abcveneto.com
fotonotizie per la stampa: Marcellino Radogna
Direttore Federico De Nardi www.abcveneto.com sabato 1 settembre 2007
IV anno,  2007
Sponsor
 
prima pagina di Abcveneto editoriale contatti archivio

Kerouac è ancora 'On the road' e gli altri si sono persi per strada

Il Grillo Parlante

On the roadIl 5 settembre 1957, quindi cinquant'anni fa, uscì per le edizioni americane Viking (oggi fanno parte del colosso Penguin) il celebre "On the Road" di Jack Kerouac che influenzò e cambiò per sempre il modo di viaggiare e di vedere il mondo di molte persone.

Secondo la Viking, "On the Road" vende ancora oggi circa centomila copie l'anno, in diverse edizioni. Parliamo solo del mondo anglosassone, in Italia non si sa quante ne vendano, credo parecchie perchè il libro si trova tuttora nelle librerie con grande facilità. Si può dire insomma, che diffuso come fenomeno di 'controcultura', il famoso libro di Kerouac sia diventato oggi più classico di un classico. In Italia Kerouac fa parte di un certo bagaglio culturale che viene venduto come di 'sinistra', anche se a dire il vero Kerouac negli Stati Uniti era un noto conservatore, quindi tutt'altro che di sinistra. Che si vuol fare, sono le contraddizioni della Storia e della Vita che contribuiscono a disintegrare sempre di più l'antiquato modo di vedere le cose che le demagogie e le false politiche cercano di venderci, invece di concentrarsi sul bene dello Stato.

Del resto per fare un altro esempio chiarificatore, lo scrittore Yukio Mishima, viene spesso pubblicizzato come di 'destra' sempre in Italia, anche se i suoi comportamenti sessuali narrati in "Confessioni di una maschera" lo rendano secondo me, un po' indigesto a certe politiche di destra. Dall'altro lato della 'finta' barricata, Pasolini fu espulso dal Partito Comunista perché omosessuale e troppo libero pensatore. Contraddizioni della vita e della politica?

copertina Libro di Leland su KerouacTornando all'autore di "On the Road", la Viking ha già messo sugli scaffali dei librai americani una edizione per il cinquantenario e sta addirittura pubblicando per la prima volta la versione originale che fu scritta dal noto narratore su un rullo di carta continua.

Accanto a tale edizione, ci sara la pubblicazione di una nuova analisi critica di John Leland, un reporter del <<New York Times>>, dal titolo: Why Kerouac Matters - The Lessons of On the Road (They're Not What You Think)

Insomma, un settembre dedicato agli amanti di Kerouac, anche se non sappiamo quando questi libri saranno disponibile in traduzione italiana. Consigliamo a chi sa l'inglese di comprarli su Amazon.co.uk. Per tornare a qualcosa di più locale, stanno anche uscendo sul mercato alcuni libri di Giovanni Comisso, autore che secondo me ha qualcosa di 'Kerouac' nel modo di pensare e di viaggiare. Prendiamo le sue peregrinazioni subito dopo la Grande Guerra, le sue inquietudini che ci hanno fatto viaggiare con suoi libri lungo l'Adriatico con i pescatori, a me hanno ricordato il grande scrittore americano, anche se certo, li divide mezzo secolo di pensiero e di follie. Comisso aveva un modo di vedere il mondo diverso da quello dello scrittore americano, ma nello stesso tempo, ribatto, li accomuna il senso panico dell'universo, dell'amore per la vita, della narrazione di vere esperienze vissute sulla propria pelle e sotto i propri occhi. Oggi la letteratura invece sta scivolando verso la finzione assoluta e quella sembra essere la massima aspirazione di molti scrittori - molto venduti-. Kerouac e Comisso invece scrivevano quello che era capitato loro e nient'altro seguendo la tradizione dei narratori 'veristi'. Per quanto possa sembrare un'aberrazione, Kerouac voleva fare di tutte le sue opere un unico volume di ricordi, una sorta di "Alla ricerca del tempo perduto" alla Marcel Proust. Leggendo le opere di Kerouac con la chiave della memoria proustiana si evidenzia una visione tradizionalista, conservatrice, oserei dire alla Guido Gozzano. In Visioni di Cody Kerouac ci descrive così bene una tavola americana degli anni Cinquanta, che 'vediamo perfino il grasso bruciato colare sulle piastre dei fuochi della cucina. Comisso invece era una specie di fanciullino di Rousseau, un 'Candido' alla Voltaire senza inibizioni e senza ipocrisie, mi viene in mente, cito a memoria, quando allo scoppio della Grande Guerra disse: "Io non vado in guerra per liberare l'Italia, vado per liberare me stesso". I libri dello scrittore trevigiano ci fanno vedere un mondo scomparso e la luce pastellata che lo illuminava: una barca a vela che trasporta mattoni lungo le isole adriatiche e che contrabbanda vestiti, una zucca che cresce in un orto o un ballo di contadini. Così l'America 'ingenua' di Kerouac uscita dalla Seconda Guerra Mondiale è defunta, annullata, seppellita dal popolo delle carte di credito e dal sibilo dei proiettili finti del cinema e di quelli veri, delle strade americane e del suo impero.

Grillo Parlante

abcveneto.com