Nuova linfa per Paolo Brusò con il disco Plainn

Non bisogna mai smettere di sognare! In questo meraviglioso consiglio, è racchiusa gran parte dell'essenza di Plainn, progetto solitario di Paolo Brusò che esordisce per Pipapop Records con un self-titled rarefatto ed impregnato di una bellissima e sorridente nostalgia.

A cura di Federico De Nardi



Da Heart of Glass: non bisogna mai smettere di sognare! In questo meraviglioso consiglio, è racchiusa gran parte dell'essenza di Plainn, progetto solitario di Paolo Brusò che esordisce per Pipapop Records con un self-titled rarefatto ed impregnato di una bellissima e sorridente nostalgia.
Paolo (già con Margareth, l'elettro-dub di Focus On The Breath e il progetto Schrödinger's Cat) sceglie la via solista per incasellare melodie ed emozioni in tinte tenui, che orbitano attorno a canzoni composte e registrate in un volontario isolamento, lontano da voci, distrazioni, umori.
E' anche però una scelta di stile, giocando con un minimalismo compositivo asciutto, snocciolato in nove ballate limpide che vivono tra chitarra e piano: oltre i generi e le impostazioni, una boccata d'entusiasmo, un sorso di libertà. Forse, una sorta di "new-born" per Paolo Brusò, che nel progetto Plainn trova non solo nuova linfa per la propria evoluzione artistica, ma umilmente ambisce ad un nuovo inizio, un salvifico –ed appagante- ricominciare tutto da capo. Evocativa, come un fermo immagine del primo Gus Van Sant, l'immagine di copertina (a cura di Laura Paneghetti) sembra richiamare atmosfere folk pacate e disilluse, eppure ugualmente intrise di quell'energia cosmica generata da canzoni (come Inside Out) interamente suonate ed arrangiate da Plainn, abile a destreggiarsi con disinvoltura tanto alla chitarra, quanto alle percussioni o ad un laconico synth.
I grandi spazi, l'essenza dei bisogni umani, trasformare l'isolamento in energia vitale, sono concetti che emergono immediatamente durante l'ascolto del disco (su tutte l'emozionante A Part of You), che diventano poi prerogativa per eliminare via via tutte quelle futilità che allontanano l'individuo dal proprio io. Una sorta di gioco per sottrazione fondamentale per ritornare alle origini, alla Natura; questo sembra voler comunicare Plainn attraverso una forma canzone asciutta, minimale, emotiva, ma non sdolcinata o fine a sé stessa.
Coadiuvato da Tommaso Mantelli in fase di mastering, questo self-titled di Plainn è un dono per tutti quelli che credono nella musica libera, forgiata dall'istinto, colorata dalla passione, sgretolando tutte quelle meccaniche che la vorrebbero mero prodotto d'intrattenimento. Evocativo e profondo, il songwriting di Plainn racconta di semplici cose, perché solo così è possibile ritrovare quell'energia vitale, quella che credevamo perduta, quella che dopotutto è sempre stata dentro di noi. (Heart of Glass)

BIOGRAFIA

Paolo Brusò ha creato e preso parte negli anni a progetti musicali differenti tra loro: dal rock all'elettronica, dall'improvvisazione ai reading più visionari con scrittori come Francesco Maino, Francesco Targhetta, Vitaliano Trevisan, Giorgio Falco. Ha pubblicato dischi per etichette italiane ed estere, condiviso il palco con St. Vincent, Glasvegas, Marta sui Tubi, Calibro 35, e lavorato con Giovanni Ferrario (Micevice, Vega Enduro, musicista per PJ Harvey, Morgan e molti altri).

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