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DIPINTO IN ROSSO IL SETTANTESIMO FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA

1 settembre 2013

Testo e foto Giovanna Dal Magro



Il rosso, colore primario, è il simbolo del sangue e dell’energia vitale, combatte le energie passive, infonde forza e coraggio. Per queste virtù ricorre nelle più evidenti espressioni figurative della settantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 2013 di Venezia.
Una brillante sequenza di immagini conferma questa scelta : il tappeto della passerella, la cascata di grandi petali rossi sulla facciata del Palazzo del Cinema e sul Totem dedicato alla Maserati, la borsa cult ricercatissima di Ciak, il divano rosso nello spazio per la Giornata degli Autori.
All’ardente colore si ispirano l’elegante abito da sera creato per la sfilata dell’attrice interprete del film inaugurale “Gravity” Sandra Bullock partner di George Clooney e quello della signora che scende dalla Maserati, quest’anno nuovo sponsor del Festival, rosso è il boa di struzzo indossato dall’eccentrica e immancabile Marina Ripa di Meana.
Anche la cucina si ispira al rosso e lo chef dell’Hotel Excelsior, per celebrare l’apertura dei rinnovati saloni del celebre albergo, crea un ammirato dessert di lamponi. Martedì 27 nella terrazza dell’Hotel Danieli, con stupenda vista sul bacino di San Marco, sulla Punta della Dogana e San Giorgio, si è organizzato la festa d’avvio della Mostra della rivista Variety con festeggiamenti al grande regista Bernardo Bertolucci, Presidente della Giuria, offrend o,oltre a raffinatissimi cibi e Champagnes, ancora in omaggio al rosso, un cocktail di ribes.
Si può pensare che la scelta del rosso esprima un importante e astratto simbolo: il carattere audace e il generoso impegno dei due responsabili creatori ai massimi livelli del Festival veneziano : il Presidente della Biennale Paolo Baratta e il Direttore della Mostra Alberto Barbera. Infatti chi rifugge dal rosso è spesso incapace di affrontare e superare le difficoltà e manca di creatività.
Che cosa si aspetta da Venezia 70? Baratta risponde : “ Che sia riconosciuta la coerenza delle varie scelte strategiche, l’alta qualità tecnologica, un festival frequentabile, la mancanza di provincialità , l’autonomia, l’indipendenza, la qualità e il coraggio delle scelte. Sono le nostre carte vincenti.
Già quest’anno abbiamo 150 posti in più e il Palabiennale sarà meno circense e un po’ più “tecnico” , visto che non sarà più un tendone. L’anno prossimo la Sala Darsena passerà da 1320 a 1440 posti. E per il 2015, aggredendo il palazzo del Casinò potremmo trasformare l’attuale sala stampa in una sala da proiezione da 500 posti. Arriveremo a 5.500 posti, come, se non più degli altri Festival. Certo, poi il festival di Berlino intorno a sé ha Berlino e il festival di Cannes ha Cannes. Noi abbiamo il Lido.” E a proposito di rosso qual è il “fil rouge” delle opere in gara? Risponde Alberto Barbera: “ opere molto radicate nel presente, che danno un’immagine complessiva dei tempi bui che stiamo vivendo.” Anche per il Direttore è stato necessario il coraggio di scegliere film che non possono dare indicazioni per il futuro o fornire sguardi di speranza, di ottimismo .
Perciò è necessario evocare il colore rosso, il colore più caldo, il primo colore dell’arcobaleno che tutti vogliamo risorga sul Lido di Venezia che nel 1932 vide nascere il primo Festival del mondo ideato dall’entusiasmo di Giuseppe Volpi di Misurata nel suo disegno della “grande Venezia”.

Testo e foto Giovanna Dal Magro



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