con l’alcool etilico.
La famiglia Storp, dal 1911 a Monaco di Baviera fondò Drom Fragances e ora espone a Palazzo Mocenigo una selezione dei contenitori e dei flaconi per profumi della sua collezione di 3000 pezzi e 6000 anni di storia.
L’apertura del Museo verso la contemporaneità si afferma anche con la prospettiva di sistemare altri spazi del palazzo per dedicarli alla moda del 900, prima fra tutte la collezione Camerino, con un programma di incontri , dibattiti, Mostre, presentazioni, sfilate di moda e rivalutazione dell’artigianato artistico.
E’ veramente entusiasmante poter riconoscere in questo avvenimento altamente qualificato un trionfo della cultura dell’arte in un periodo di grave crisi finanziaria che troppo spesso si abbatte sulla cultura, sull’arte e sul suo inestimabile patrimonio.


Anna Paola Zugni-Tauro



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Mensile telematico sul Veneto e Triveneto: Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte,nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.
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