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Intervista a Bruna Graziani, fondatrice della scuola di scrittura Il Portolano

1 ottobre 2014

Intervista a cura di Maria Ester Nichele





Da cosa nasce la tua passione per i libri?

Bruna Graziani: Nasce dall’amore sviscerato che ho per le parole. L’amore è sposato alla curiosità. Vuoi capire come ‘funziona’ quella persona o quella cosa, una cosa che ti serve, di cui hai profondamente bisogno. Percepisci che lì dentro c’è un mistero e tu cammini per cercare di svelarne almeno un pezzo e durante quel cammino attraversi boschi di meraviglie, da cui fanno capolino i tuoi sogni, le tue aspirazioni, le tue paure. Insomma, ci cerchiamo nelle parole, soprattutto in quelle degli altri. Sono gli altri il nostro specchio. È attraverso gli altri che noi possiamo riconoscerci, capire un po’ di più degli esseri sconosciuti che siamo, soprattutto a noi stessi. Per questo sono importanti i libri, le storie, la letteratura. La letteratura è il confessionale, inginocchiato davanti al quale il personaggio parla dei suoi peccati al posto nostro.

Meglio i libri o gli scrittori?

Bruna Graziani: Gli scrittori sono esseri umani con talenti e difetti. Distinguerei l’essere umano dalla sua opera. Lo scrittore può essere gentile o scontroso. Quello che scrive a volte gli assomiglia e a volte no. Questo però poco importa. Un libro è una cosa viva, proprio come un essere umano che cambia maschera a seconda della persona che si trova davanti. Diventa insopportabile o irresistibile. È il lettore a trasformarlo stabilendo con il libro un rapporto del tutto particolare, dando vita a un mondo esclusivo. Il gioco delle interpretazioni e dei giudizi diventa esponenziale.

E L'idea di Carta Carbone? perché lo hai chiamato così?

Bruna Graziani: L’idea di CartaCarbone cova da molto tempo. Da anni tengo corsi di scrittura autobiografica e creativa. Per quanto riguarda la scrittura, ho una formazione autobiografica. Questo genere considerato ancora da molti, a torto, un genere minore, ha delle potenzialità straordinarie. E non parlo di quelle relative alla cura (il mio non è un ambito psicoterapeutico) che pur ci sono ma di quelle relative alla trasformazione poetica di un testo. Inevitabile quando si prende la penna in mano, anche se si scrivono le proprie storie. Ricordiamoci che le parole sono un canto e noi ci facciamo trasportare da quel canto, seguiamo il suono delle parole che ci portano attraverso territori poetici che poco hanno a che fare con la verità. Piuttosto con una copia o una versione della stessa. Da qui la parola CartaCarbone. Creiamo una versione della realtà e di noi stessi, quella che ci sembra più adatta in quel momento, che più ci gratifica, ci dà ragione. La scrittura autobiografica è come una madre che tiene per mano un figlio che chiede di essere consolato e protetto. Durante i miei laboratori si è formato in modo spontaneo il gruppo di fedelissimi alla scrittura e alla lettura. È lì dentro che ha avuto inizio la cova. “Un festival? Siete matte?” Forse. Sta di fatto che io, Cristina Cason e Renata Giacomini abbiamo cominciato a lavorare seriamente al progetto, ed ora eccoci qui: affaticate, un poco basite per l’evoluzione degli eventi, l’accavallarsi delle difficoltà ma anche per le inimmaginabili sorprese

Cosa ti aspetti dal Festival?

Bruna Graziani: Che molte persone capiscano che sapendo usare le parole, le storie di ognuno diventano condivisibili e quindi possono assumere un valore letterario ma anche sociale. Mi aspetto anche che la nostra città riviva, porti alla luce talenti e mostri quelli già esistenti, diventi il palcoscenico culturale che merita di essere conosciuto e apprezzato da tutti, anche al di fuori delle sue mura.

Si dice sempre che in Italia si legge poco, tu cosa faresti - se ne avessi la possibilità - per cambiare la situazione?

Bruna Graziani: Leggere è un piacere molto intimo. Quando si legge, si instaura un rapporto vero e proprio con autore, narratore e personaggi, un rapporto quasi fisico, di simpatia o antipatia. Ognuno deve scegliere le proprie relazioni. Non sono più tempi di matrimoni per procura. Se però dovessi proprio fare qualcosa, partirei dalla scrittura, soprattutto quella autobiografica, una buona via per scoprire il piacere del raccontare, la poeticità delle frasi, la seduzione di un testo carico di significati molto forti. Paradossalmente, scrivendo di sé si scoprono anche gli altri. E viceversa: nelle parole degli altri cerchiamo sempre noi stessi.

Sappiamo che hai una passione viscerale per Flannery O'Connor, raccontaci qualcosa si lei.

Bruna Graziani: Hai presente quando ci si innamora? Il pudore ti impedisce di pronunciare liberamente il nome del tuo amore, come se, per il solo fatto di esporlo, lo si mettesse in pericolo. Diciamo che Flannery O’Connor ha cambiato una parte di me, del mio modo di vedere la scrittura e quindi la vita. La scrittura non è semplicemente un vagoncino di sillabe di senso compiuto ma un modo di essere, di pensare, di interagire col mondo.

Cambiamo ora discorso. Quali sono le tue passioni al di fuori della letteratura e dei libri?

Bruna Graziani: Una delle mie passioni è liberarmi degli oggetti inutili. Quando mi sveglio il mattino, penso: e oggi, cosa butto? Cosa regalo? E poi amo il gelato (croccantino al rum), i cani, la Sardegna a settembre, Glenn Gould, smodatamente, tutto l’anno.

CartaCarbone festival letterario “Autobiografia e dintorni” è il primo festival di letteratura di Treviso. A CartaCarbone, la scrittura, in particolare autobiografica, incontrerà la letturatura e sarà un punto di ritrovo per scrittori, editori, critici, giornalisti e lettori. La prima edizione si svolgerà il 17-18-19 Ottobre 2014.
Informazioni:http://www.cartacarbonefestival.it

Intervista a cura di Maria Ester Nichele



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