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Chi ha detto che i Veneti sono razzisti? Incontri con la cultura arabo-islamica

1 ottobre 2012

Di Raffaella Biasi


Locandina del programmaGirando il mondo, le notizie sugli italiani non sono allettanti, ci infamano per la mafia e la corruzione e per i gossip. Molti stranieri dicono che siamo ormai terzo mondo sia per la burocrazia che ci travolge, riguardo al benessere degli italiani complessivamente, ad esclusione di coloro che vivono con i risparmi dei genitori. Ma gli stranieri in genere, se non sono alunni in età scolare non si rendono contro neanche degli sforzi che 'il mondo occidentale' fa per accoglierli meglio. Per esempio se lavori nella scuola tutti sanno che ci sono dei regolamenti per gli stranieri con meno di tre anni in Italia, i quali hanno i compiti agevolati e i corsi fatti ad hoc per loro. Ma questa mia introduzione serve solo a mettere in luce che le attività in Veneto sono tante, solo che magari non sono seguite abbastanza, ma solo da una classe colta e da dei gruppi 'di nicchia'. Una delle meravigliose attività che si fanno nel 'Veneto dei Veneti', e che in vece sono attività multiple e onnipresenti è stata ideata dalla biblioteca di Ca' Foscari, dall'associazione BALI e da Provincia e Regione.
In questo caso vi presento una attività che andrà avanti per tutto il mese di ottobre e che è stata inaugurata il 26 settenbre 2012 a Venezia. Il titolo è: Un Altro Mediterraneo: incontri con la cultura arabo-islamica. Le prossime relazioni saranno dalle ore 18 alle 19 circa, ogni mercoledì, ossia il 03 ottobre, il 10, il 17, il 24 e 31 ottobre.

Sempre alla ricerca del dialogo attraverso la conoscenza e al rispetto per le culture altre, è stata aperta questa iniziativa che, al primo incontro ha visto riunito un folto pubblico presso la Scoletta dei Caegheri a San Tomà (o san Polo 2857). La relazione di aperture trattava degli oggetti che ci sono arrivati dall'oriente islamico e degli scambi commerciali tra le due culture. Ciò che mi ha colpito sono state alcune frasi sui rapporti di scambio durante le crociate, ma non erano tutti furti di guerra, come sogliono lamentarsi gli arabi che non vedo poi mai presenti a conferenze scientifiche, ma che i rapporti di scambio sono tratti dai documenti e dai registri delle navi e dalle carte dell'epoca. Così si possono accertare che erano compravendite. Per esempio Nel 1350 l´unica moneta accettata al Cairo sono i ducati d´oro di Venezia, la quale scambia vetri, ceramiche e inoltre Venezia era il punto di centro di scambio verso gli altri paesi. E che già nel XIII secolo sono descritti i rapporti con Aleppo. Man mano passa il tempo gli abili egiziani si impratichiscono a produrre quegli oggetti d'arte tanto richiesti e cosi dal 15º secolo vi è una specie di rivoluzione negli affari perché gli egiziani si fanno tutto da sé e quindi non c'è più scambio di vetri e ceramiche, ma piuttosto ancora di tappeti che noi comperiamo sempre a cifre altissime. Insomma grande sviluppo 'tecnologico' per cui non occorre più per loro comperare da noi. Anche queste informazioni vengono dagli archivi e dagli inventari veneziani, dal carteggio mercantile, e dalla contabilità delle navi. Certo che durante il Sacco di Costantinopoli ( 1202), durante la IV crociata, ci dobbiamo assumere la responsabilità del saccheggio che arrivò fino ad distruggere la città stessa, la quale, comunque, sopravviverà solo per altri duecento anni.
Durante il periodo dell´Egitto dei Mamelucchi vi sono dei lasciti delle famiglie veneziane al museo Correr che attestano anche la compravendita. Nel XV secolo gli arabi producono oggetti specifici per forare mercato europeo, ed è considerevole il fatto che li producono con delle parti lasciate in bianco per mettere gli stemmi delle casare patrizi. Sono oggetti in oro e argento, emanatori di profumo o incensieri, scaldamani e scatolette decorate. Il primo vetro egizio a Venezia è datato 1233, probabilmente frutto delle crociate, scambiato come merce di valore tra i principi crociati. Poi troviamo anche panni, rame, ambra e vetri per Alessandria. Dal '400 non si importa più vetro lavorato, ma si esportano lampade da moschea dipinte a smalto. Da notare anche in ambito architettonico le somiglianze tra l'Oriente e Venezia. Finestre e merlature uguali a Venezia e al Cairo. Invece non si sono trovati i nomi e le piante degli architetti né ci sono libri che attestano disegni o basamenti o oggetti per le case, sia per costruirle che per decorarle. Le crociate sono portate avanti tutte da da maschi che perņ portano a casa suppellettili per le famiglie e, quindi, come già sappiamo, le crociate sono state grande fonte di scambio. Cosi come lo sono le parole, Importiamo moltissime parole tra cui meno note sono arsenale, taccuino, zattere ecc e tutto il mare di parole che ci derivano dagli arabi. Così anche per i trattati di medicina e filosofia. Insomma, il Mediterraneo è la grande regione, e i confini degli stati sono solo i limiti di questo grande stato.
Per concludere direi che questa è una grande iniziativa gratuita che ci da la possibilità di conoscere l'altro e di apprezzare le grandi virtù dei popoli arabo-musulmani.

Di Raffaella Biasi



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Mensile telematico sul Veneto e Triveneto: Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte,nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.
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