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Numero 164

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Porto Marghera 100  

5 novembre 2017

A cura di Abcveneto




Si è inaugurata sabato 4 novembre 2017 alla presenza del Presidente del Comitato Nazionale per il Centenario di Porto Marghera e Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, della Presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, Mariacristina Gribaudi, e del Direttore della Fondazione e curatore dell'esposizione, Gabriella Belli, la mostra Porto Marghera 100, realizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, in collaborazione con il Comune di Venezia.

Presentata nei suggestivi ambienti dell'Appartamento del Doge a Palazzo Ducale, l'esposizione racconta la nascita e lo sviluppo di Porto Marghera, uno dei più importanti poli produttivi e commerciali d'Europa. A cura di Gabriella Belli, con la collaborazione di Paolo Apice, è visitabile dal 4 novembre 2017 al 28 gennaio 2018 e rappresenta il fulcro delle iniziative legate alle celebrazioni dei cento anni del polo industriale (1917-2017) promosse dall'Amministrazione Comunale per volontà del sindaco Luigi Brugnaro.

Il Comitato Nazionale per il Centenario della nascita di Porto Marghera , costituitosi nel 2016, ha promosso oltre a questa un fitto calendario d'iniziative volte a ricordare la grande storia industriale di questo luogo, ma anche a riflettere sul suo futuro, consapevole che questo sito pregno di storia abbia segnato, tra luci e ombre, tutte le vicende dell'industria italiana del Novecento.

La mostra a Palazzo Ducale intende illustrare il ruolo chiave che Porto Marghera esercitò sul territorio di Venezia e della terraferma e sulla storia produttiva ed economica, non meno che su quella sociale e culturale, del nostro Paese.
Non sarà quindi solo una rassegna retorica o commemorativa. Anzi, con l'obiettivo di rivolgersi anche alle giovani generazioni, il progetto si propone come un grande sforzo innovativo che concili la storia con la suggestione, il dato oggettivo con il dato creativo, l'elemento produttivo con quello evocativo.

Con rigore e leggerezza immaginativa, si mette in scena un racconto nuovo la cui voce narrante è il linguaggio dell'arte contemporanea, che con l'occasione entrerà per la prima volta a Palazzo Ducale.

Le parole di questa lunga narrazione sono le materie prime da cui tutto è iniziato, rappresentative delle vicende occorse in questo luogo, ma nello stesso tempo fortemente simboliche ed evocative di quel fermento produttivo che, come è noto, ebbe il suo massimo sviluppo nel 1965 con la presenza di oltre duecentoventi aziende e ben più di trentamila lavoratori.

Acqua, carbone, ferro, chimica, plastica, tessile, vetro sono le materie prime associate alle principali produzioni e lavorazioni avvenute nelle industrie di Porto Marghera, molte - come è noto - di alto valore innovativo.
La mostra è concepita come un percorso suggestivo e non cronologico tra i materiali e la rilevanza che ciascuno ha avuto per la storia di Porto Marghera.

A ciascun materiale è stata dedicata una stanza dell'Appartamento del Doge e per ogni stanza è stata scelta un'opera altamente rappresentativa del lavoro e della ricerca artistica contemporanea sul materiale individuato. Il pubblico di Palazzo Ducale avrà occasione di seguire un percorso avvincente tra le opere di alcuni degli artisti più importanti sulla scena internazionale contemporanea , molte delle quali portate per la prima volta a Venezia: Jannis Kounellis, Pino Pascali, Gilberto Zorio, Tony Cragg, Mario Merz, Daniel Spoerri e poi ancora Cagnaccio di San Pietro, Emilio Vedova, e i più giovani Julia Mangold, Anne-Karin Furunes, Sissi e Colombo Manuelli.

Protagonisti quindi i materiali e gli artisti nello svolgimento di una narrazione circolare, senza dimenticare le storie degli uomini che hanno popolato il sito di Porto Marghera e ne hanno vissuto le alterne vicende. Le opere sono associate infatti a fotografie storiche e fotografie autoriali contemporanee; una sezione, curata dall'equipe del professor Gianpiero Brunetta dell'Università di Padova, sarà dedicata al cinema. Documenti storici, sequenze fotografiche, pubblicità e alcuni straordinari montaggi d'epoca provenienti dall'archivio dell'Istituto Luce di Cinecittà daranno conto di quel particolare, a volte controverso, fermento di uomini e prodotti che animò il sito fino allo scorcio degli anni Settanta.

La necessità di una nuova grande area portuale e commerciale nel territorio veneziano emerse già a fine Ottocento, quando il visionario capitano marittimo Luciano Petit ne propose la collocazione sulle barene dei Bottenighi, zona per lo più paludosa posta sul limitare della terraferma veneziana.
Il progetto, inizialmente portato avanti da Piero Foscari e poi sostenuto dalla borghesia veneziana con Giuseppe Volpi in primis insieme al sindaco Grimani - e attuatosi con il sostegno del grande gruppo idroelettrico SADE (di cui Volpi era presidente) e della Banca Commerciale Italiana -, sfociò nel 1917 nella firma della Convenzione tra Stato, Comune di Venezia e Società Porto Industriale che ne suggellò di fatto la nascita.

Fin dal principio Porto Marghera divenne un attrattore di nuove imprese commerciali e giovani industrie e negli anni successivi si arricchì dell'industria metallurgica (ciclo dell'alluminio), del settore chimico (distillazione del carbone e produzione di gas), del settore petrolifero e della raffineria, della siderurgia e della cantieristica, e molto altro ancora, tanto che questo complesso industriale rappresentò un unicum nell'economia italiana del tempo.

Tutt'oggi queste produzioni si possono leggere come uno stupefacente esempio di visione imprenditoriale, di lungimiranza e innovazione, anche in prospettiva di un'auspicata riqualificazione dell'area, che conserva ancora intatte le sue potenzialità di luogo strategico per le attività produttive e commerciali, ma anche per quelle culturali.

Di tutto ciò la mostra darà conto, senza però tradire l'intento che la anima, rappresentato sia dalla necessità di raccontare la storia di Porto Marghera nell'importante ricorrenza del Centenario, sia dall'opportunità di attrarre l'attenzione e l'interesse delle generazioni più giovani. Non solo una semplice rilettura del passato, dunque, ma anche e soprattutto uno spunto di riflessione in chiave futura.

A cura di Abcveneto



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Mensile telematico sul Veneto e Triveneto: Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte, nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.
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