Ricordo anniversario per Milena Milani 2020

Ritratto di Milena Milani, di Walter Morando

di Maria Ester Nichele

Era un'estate di grande calore quando sei andata via, non è stato possibile salutarti e di questo siamo ancora molto dispiaciuti.
Ma il ricordo è sempre vivo nel mio cuore assieme a tanti artisti e letterati che ti hanno voluto bene e che non ti dimenticano, ricordano i tuoi insegnamenti e il piacere della tua compagnia.
Trovo sempre dei nuovi libri che parlano di te, racconti della tua vita che ancora non conoscevo.
Volevo ricordarti con una tua poesia a me molto cara, che si trova nel tuo libro,”Mi sono innamorata a Mosca” del 1980, edizione Rusconi.

 

Andare via lontano.

 
“Andare via lontano
dove il mare
si culla nella conchiglia,
delle tue mani,
dove il tuo corpo si snoda
serpentino
come liana sottile.
Andare via lontano
verso quel giardino chiuso
che tu mi accenni
con il gesto di rimpianto misterioso
mentre ti seguo
sul filo della tua voce”.
 

Walter Morando, scultore di Savona, si unisce al mio pensiero per Milena Milani, nel settimo anniversario della sua scomparsa. L’artista racconta: “Ho conosciuto Milena Milani a Milano, nella galleria di Ada Zunino, chiamata la Signora delle scultura Italiana e proprio durante la mia mostra nella galleria, conobbi Milena Milani. Anche con Milena feci tante mostre sia a Padova, a Venezia, a Cortina d'Ampezzo e altre località. La ricordo bene, abbiamo avuto insieme tante discussioni, poi rimanevamo sempre amici, perché l’arte ci univa”.

 

Nella monografia di Walter Morando della mostra 2002, Domenico Astengo scrive: “...Ne sono prova le sculture di Walter Morando e la poesia di Milena Milani, forme diverse eppure complementari. Milena e Walter sono amici e quello che li ha uniti -forse non lo sanno- è stato il porto di Savona. Per Walter Morando la finestra di casa che si apre su quell'angolo di mare strappato al Mediterraneo e ingombro da fantastici oggetti quotidiani, tanto belli da diventare icone come un fiore, un cielo un volto, lo precipita nel mondo rude del lavoro, che riassume attraverso emblemi quasi archeologici; per Milena Milani il Porto diventa la madeleine capace di restituire alla vita certe grazie e certe asprezze del passato.
Ma per ambedue gli artisti guardare il Porto vuol dire guardare lontano, sognare giorni di gran vento e di libertà interiore”.

 

Milena scrisse per la monografia Di Walter Morando questo interessante poemetto di cui trascrivo alcuni versi:

“ Ogni domenica
sul tardi
la darsena del Porto
ci accoglieva
per la voga.
Eravamo in divisa
gonna a pieghe nera
camicetta bianca
cintura stretta in vita
e quel colletto
da marinaretto
con gli alamari
blu
spalline bianco azzurre
e un berretto
sulle ventitré.
Ragazze del regime
inadatte allo sport
curve sui remi
nel Porto di Savona
per darla da bere
ai nostri capi
che ci volevano
forti
senza sapere
della debolezza
 
della frivolezza
di noi ragazze
un poco pazze...”
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