Qual è il quid che trasforma una storia qualsiasi, anonima, in una storia universale, in cui ci si riconosce e immedesima? L´abilità nell´uso delle parole. Non delle parole belle, ma di quelle giuste, quelle in cui si percepisce un grano di verità, le parole-trivelle che bucano il visibile per infilarsi negli strati profondi della materia umana.
Passano attraverso il corpo, la concretezza, i fatti nudi e crudi, liberi da interpretazioni personali e sgravati da speculazioni filosofiche. E soprattutto attraverso i sensi. Sono loro che ci ancorano alla terra e alla realtà: fanno uscire dal foglio cassapanche cigolanti, sopracciglia cespugliose, gatti siamesi, casalinghi disperati con dosi fuori controllo di last al limone, farmaciste che sminuzzano canfore e mentoli nel mortaio.
L´abilità nell´uso delle parole si acquisisce a piccoli passi. Bisogna insistere, leggere molto. E poi scrivere. Facendo attenzione a punti e virgole, dettagli, descrizioni, dialoghi, al verbo adatto, al sostantivo calzante.
Ecco un agile vademecum, con esempi pratici e spunti che ti aiuteranno a rendere empatiche e vibranti le tue narrazioni.
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