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Numero 128

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SFIDA TUTTA ITALIANA AL PREMIO MAZZOTTI

A cura di Abcveneto




Una sfida tutta italiana quest’anno sabato 22 novembre alla cerimonia conclusiva del concorso al Parco Gambrinus di San Polo di Piave (Treviso): i 40 membri della Consulta dei Lettori hanno scelto con 15 preferenze “Huascaran 1993. Verso l’alto, verso l’altro”, appena una in più rispetto a “Verde Brillante” di Stefano Mancuso e Alessandra Viola.
Per la prima volta anche l’assegnazione di un doppio Premio Honoris Causa a due colonne dell’alpinismo del Novecento, Armando Aste e Spriro Dalla Porta Xydias.
Tre italiani, e che italiani, quelli sul podio del XXXII Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”, del quale si è disputata la finale oggi sabato 22 novembre al Parco Gambrinus di San Polo di Piave (Treviso): tra loro, il geografo ed esploratore Franco Michieli, autore di ““Huascaran 1993. Verso l’alto. Verso l’altro” (Club Alpino Italiano Sezione di Cedegolo – Valcamonica Editore, 2013) e vincitore della sezione “Alpinismo: imprese, vicende storiche, biografie e guide”, Stefano Mancuso, georgofilo tra le massime autorità mondiali nel campo della neurobiologia vegetale, coautore con la giornalista Alessandra Viola di “Verde brillante” (Giunti Editore, 2013) e premiato nella sezione “Ecologia e paesaggio”, e il docente e storico Ottavio Cavalcanti, autore di “Terra Acqua Mani Fuoco. Ceramica popolare in Calabria” (Rubbettino Editore, 2013), opera selezionata per la sezione “Artigianato di tradizione”, la Consulta dei lettori, giuria popolare composta da quaranta membri, ha scelto “Huascaran 1993. Verso l’alto. Verso l’altro”, che con 15 voti si è aggiudicato il Super Premio Veneto Banca – La Voce dei Lettori di 3 mila euro, superando “Verde Brillante” di appena un punto in un appassionate “testa a testa” (5 invece le preferenze per “Terra Acqua Mani Fuoco. Ceramica popolare in Calabria”).
La XXXII è stata un’edizione che, attraverso le opere partecipanti, ha messo in primo piano il rapporto uomo - montagna e la necessità di rivedere il nostro approccio all’ambiente.
E sulle orme di Mazzotti, che dimostrò in questi ambiti una sensibilità non comune e lungimirante, il concorso a lui dedicato recepisce le nuove sollecitazioni e amplifica i messaggi più innovativi.
Non a caso sul podio tutto italiano quest’anno sono saliti due connazionali “destinati a cambiare il mondo”: Franco Michieli, geografo ed esploratore dalle origini trevigiane tra i più esperti nel campo delle grandi traversate a piedi di catene montuose e terre selvagge, e Stefano Mancuso, esperto tra le massime autorità mondiali nel campo della neurobiologia vegetale, Michieli, commentando il valore della propria opera, ha posto l’accento invece sul valore sociale dell’alpinismo: “Ci sono personaggi, come Battistino Bonali, protagonista del mio libro, o il coneglianese Giuliano De Marchi, che trovano nella montagna una via per essere migliori”.
“L’intelligenza non è solo quella umana, - ha sottolineato Mancuso – se ad esempio per lo sviluppo della rete e dell’intelligenza virtuale ci si ispirasse alle piante e al mondo vegetale si potrebbero compiere grandi passi avanti”.
Il nuovo, ma anche la tradizione: quest’anno, che un ruolo centrale hanno avuto la montagna e l’alpinismo, per la prima volta sono stati assegnati due Premi Honoris Causa a due pilastri dell’alpinismo nazionale del dopoguerra, Spiro Dalla Porta Xydias e Armando Aste.
Spiro Dalla Porta Xydias, nato a Losanna nel 1917 ma triestino d’adozione, è passato alla storia per due scalate in particolare, nel 1944 la prima invernale degli strapiombi nord del Campanile di Val Montanaia e nel 1955 l’ultima parete ancora inviolata, la parete est che Comici aveva tentato di scalare invano. Dalla Porta Xydias, presidente nazionale del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, ha pubblicato cinquanta opere, di cui quarantatre dedicate alla montagna e all’alpinismo  (narrativa biografica, monografie, romanzi, libri storici).
Armando Aste è uno dei grandi alpinisti viventi, protagonista assoluto dell’epoca delle direttissime, delle solitarie e delle invernali, entrato nella leggenda e nella storia dell’alpinismo per le innumerevoli ascensioni compiute sulle Dolomiti, che hanno rappresentato l’evoluzione dall’arrampicata classica a quella moderna.
“Mani sempre in alto per scalare, ma anche per dire grazie”, così Spiro Dalla Porta ha dipinto l’alpinista, condensando in poche ma intense e commoventi parole la sua visione della scalata, che deve essere mezzo per una crescita morale e spirituale. Nel corso della cerimonia sono stati premiati anche gli studenti vincitori del Premio letterario “Giuseppe Mazzotti” Juniores, che hanno concorso con elaborati ispirati, come suggerito dal bando di concorso, ad una delle sezioni di gara del XXXII Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”, ovvero “Alpinismo: imprese, vicende storiche, biografie e guide”, “Ecologia e Paesaggio” e ““Artigianato di tradizione”. Sul podio saliranno la prima classificata Gloria Dapporto, del Liceo Classico “Giorgio Dal Piaz” di Feltre - Belluno (classe seconda Liceo), vincitrice con l’elaborato dal titolo "Il confine dell’alpinismo”, Carlotta Condello del Liceo Classico Istituto Vescovile “Guglielmo Marconi” di Portogruaro (Venezia), che ha invece guadagnato la medaglia d’argento con “La vita che tace”, e Davide Bonotto dell’Istituto Tecnico Agrario “Alberto Parolini” di Bassano del Grappa (Vicenza), terzo classificato, che ha convinto la giuria con "Le valli dimenticate”.
Anche quest’anno la sezione Juniores è quella che ha riservato le maggiori sorprese. Come ha ricordato il presidente della giuria del premio cadetto, Gianquinto Perissinotto, ai giovani vanno date occasioni e il Premio in questo rappresenta un esempio vincente: ogni anno i contributi degli studenti del Triveneto testimoniano la grande sensibilità e la lucida capacità d’analisi delle nuove generazione. E coinvolgente è stato l’appello di Davide Bonotto, lo studente bassanese terzo classificato: “Oggi vedo le valli in cui sono cresciuto sporche e mi sento sporco anche io – ha detto – Vogliamo meno progresso ma più autenticità e purezza”.

