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Nasce il sito "Sulle Tracce degli scrittori"

4 ottobre 2015

Di Federico De Nardi





Nasce il sito "Sulle tracce degli scrittori", che vuol ricordare una ricerca letteraria fatta qualche anno fa dal sottoscritto e da Maria Ester Nichele. I due "esploratori" hanno visitato Venezia, Treviso, Padova, Vicenza (mancherebbero tre città...) sulle tracce degli scrittori che sono passati per questi luoghi e che - in qualche modo - hanno lasciato traccia di sé: una targa, un festival, un premio, una statua, una casa museo oppure cospicue pagine dei loro libri.

Gli autori della ricerca (pubblicata parzialmente da Aurelia Edizioni di Asolo) hanno intrapreso tale ardua impresa a spese loro, (tranne l'onere della pubblicazione dei volumi, che è stata coperta da Aurelia Edizioni) senza nessun tipo di aiuto o supporto da parte delle autorità o di altri finanziatori.
Tale aspetto di mancanza di aiuti finanziari da parte delle Istituzioni o altri enti, nelle presentazioni fatte, è venuto fuori più volte con sorpresa evidente da parte del pubblico, ma non degli autori. Sottolineiamo anche che tale ricerca è stata fatta agli inizi degli anni Duemila, (2005 - 2007), in tempi in cui la crisi non poteva essere usata come scusa per evitare qualsiasi tipo di attenzione o aiuto.

Eppure molti (leggi uomini politici etc.) si riempono la bocca che l'oro del paese è il Turismo e la Cultura, ma ciò deve sempre essere fatta da altri e senza seccare, il che forse sarebbe interessante e possibile se la cultura in genere e in senso lato non fosse strombazzata sempre come qualcosa che deve essere alla portata di tutti e quindi gratis, quando tutti sappiamo bene che gratis non vuol dire che che è gratis, ma che qualcuno ha pagato per altri.

La cultura potrà autofinanziarsi o essere finanziata "a merito" quando le si darà anche un valore economico... al pari di quello che si dà a un idraulico o di un calciatore, altrimenti, sappiamo tutti, che in realtà ciò che non costa nulla o non è tangibile - si pensa spesso - che non vale nulla e che ancora peggio, viene finanziato per fare favori a questo o a quello.

Per quanto riguarda la sordità delle varie istituzioni e anche dei privati, mi hanno colpito recentemente, ma non sorpreso, le vicende del Gruppo letterario delle "barbabietole insanguinate" di Padova che si muovono con una capacità espositiva e di visibilità ben maggiore della nostra e che malgrado il successo nazionale e internazionale, sono stati messi da parte dal Comune, a quanto ne so - non gli hanno neppure concesso gli spazi - ( e forse anche dai privati?) al punto che sui giornali i titoli accennano a un loro possibile abbandono della città; ricordiamo inoltre, che ultimamente sono stati anche chiusi diversi uffici turistici e quelli che sopravvivono sono gestiti da volontari... quindi quale sarebbe l'oro del Veneto? Forse basta il Prosecco? (sperando che non faccia la fine del Brunello...) o i termini stranieri usati a sproposito e con una mancanza di identità culturale e territoriale spaventosa? (Vedi il termine green way o people mover... perché non ribattezziamo le gondole Venice Boats? e Venezia potremo chiamarla Venice island... e Treviso Threeface?)

No, oggi non è l'oro di questo paese il turismo culturale, soprattutto quello minore che riguarda il territorio in senso stretto e gli sforzi di qualche fanatico appassionato come abbiamo fatto noi. Non tutta la colpa è da attribuire ai vari enti pubblici e privati, diciamo che chi ha soldi, preferisce comprarsi squadre di calcio o basket o finanziare eventi che gli portino più visibilità, a dimostrazione che questa regione ha fatto un enorme balzo economico negli ultimi cinquant'anni, ma per quanto riguarda la crescita culturale e sociale, siamo ancora fermi al Veneto barbaro di Parise. Per noi, quel "barbaro" sta per una forza barbara, bruta, che oggi coincide con la capacità immediata di avere riscontri (ecco perché si preferisce finanziare una squadra di calcio o comprarsi una bella Volkswagen...). La cultura è sempre stata vista dalla maggior parte delle persone come una bestia strana, come qualcosa di estraneo, con cui non si fanno i soldi. Molti non comprano neppure un giornale e i libri li vorrebbero gratis, ma per bellezza. Peccato. Chi non legge e non ama la cultura spesso finisce davanti alle macchinette dei bar, me lo confessò una volta un operaio con cui lavoravo. "Beato te che leggi, io mi mangio tutto con le macchinette e le sigarette" mi disse.

Per concludere, recentemente, (primavera 2015) un'operatrice culturale, Margherita Antonello, ha organizzato delle gite letterarie - con ausilio di guide professioniste - che hanno coperto la sola città di Treviso ispirandosi alla prima nostra guida (sulle tracce degli scrittori di Treviso e provincia). Questo progetto morirà qui? Non lo sappiamo. Speriamo di no. A noi è servito ed è piaciuto. E non siamo finiti davanti alle macchinette. Auguro anche a voi di non finire davanti alle macchinette.

Sulle tracce degli scrittori

A cura di Federico De Nardi



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Mensile telematico sul Veneto e Triveneto: Cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia, nella cultura, nella fotografia, nel turismo, nel cinema, nell'arte, nell'economia. Registrato con il n° 3104 del Registro Stampa, presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 19/02/2004.
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