Al tempo del COVID 19

Elisabetta Catalano, foto di Marcellino Radogna

di Maria Ester Nichele

Cerco di allontanare per qualche ora i miei pensieri dal Coronavirus che in questo periodo è nei pensieri di tutti noi. Mi tuffo nei bei ricordi degli anni novanta, passati a Roma. Seguivo il mio maestro, l’instancabile e appassionato fotografo Marcellino Radogna, decideva a quale ricevimento andare, se a Palazzo Pecci Blunt o Palazzo Ruspoli, in quale locale avremmo trovato personaggi interessanti da fotografare, attori con politici, la finanza con la bellezza femminile. Spesso indovinava ed eravamo soddisfatti.

Oggi ci troviamo prigionieri nelle nostre case a causa di questo nemico invisibile e la memoria va così agli anni felici trascorsi facendo la fotoreporter nella capitale sempre ricca di avvenimenti, conferenze, feste e pettegolezzi.

Ricordo di avere incontrato Elisabetta Catalano a una mostra di Gunther Sachs, regista e fotografo, nonché marito di Brigitte Bardot, a palazzo delle Esposizioni, che mi rimase particolarmente impressa. Ogni giorno andavamo a una galleria diversa, foto di tanti personaggi della cultura e dell’arte, Alighiero Boetti, il pittore Enzo Cucchi, Cesare Tacchi, Jannis Kounellis, Pistoletto. Ero incantata di trovarmi in posti simili, dove si respirava l’arte.
Era una emozione continua, perché la città eterna è sempre piena di personaggi da tutto il mondo, dalla politica, al cinema, alla letteratura, alla musica. Difatti Roma è stata la capitale mondiale della mondanità, come Parigi fu a quel tempo la capitale della cultura.

È qui infatti, a Palazzo delle Esposizioni, che ho conosciuto Elisabetta Catalano, la fotografa prediletta di Fellini. È scomparsa nel 2015, sono già passati cinque anni, per questo volevo ricordarla. Fotografa di grande talento, autodidatta, inizia sul set del film Otto e mezzo di Fellini, in cui ricopre il ruolo della sorella di Anouk Aimèe. Nelle pause tra le riprese sul set, scatta fotografie con una vecchia fotocamera del padre. Queste foto suscitano subito molto interesse. Vengono pubblicate su l'Espresso, su Il Mondo e su Vogue. Dopo questa prima esperienza Fellini la chiamerà a fotografare ancora i suoi lavori.
La sua passione è il ritratto e apre lo studio nel centro di Roma, in Piazza Santi Apostoli. Ha fotografato attori, letterati, scrittori, filosofi e tutto il bel mondo che passava o viveva nella città eterna. Dice la sua amica Laura Cherubini” è l’epoca in cui il corpo umano e il volto sono il linguaggio dell’arte”. Qualcuno era solito indicare la bellissima Catalano come “la principessa dell’arte”.

Nella sua grande e bella casa in piazza Margana, riceveva tanti personaggi del suo mondo così ben rappresentato nei ritratti.

Collaborava con artisti come Fabio Mauri e Vettor Pisani all’allestimento di proiezioni teatrali ed altre opere. Negli anni Novanta ebbi la fortuna di incontrarla proprio durante la sua mostra a Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale. Fu per me un piacevole e importante incontro. Comprai il suo catalogo stampato nel 1987 da Arnoldo Mondadori dal titolo "Tempo di ritratti" dove sulla copertina trionfa il bellissimo ritratto di Stefania Sandrelli. Ci sono centoquattordici ritratti di celebrità in tutti campi dalla scrittura, pittuta al teatro,alla musica.
Così Goffredo Parise dice dei suoi ritratti "la fotografia è qualcosa che vive per conto suo e che assomiglia a uno specchio vivo e contemporaneo degli anni passati. Quando si ritrova o si rivede una fotografia, per un momento ridà il senso degli anni passati, senza che essi sembrino perduti, anzi riportando in sè tutta la forza, l'allegria e la buona salute della gioventù, una fotografia che ha il dono dell'amicizia"...

  • Torna alla pagina precedente