Non solo, la cerimonia è stata preceduta dall’inaugurazione di due mostre al Parco Gambrinus: “El mondo roverso. Cento piastrelle per ricordare Giuseppe Mazzotti”, a cura dello spazio culturale Al Portello Sile della sezione Alpini di Treviso, e “La guerra del Tenente Comisso”, graphic novel liberamente ispirata a “Giorni di Guerra” di Giovanni Comisso (testi di Federico De Nardi, immagini di Alberto Dabrilli). E non è mancata la consueta emissione, in stretta collaborazione con il Gruppo Filatelici di Montagna del Club Alpino Italiano (C.A.I.), Sezione “Luigi Rizzardi” Auronzo di Cadore, di uno speciale annullo da parte delle Poste Italiane su dodici cartoline che richiamano le opere vincitrici della XXXII edizione 2014 e della precedente XVI edizione 1998.

Il Premio, promosso dall’Associazione “Premio Letterario Giuseppe Mazzotti”, patrocinato e sostenuto dal Touring Club Italiano, dal Comune di San Polo di Piave, dalla Regione del Veneto, dal Club Alpino Italiano, dalla CONFARTIGIANATO DEL VENETO, dalla VALCUCINE Spa, con il sostanziale contributo della FONDAZIONE VENETO BANCA.

A cura di Abcveneto

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Mensile telematico sul Veneto e Triveneto: Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte, nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.

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