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nu. 17 anno secondo¬ 1 agosto 2005 mensile online gratuito
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QUANDO IL GALLO CANTA: RIFLESSIONI MARINE


Riflessioni e pensieri del maestro Gianni Ambrogio

di Gianni Ambrogio

Stavo sulla spiaggia. Il sole, liberato dagli umori dell' atmosfera da un recente acquazzone, sprigionava calore ad altissimo grado. Concomitante, un vento freddo, quasi polare, gli contendeva la temperatura. Il risultato era un clima “agrodolce”. Il mio sguardo partiva dal lontano orizzonte fino a ghermire, avido, la sabbia ai miei piedi. Ogni tanto intercettava il passaggio di qualche sghimbesciante cariatide e l'incedere consapevole di rare bellezze anoressiche. La mia attenzione si era concentrata sul furioso accavallarsi delle onde in aspra lotta con se stesse. Sprizzi luminosi, stilettate abbaglianti, scontri e schianti formavano uno spettacolo di grande dinamico movimento. Mi venne da pensare la “battaglia di Anghiari” ai cartoni disegnati da Leonardo da Vinci. I cavalli imbizzarriti con narici dilatale, gli occhi furiosi d'ira, gli zoccoli anteriori a scalciare l'aria, il tutto ottenuto con sapienti segni e chiaroscuri. Dinamismo sbalorditivo. Gli animali trasfigurati con tale misura da non essere quasi percepita dall'occhio, eppure riescono a rendere l'idea di spostamenti e movimenti che solo la misteriosa sapienza del genio può ottenere. Ne risulta un totale coinvolgimento del fruitore. Non potrei sottrarmi al paragone con i “futuristi” del primo Novecento italiano. Anch'essi tesi e rendere il dinamismo del nostro vivere. Anche fra loro il genio di Boccioni. Malgrado le scomposizioni degli oggetti, lo sgretolamento della materia, a mio avviso sono riusciti a far scorrere le loro macchine più velocemente dei cavalli di Leonardo.

 

I disegni di Leonardo da Vinci per la battaglia di Anghiari

[...] La grande pittura murale raffigurante la Battaglia d'Anghiari è stata dipinta da Leonardo per la parete sud della Sala del Gran Consiglio in Palazzo Vecchio a Firenze, mentre a Michelangelo era stato affidato l'incarico di rappresentare la Battaglia di Cascina sul lato opposto. L'impegnativa impresa, iniziata a livello di studio nel 1503 e su muro nel 1504, rimase incompiuta allorché l'artista nel maggio del 1506 partì per Milano e molti anni dopo, nel 1563, venne coperta dalla nuova decorazione murale di tutto il Salone ad opera di Giorgio Vasari; inoltre sono andati perduti anche il grande cartone preparatorio, il presunto modello su tavola e i modelli in cera. Pertanto la composizione oggi è nota soltanto da una quindicina di copie in pittura, qualche incisione e, fortunatamente da un gran numero di disegni autografi del Vinciano, il quale aveva studiato in molti fogli le varie parti della scena, fin nel dettaglio, come i singoli volti di guerrieri, conservati oggi al Szépmuseum di Budapest, tutte documentazioni preziose attraverso cui è possibile ricostruire l'immagine complessiva della Battaglia (Scirè Nepi 1999 e bibl. precedente): al centro compariva la Lotta per lo stendardo, testimoniato dagli studi veneziani (nn.215-216-214), a destra l'episodio del ponte, (Venezia n.216), preceduto dalla Cavalcata, disegnata nel foglio n.12339r di Windsor Castle; la parte sinistra resta invece ricostruibile con minor completezza dai disegni n.215/A di Venezia, uno del British Museum(n.1854) ed il n.15577 della Biblioteca Reale di Torino.

La descrizione di Leonardo nel suo cosiddetto Trattato della pittura di "Come si deve figurare una battaglia"(par.145) rende in modo molto efficace come si doveva realizzare in pittura il tema del combattimento" dove per necessità accadono infiniti scoramenti e piegamenti de'compositori di tal discordia, o vuoi dire pazzia bestialissima." Con straordinaria capacità descrittiva, l'artista racconta nei suoi schizzi il furore dei combattenti e il fragore della battaglia, riuscendo ad evocare nell' immaginazione dello spettatore il furore della "bestialissima" contesa e la lotta serrata per il possesso dello stendardo. Era il 1440 e i fiorentini, alleati con le armate pontificie, avevano sconfitto ad Anghiari, presso Arezzo, l'esercito milanese di Filippo Maria Visconti, guidato da Niccolò Piccinino; lo scontro, il 29 giugno, combattuto vicino alla strada che da Borgo San Sepolcro conduceva al castello di Anghiari, mirava alla conquista del ponte sul Tevere, il Ponte della Giustizia, il cui possesso avrebbe costretto le truppe viscontee ad indietreggiare verso san Sepolcro. Leonardo si era ben documentato per illustrare quella che per i fiorentini era un'importante vittoria politica sui nemici secolari, i milanesi, come lo erano i pisani, vinti in quella battaglia di Cascina che doveva celebrare Michelangelo, secondo un programma iconografico autocelebrativo. Aveva tradotto, com'è documentato nel Codice Atlantico (202r), alcuni brani del Trophaeum Angelicarum di Leonardo di Pietro Dati (Marinoni,1975):"..Nella prima schiera Francesco, ...Et venne ..ad investire il ponte che era guardato dal Patriarca et fiorentini. Dopo il ponte da mano sinistra mandò fanti per impedire li nostri, e quali ripugnavano. ..Qui ad questo ponte si fa una grande pugna.Vi sono li nostri et lo inimico è scacciato. Contro a'quali Symonecto con 600 cavalli ad urtare li inimici. E dietro a lui venne altra gente con 2000 cavalli et così lungo tempo si combatté variamente.."; e consultò senz'altro anche altre fonti, tra cui i Commentari di Neri di Gino Capponi.

Leonardo ha iniziato i primi studi per il cartone probabilmente già nel 1503, dal momento che il24 ottobre dello stesso anno la Signoria gli consegnò le chiavi di alcune sale in Santa Maria Novella perché potesse eseguire il cartone preparatorio; il 28 febbraio gli vengono pagati "quaderni di 18 fogli", "et un lenzuolo et tre teli" per orlarlo(Beltrami,1919,doc.137) e il ponteggio necessario per la realizzazione, così descritto da Vasari:"fece un edifizio artificiosissimo, che stringendolo s'alzava, e allargandolo s'abbassava" ; il 30 giugno 1504 erano state comprate 88 libbre " di farina stacciata bianca....in due volte per rimpastare el cartone"(Beltrami,1919,doc.145). E' stato calcolato (Isermeyer,1964) che Leonardo avrebbe acquistato 950 fogli per un totale di 259.999 metri quadri di carta. La Signoria pagava all'artista un salario mensile, concedendogli un anno di tempo per finire il cartone... [fonte della parte in corsivo: la rete]

 

di Gianni Ambrogio

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