Lanzarote, paesaggio vulcanico unico al mondo, nell’arcipelago delle isole Canarie

Lanzarote è l’isola più a nord-orientale dell’arcipelago spagnolo delle isole Canarie...

Di Virginia Men


Si dice che Lanzarote, per il suo aspetto, sia la più vulcanica delle Isole Canarie. Il paesaggio “lunare” ricoperto di crateri, precipizi e vallate di lava solidificata, è una delle sue principali attrazioni, ma non è l’unica. È una delle isole più antiche delle Canarie, frutto di una attività vulcanica che ebbe inizio 22 milioni di anni fa. Il passare del tempo ha modellato i suoi paesaggi e la sua struttura, conferendole una natura davvero spettacolare, dichiarata Riserva della Biosfera dall’Unesco.
L’eterna primavera consente di godere dei contrasti e del suo fascino della sua costa in ogni momento dell’anno. Vi si possono trovare spiagge di sabbia nera o dorata, in zone urbane o in spazi naturali protetti. Di importante valore ecologico il Parco Nazionale Timanfaya e il parco Naturale dell’Arcipelago Chinijo, rifugio di varie specie di uccelli marini.
Deve il suo nome all’isola Lanzerotto Maloncello, il navigatore varazzino (Sv) che per primo la scoprì nel 1312 e che la occupò per diverso tempo. La superficie è di 846 chilometri quadrai, la quarta isola dell’arcipelago, la popolazione di 140.000 persone, è la terza isola più popolosa dopo Tenerife e Gran Canaria, la capitale è Arrecife.
Lanzarote è stata nominata riserva della Biosfrera dall’Unesco, grazie all’impegno dell’architetto locale César Manrique, vero e proprio artista nel combinare arte e natura. Poco lontano da Arrecife si trova la sede della fondazione a lui intitolata, ospitata nella sua residenza, che raccoglie sculture, dipinti, e progetti architettonici di grande integrazione con la natura vulcanica dell’isola. Più a nord c’è le Jardìn de Cactus altro capolavoro da lui creato su una cava usata a discarica. Nel 2017 ha avuto il prestigioso Premio Scarpa dalla Fondazione Benetton. Ancora più in alto dell’isola vicino al mare a c’è Jameos del Agua, altro suo capolavoro dentro alle bolle laviche. Cèsar Manrique ha saputo riconoscere il valore dei propri luoghi e mettere in atto strumenti e pratiche tali da sviluppare una coscienza sociale e politica di un ambiente sino allora considerato povero e privo di attrattività.
Puerto Carmen situata a sud di Arrecife e a pochi chilometri dall’aeroporto, è il primo centro turistico sviluppatosi, ed è un ottimo punto di partenza per chi voglia esplorare l’isola, in particolare il Parco Nazionale Timanfaya. Sono campi di vulcani di lava vergine di 5000 ettari, situati lungo la costa occidentale dell’isola di Lanzarote. E’ uno dei più pittoreschi spettacoli visivi delle isole Canarie. Incontaminata dalla mano dell’uomo né la vegetazione né il clima hanno avuto il tempo di cambiare la bellezza di questa terra rossa e nera che fa parte della Riserva della Biosfera cell’Unesco. La valle di La Geria è uno dei più caratteristici paesaggi agricoli unici di Lanzarote, è la principale regione viti vinicola con una superficie di 55 ettari, anche la zona di protezione speciale per gli uccelli Zepa.
Da questo scenario che sembra un’opera paesaggistica gigantesca spettacolare si scende a Playa Blanca. È il centro più recente ancora in espansione, ed è quello che gode un clima migliore specialmente nel periodo invernale. Ha un piccolo porto da dove partono i traghetti per Corralejo ed è nelle immediate vicinanze delle selvagge spiagge del Papagayo.
L’agricoltura è in una parte dell’isola, chiamata La Geria, vicina al Parco Nazionale Timanfaya ed è caratterizzata dalla coltivazione della vite a hoyos, che prevede la costruzione di piccoli muretti semicircolari di pietra lavica, alti da 50 a 70 cm. preparati dall’uomo per proteggere le piante dal vento. Viene scavata una buca conica in strati naturali di ghiaia vulcanica di diversi metri di profondità, al centro della quale è piantata la vite, sul fondo cresce la vite che produce generalmente malvasia. Sopra questi campi l’agricoltore stende una fine cappa di cenere vulcanica che, assorbendo la rugiada notturna, procura il grado di umidità necessario alle piante. Tale sistema di coltivazione implica una scarsa densità di piante per ettaro, specialmente evidenziabile negli impianti più datati da due cento trecento anni. Per ovviare a questo problema, più recentemente è stato introdotto il sistema di coltivazione a zanjas, che prevede muretti protettivi disposti linearmente.
Ci sono prodotti tropicali in queste isole, frutta esotica come papaya, avocado, mango, platano (banane tropicali) e altri prodotti tipici come il miele di palma, la marmellata di cactus, la crema di banane, le “papas arrugades” tipiche patate della Canarie, bollite in acqua e servite con salsa all’aglio e yogurt.
E’ ampiamente coltivata l’aloe vera, in passato dagli indigeni Guanci era considerata sacra. La pianta è sfruttata per molti scopi: il succo è usato come bevanda energetica, ricostituente. I derivati sono usati per la loro azione lenitiva e nella cosmesi.
Per gli spostamenti interni l’idea migliore è noleggiare una macchina, la benzina costa solo 90 cent e le due estremità dell’isola sono separate solo da 71 chilometri.

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