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Numero 139

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L’Aforismo Sedotto di Marco Vinicio Carelli

28 ottobre 2015

A cura di Abcveneto





7 novembre – 8 dicembre 2015. Anche quest’anno il maestro Gianni Ambrogio ha voluto creare, come nella scorsa stagione per Celiberti, l’occasione per esprimere in modo tangibile la sua decennale stima e il suo apprezzamento per l’opera di un singolare artista, oltre che caro amico, il Maestro MarcoVinicio Carelli.
Se pur così diversi nella scelta di forme, strumenti e linguaggi espressivi, ad una attenta analisi i due maestri appaiono accomunati da una sensibilità e una volontà di interpretare e raccontare ognuno la propria personalissima visione della vita e della realtà, capace però di farsi messaggio universale perché specchio del nostro tempo presente.
Ed è così che le suggestive sculture di Carelli, di un visionarismo lirico, quasi magico, stabiliscono immediatamente un singolare dialogo con le opere di Ambrogio, di altrettanto visionarismo, ma espressionista, a volte crudo e sarcastico.
Tema questo che diventerà oggetto di indagini e approfondimenti negli incontri didattici previsti per il periodo di permanenza della mostra.
L’Aforismo sedotto è il titolo di questa mostra,l’espressione stessa della poetica di Carelli. L’aforisma, che per definizione è una sintesi di parole efficaci che racchiudono il risultato di considerazioni, osservazioni, esperienze, si contrappone e si misura qui con la dimensione della seduzione
Dunque la verità contro l’inganno, ma un inganno avvincente capace di esercitare un fascino irresistibile, capace di sed-ducere, ovvero condurre via, in un cammino che, attingendo dal mito, dalla storia, dalla musica, dall’arte, dai nuovi linguaggi contemporanei, rinasce a nuova dimensione.
Ed ecco prendere forma davanti ai nostri occhi un mondo remoto e segreto, sospeso in un grande silenzio, quasi velato di malinconia. Gli oggetti che si compongono e vivono nei bagliori di una luce dorata, creano misteriose alchimie, raffinate suggestioni secondo una eleganza classica mai distante e altera ma sempre attuale, perché in continuo dialogo col presente.
Così, ad esempio, la forma del cono alato e una cuspide d’oro in bronzo poggiate su pesanti zampe di leone diventano espressione della leggerezza del volo ardito e creativo, trattenuto dalla potente saldezza della zampa leonina.
Aleggia sospeso tutto il fascino e il mistero dell’antica arte alchemica spirituale, da sempre legata ad un’espressione costruttiva che si materializza nei rituali legati ai quattro Elementi: Terra, Aria, Acqua, Fuoco, ovvero le quattro Età del Mondo, le quattro qualità dell’Essere Umano: sensibilità fisica, emotività, intelligenza e spiritualità. Rituali che mirano, oggi come allora, a liberare l’iniziato/artista indicandogli il cammino che potrà percorrere per sviluppare a quattro livelli le sue potenzialità creatrici e salvifiche. Ed è proprio nell’assemblaggio e nella manipolazione di elementi, materie, favole che si liberano tutte le potenzialità creative dell’artista. Nel perpetuo gioco di quelle contrapposizioni e ambiguità, simboli e antichi segni che soli hanno conservato la purezza delle origini e che soli possono liberarci da preconcetti e falsi miti e rinascere ad una nuova coscienza e ad una piena libertà.
Libertà che significa consapevolezza del senso stesso della Vita. Una condizione perennemente in bilico tra Vita e Morte, Eros e Thanatos, suono e silenzio, stasi e movimento.
Lentamente anche suono e movimento irrompono sulla scena e diventano protagonisti. In uno spazio e un tempo indefiniti i corpi degli attori prendono vita, si muovono tra luci e colori animando la materia stessa. E’ un vortice di suggestioni, è la sintesi delle arti, è un’esperienza polisensoriale che guarda al passato, rielabora memorie e linguaggi antichi, ma si interroga sul ruolo dell’Arte oggi.
E’ un’esperienza di Arte Totale, dove il corpo in movimento sconfigge la staticità della materia e la melodia del suono coinvolge lo spettatore, intercetta la vita.
L’Arte approda alla sua funzione, diventa conoscenza, redenzione, salvezza dalle inquietudini e ansie del vivere. E’ un messaggio universale, narrato attraverso un linguaggio unico e originale, che con estro ed eleganza, poesia e grazia fa di MarcoVinicio Carelli un autentico artista.
E’ un messaggio universale su cui, se pur per strade diverse, convergono infine le poetiche di due singolari e sensibili artisti quali Carelli e Ambrogio, in questo straordinario dialogo che l’occasione di questa imperdibile mostra ci offre.
Opere in mostra
Questa mostra nasce da un’idea, è un percorso dell’Immaginazione.
L’opera, memore di suggestioni generate dalle Metamorfosi di Ovidio, appare come un “work in progress”, un vortice complesso di molteplici elementi, oggetti, figure che non hanno un preciso legame tra loro eppure formano un tutt’uno indivisibile. E’ un mondo rovesciato dove tutto è possibile e tutto viene messo in discussione: è un gioco dell’assurdo, un percorso ludico, un inesauribile stupore dove il Pegaso alato può arrampicarsi sulle scale o stare in una gabbietta e brandelli umani e teste classiche giacere silenti in uno spazio indefinito. Dove coni alati possono svettare contro il cielo trattenuti da zampe leonine e cerchi ed ellissi intersecarsi evocando la volta celeste. Il tutto illuminato da bagliori di luce riflessi nei metalli in un fluire di percezioni e segni che vanno e poi ritornano; è la tesi e l’antitesi, il dritto e il rovescio della realtà stessa. E’ un’opera autonoma e originale, difficilmente inquadrabile in precise correnti artistiche; è una lezione che non si rivolge a tutti ma a ciascuno singolarmente nel tentativo di ricavarne quel “Genius Loci” alla continua ricerca del significato delle cose e per cui tutto diventa funzionale, strumento rituale per raggiungere la Luce e la Conoscenza perchè la Conoscenza è sempre gioia, conquista, felicità.

MarcoVinicio Carelli nasce a Roma il 31 ottobre del 1942. Vive e lavora tra S. Gregorio da Sassola (RM) e Sommacampagna (VR) presso la Fonderia Artistica Buonvicini.
All’età di quattro anni si trasferisce con la famiglia a Treviso, dove rimane fino al 1965. Nel 1964 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia con il Maestro Santomaso e dal 1970 inizia ad insegnare nelle Accademie di Belle Arti di Venezia, L’Aquila, Bologna e Roma.
In occasione del 50° anniversario di attività artistica, una Edizione del suo lavoro, curata da Pino Usicco, viene stampata dall’Editore Vianello di Treviso in 300 copie, numerate e autografate.

Orari di apertura:
Venerdì: ore 15,00/18,30
Sabato e domenica: 9,00/12,00 e 15,00/18,30
Visite didattiche gratuite. Per info e prenotazioni contattare:
Telefono Biblioteca 0438- 308747
Telefono Segreteria 0438- 498811
info@fondazioneambrogio.it
www.fondazioneambrogio.it


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