Presso la Cantina Bonotto delle Tezze si è tenuto il secondo appuntamento del percorso che avvicina alla celebrazione del Centenario della Grande Guerra.
Vazzola, 25 ottobre 2014 – È arrivato il momento della verifica per il Raboso 15-18 Centenarius che andrà a colmare 600 magnum nel novembre 2015, a maturazione completata, destinate agli appassionati e agli ambasciatori dei Paesi coinvolti nella Grande Guerra, come tra gli altri Gran Bretagna, Francia, USA, Austria, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Slovenia, Croazia, Bosnia, i generici “Slavi del sud” o ancora i Ruteni, ovvero i “cattolici di Kiev”. Con il suggestivo titolo “Il momento che entra nella storia”, l’incontro di venerdì 24 ottobre ha sancito il legame della Cantina Bonotto delle Tezze con il suo territorio e la storia che lì vi ha trovato scenario.
Afferma a tal proposito il titolare Antonio Bonotto: "A quasi due anni dalla prima idea di un nostro personale tributo alle vicine celebrazioni del centenario, le sensazioni sono molto positive. Sembra che il tempo, di cui necessita il nostro Raboso del Piave per affinarsi e dare il meglio di sé, sia anche foriero di nuovi spunti e collaborazioni. Il nostro obiettivo fin da subito è stato che il legame storico del vino, della famiglia e del Piave con le vicende belliche diventasse un contributo al nostro territorio per far emergere quel patrimonio di sensibilità, passioni e competenze che sa esprimere. La collaborazione con il dottor Pittalis per ricavare da questo lavoro un oggetto di divulgazione e con la Fondazione Jonathan Collection per il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico legato alla Grande Guerra, vanno in questa direzione".
Aggiunge poi Antonio Bonotto in merito al vino: "Il vino in oggetto è un Raboso del Piave DOC, vendemmia 2012. Le uve provengono da una vecchia Bellussera e volutamente porta con sé quei caratteri di forza e rusticità che nei secoli avevano determinato il grande successo commerciale e lo stretto legame con i mercati della Serenissima. Un Raboso con il gusto di un tempo perfettamente idoneo a rappresentare le epiche battaglie sul Piave".
Un percorso iniziato lo scorso anno e che lentamente, con i tempi di maturazione del Raboso del Piave 2012, vuole essere occasione di avvicinamento alle commemorazioni del Centenario attraverso approfondimenti culturali, di impegno personale, ma anche di informale convivialità.
Il rito si è rinnovato nella bottaia della Tenuta di Antonio Bonotto, dove, dopo il prelievo di un campione del vino in affinamento per la valutazione da parte dei presenti e la degustazione tecnico-emozionale (accompagnata da una suonatrice di Violino e da una valutazione della sommelier Pia Martini) dei 18 mesi di affinamento in rovere, ha preso la parola il giornalista
Edoardo Pittalis in un suggestivo racconto accompagnato dal cantautore
Gualtiero Bertelli sul tema portante della Grande Guerra.
La bottiglia di magnum Raboso 15-18 Centenarius - Raboso del Piave DOC 2012 a edizione limitata verrà messa in commercio presso la Cantina a novembre 2015 e porterà con sé gusti e profumi della memoria per un’etichetta ad hoc, che rimarca la storicità della zona e dell’azienda, per non dimenticare.
BONOTTO DELLE TEZZE
Almeno seicento anni di storia legano la famiglia Bonotto e il piccolo borgo di Tezze, situato lungo la sponda sinistra del fiume Piave a valle di Conegliano. Queste terre nei primi secoli dopo l’anno mille godono del fondamentale contributo che gli ordini monastici medievali portano alla moderna vitivinicoltura europea. Furono essi infatti i più importanti coltivatori e diffusori della vite. Oggi possiamo ripercorrere questi itinerari, lungo la strada del vino rosso, e notare che sovente essi fungono ancora da centri aziendali di rinomate aziende agricole. E la famiglia Bonotto? I “distrettuali” Bonotto dalle Tezze sono impegnati fin dal 1400 nella coltivazione dei terreni, nell’allevamento del bestiame e nel commercio delle granaglie. La famiglia Bonotto continua la propria attività di agricoltori nella sede di Borgo di Mezzo che ancora oggi ospita le residenze e le cantine di vinificazione e affinamento dell’azienda.
A cura di Federico De Nardi