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numero 5 anno primo ¬ 1 agosto 2004 mensile online gratuito (a 30 giorni)
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Porta san Tomaso*

Storia della Porta san Tomaso di Treviso

foto e scritto di Guido Nichele

Porta san Tomaso, opera del bergamasco Guglielmo Grizi D'Alzano, fu eretta nel 1518 quando la Repubblica Veneta stava costruendo una nuova e più ampia cintura muraria, tuttora conservata. Nel 1511, infatti, la città aveva vissuto e superato le minacce e l'assedio degli eserciti della Lega di Cambrai già impadronitisi di tutti i territori veneziani di terraferma ad esclusione della città di Treviso e di Padova. La costruzione delle nuove mura, su intuizione del veronese fra' Giovanni Giocondo, sfruttava anche i corsi d'acqua al fine di provocare, con opportune opere idrauliche, l'allagamento delle immediate vicinanze. La cinta muraria (interrotta dai due passaggi del Sile, in entrata e in uscita dalla città) si sviluppa per circa cinque chilometri e fu portata a termine in epoche successive sulla base di un progetto del Capitano Bartolomeo D'Alviano.
Porta san Tomaso fu costruita sotto la podestaria di Paolo Nani, il quale, ferito nell'ambizione di legare il proprio nome al monumentale manufatto dal veto del Senato della Repubblica Veneta, ripiegò con l'intitolazione a san Tomaso* Becket (arcivescovo di Canterbury) cui era dedicata una chiesetta nel vicino Borgo Cavalli; non seppe tuttavia trattenersi dal porre in cima all'edificio la statua, tuttora visibile, del suo santo onomastico, appunto l'apostolo San Paolo.

Descrizione della porta

Porta san Tomaso è l'unica uscita dalla città verso nord. La facciata esterna è completamente rivestita in pietra d'Istria e caratterizzata da sei colonne sorgenti su poderosi basamenti a bugne, culminanti con capitelli corinzi che reggono l'architrave del tetto. Quest'ultimo, in origine a forma di capanna schiacciata, rivestito da lastre di rame, è conservato solo nella parte centrale. Tra le colonne sporgenti della facciata sono inserite eleganti composizioni di armature e stemmi. La facciata esterna sporge di circa due metri dalle mura, questo perché la porta aveva anche funzione di difesa delle mura grazie alle cannoniere laterali.
I muri sono massicci e larghi (circa 2,1 metri), il tetto invece ha una copertura leggera in modo che se il tetto crollava sotto i colpi dei nemici non procurava ulteriori danni alle strutture adiacenti. Sopra l'arco della Porta, nel mezzo, sorge il Leone di san Marco, ai lati del quale vi sono le feritoie per la corsa delle catene destinate a sollevare il ponte levatoio. Dei tre portoni, solo due avevano il ponte levatoio (quello centrale per i carri e quello a destra per i pedoni, quello a sinistra aveva solo funzione di simmetria). Dopo 70 anni senza alcun attacco alla città i ponti levatoi vennero tolti e sostituiti con un ponte fisso in pietra. Sull'arco si legge la scritta in lingua veneta "Porta de San Thomaso", per la pronta lettura di chi giungeva in città dalla campagna, mentre sulla facciata interna l'analoga iscrizione è in latino, in omaggio alla cultura classica dell'aristocrazia.
All'interno si notano tre navate con volte a crociera divise da alti pilastrini in pietra reggenti tre archetti per ogni lato. Sul lato Ovest un altorilievo raffigura la Madonna col Bambino in trono fra il Beato Enrico e san Liberale, patroni della città.

*Tomaso si scrive in questo caso, con una sola 'm', perchè viene da san Tomaso* Becket, non da Tommaso d'Aquino

di Guido Nichele

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