Cosa fanno gli artisti al tempo del Corona virus?

Olimpia Biasi e Lionello Puppi

Di Olimpia Biasi

Nessuno mai avrebbe previsto questa pandemia, solo qualche mese fa. Tant’è che è arrivata. Si vive sospesi in una bolla temporale, chiusi in casa e con il persistente disagio e la paura di ignoti malefici esterni.

Devo dire che questa reclusione non mi è pesante e mi ritengo privilegiata, perché molto spesso l’attività artistica richiede silenzio, raccoglimento e solitudine per mettere a fuoco i pensieri che diventeranno opere. Questa volta il grande giardino che accudisco, è un richiamo troppo forte perché è proprio nella metamorfosi della rinascita, dei primi vagiti floreali, del verde giovane e brillante delle foglioline nuove...per cui sono continuamente al lavoro: trapianti, spostamenti, pulizia, contenimento,concime, irrigazione.. non è mai finita.

Ho usato il termine vagito non a caso: il giardino è come un lattante che ha bisogno di cure continue, di attenzioni,di affetto. Se non lo ami non ti accorgi delle insidie che lo attentano continuamente: bruchi, pidocchietti, cimici, malattie fungine. Spesso fingo di non vedere, perché penso che la natura abbia il suo equilibrio, sue leggi ,e queste ‘creaturiole’ abbiano ragione di esistere, ma se esagerano intervengo! Vorrei che ognuno di noi avesse attenzione e rispetto per la natura, ciò impedirebbe lo scempio che finora le è stato inflitto: foreste disboscate con incendi dolosi per far posto ad allevamenti o colture intensive con contaminazione di animali selvatici e domestici (da cui molti virus che ne sono derivati!) mari invasi da plastica, ghiacciai che sgelano, rompendo equilibri idrici... e via di questo passo. Basterebbe anche solo l’attenzione: accorgerci dei nostri alberi urbani, della flora casuale dei bordi delle strade,dei giardini pubblici.
Quando tutto questo sarà passato, spero che almeno rimanga in noi il senso di instabilità, di provvisorietà della vita umana,del nostro breve transito sulla terra, in cui siamo solo inquilini. Questo dovrebbe essere sufficiente a farci riflettere che, più noi la deturpiamo, peggiore sarà il soggiorno dei nostri figli e nipoti.
Ma il giardino per me è anche fonte di riflessioni positive e alimenta da un bel po di tempo i miei lavori. Il ciclo su Hildegard von Bingen e il ‘Libro delle creature’, (libro di medicina naturale,)il lavoro sugli erbari al tempo del Petrarca, riflessioni sulla poesia di Emily Dickinson e i suoi erbari, le erbe nei dipinti di Jacopo Bassano. Tutte mostre scaturite da pensieri ‘vegetali’; all’Orto botanico di Padova; al museo di Bassano; all’oratorio del Petrarca...

‘Ora et labora ‘ una massima saggia al tempo del coronavirus!

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